• 5 Dicembre 2025 20:57

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Hannah Schmitz: la mente che guida Verstappen e riscrive le regole della Formula 1

Dic 2, 2025

Nel mondo ipertecnologico e ferocemente competitivo della F1, dove un decimo di secondo può riscrivere un mondiale e un dettaglio può compromettere una stagione intera, esiste una figura che opera nell’ombra ma che, sempre più spesso, finisce sotto i riflettori per la capacità di determinare le sorti di una gara. È Hannah Schmitz, Principal Strategy Engineer della Red Bull Racing, la mente dietro alcune delle decisioni più audaci, chirurgiche ed efficaci della carriera di Max Verstappen. Con ogni scelta, Schmitz danza sul filo del rasoio che separa il rischio dalla gloria. E nella stagione del consolidamento del ritorno Red Bull, il suo nome è diventato sinonimo di “decisione perfetta”, tanto che nel recente GP Qatar, dove la strategia ha spianato la strada a un successo fondamentale, è salita sul podio accanto a Verstappen per ritirare il trofeo destinato al team. Un’immagine che racconta una rivoluzione silenziosa, la stratega oggi è un volto riconosciuto, rispettato e celebrato da piloti e addetti ai lavori.

Dalla matematica di Cambridge ai box della Red Bull

Nata a Caterham (Regno Unito) e cresciuta fra la passione per tutto ciò che è meccanico e il rigore dello studio scientifico, Schmitz si laurea in Ingegneria matematica e poi in Ingegneria meccanica all’Università di Cambridge. È nel 2009 che entra in Red Bull come “Internal Student”, un ruolo quasi invisibile, spesso destinato ai giovani che devono ancora dimostrare tutto. Ci vorrà più di un decennio perché il suo nome diventi quello che è oggi: un punto fermo del team, la voce calma e decisa che dall’altra parte della radio guida Verstappen attraverso scenari complessi, imprevisti e variabili impossibili da controllare.

Meditazione e adrenalina

Chiunque abbia osservato Schmitz in azione sa quanto sia imperturbabile. Nei momenti di massima tensione, un imprevisto in pista, una Safety Car, un degrado gomme improvviso, un rivale che forza la mano, il suo tono rimane costante, il ritmo del respiro regolare, la concentrazione assoluta. Lei stessa ha spiegato più volte il segreto, meditazione quotidiana. Un esercizio mentale che le permette di mantenere il sangue freddo quando tutto il resto sembra precipitare. Una calma che, unita a un talento evidente per l’analisi dei dati e la lettura della gara, è diventata la sua cifra stilistica.

Il potere dei numeri e dell’azzardo

Chi immagina che la strategia sia una scienza esatta sbaglia, è uno dei campi più complessi e meno prevedibili della F1 moderna. Sebbene i dati siano la base e Red Bull analizza miliardi di combinazioni potenziali ogni weekend, il momento in cui va presa una decisione non lascia spazio ai dubbi. Bisogna scegliere. E bisogna farlo subito. Lì entra in gioco qualcosa che i software non possono replicare, l’istinto. Ed è proprio l’istinto di Schmitz ad aver scritto alcune delle pagine più memorabili della carriera di Verstappen.

Nel 2019 in Brasile, il primo capolavoro. La gara è caotica, la vittoria non è scontata e Verstappen deve affrontare una Mercedes in forma. Schmitz decide di rischiare con terzo pit stop e gomme fresche. Una scelta aggressiva, quasi provocatoria. Risultato: Max vola e vince. È il giorno in cui il paddock inizia a chiedersi: “Chi è questa ingegnera capace di leggere la gara meglio di chiunque altro?”. Nel 2022 a Montecarlo, l’azzardo perfetto. Nel caos tipico del GP di Monaco, dove ogni metro è fondamentale, le tempistiche perfette dei pit stop di Verstappen ribaltano la gara. Schmitz gestisce la finestra con una precisione chirurgica. L’olandese guadagna punti fondamentali e in Red Bull la considerano già una garanzia. Sempre nel 2022 a Budapest, Verstappen parte decimo. La stratega decide l’impossibile: partenza con gomme soft, un rischio enorme considerando il degrado. La scelta, ancora una volta, è vincente. Verstappen rimonta, domina, vince. Schmitz diventa un nome familiare anche ai tifosi.

E poi c’è il Qatar 2025. Un GP che richiede lucidità totale, perché le temperature, il degrado e le condizioni della pista rendono il margine d’errore pari a zero. La chiamata strategica che porta Verstappen alla vittoria è una delle più rapide e complesse dell’anno. Il team la elogia, Max la ringrazia pubblicamente. E a fine gara, il podio la consacra.

Un ruolo di comando, tutto da conquistare

Credo che ci siano molte persone che non hanno fiducia in te, quando inizi a svolgere un lavoro come questo“, aveva dichiarato Schmitz ai media non molto tempo fa. Essere donna in una posizione di comando in un ambiente storicamente maschile non è stato semplice. La stratega deve guidare un gruppo, impartire ordini, dettare i tempi.
E spesso lo fa parlando in cuffia a piloti che viaggiano a oltre 300 km/h. Non c’è tempo per spiegare, per convincere, per negoziare. Le sue decisioni devono essere seguite, punto. “È tutta una questione di fiducia, e costruirmela è stato molto difficile”, racconta. Oggi però quella fiducia è totale. Max Verstappen, negli anni, l’ha definita: “Sempre calmissima, una garanzia. Una delle menti che fanno vincere le gare“. Una certificazione che pochi strategist hanno mai ottenuto.

La stratega come simbolo

Hannah Schmitz è molto più di un’ingegnera brillante: è diventata un simbolo di ciò che la F1 può diventare. La sua presenza visibile, rispettata, celebrata, è un messaggio a tutte le giovani donne che sognano di lavorare nel motorsport. E i risultati parlano. Ogni anno centinaia di ragazze si iscrivono a corsi di ingegneria, aerodinamica, strategia, citando proprio lei come ispirazione.

Perché Schmitz è fondamentale per la Red Bull del futuro

In un’epoca in cui la F1 è dominata da dati, simulazioni, intelligenza artificiale e scenari complessi, la figura dello stratega è diventata più importante di quanto lo sia mai stata. E nella Red Bull di oggi, una squadra che costruisce il dominio non solo sulla velocità ma sulla perfezione operativa, avere una voce come la sua è un vantaggio competitivo enorme. Schmitz inoltre, incarna la filosofia del team: audacia controllata, rischio calcolato, visione long-term, reattività assoluta. È una leader moderna, capace di guidare senza alzare la voce, di decidere senza tremare, di rischiare senza perdere lucidità.

Il futuro? Ancora più centrale

La Red Bull del dopo Newey si prepara a una nuova era, meno dipendente dal genio progettuale, più basata su processi, analisi, decisioni sincronizzate. In questo mondo, la strategia diventa ancora più cruciale. E la figura di Hannah Schmitz appare destinata a diventare un pilastro stabile del team. Lei non guida una monoposto, ma guida chi la guida. È la voce nella radio quando tutto brucia, la calma nelle tempeste, la mente che vede ciò che gli altri non vedono. Il suo nome, ormai, non è più un segreto per gli appassionati, è una garanzia, un marchio di qualità, un simbolo di come la F1 sappia ancora valorizzare il talento puro. E mentre Verstappen macina vittorie e record, è impossibile non pensare che, dietro ogni successo, c’è anche lei: la stratega che ha cambiato le regole del gioco.

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