• 5 Dicembre 2025 19:20

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Retroscena Ferrari, strategia McLaren e follia Red Bull: errori e denunce a giudizio

Dic 1, 2025

L’ingegnere del Lunedì è un termine coniato da Enzo Ferrari, per rispondere ai giornalisti che il giorno dopo la gara si ponevano come esperti di strategia e quant’altro. Ma l’aggettivo prodotto dalla mente geniale del Drake può essere pure usato per altri team, non solo per la Rossa, specie se nell’arco del fine settimana si verificano situazioni limite dove la logica non rientra nei ragionamenti.

Il retroscena sulle pressione gomme che stronca il rendimento della Ferrari

Due parole su Ferrari spendiamole ugualmente. Commentare i risultati non ha senso. Si era capito sin dalle libere del venerdì come la SF-25 non avesse la benché minima chance di fare bene a Lusail. Forse non ci si aspettava una debacle del genere, tutto vero, con due piloti costretti ad arrancare in ogni singola sessione per tenere in pista la vettura. Ma oltre ai tratti distintivi della Rossa, c’è un altro particolare tecnico che vale la pena trattare.

Ci riferiamo alle pressioni delle gomme che Pirelli ha imposto per il GP del Qatar: anteriore 28.0 psi, posteriore 23,5. Una maggiorazione che di fatto provoca un’impronta dello pneumatico a terra ridotta e il fatto che la deformazione della mescola sia più bassa limita di conseguenza l’assorbimento meccanico della sospensione. Considerando lo sforzo laterale che la pista di Lusail impone sulle gomme, il problema sulla SF-25 viene a galla.

A questo sommiamo la carenza di rotazione cronica per mancanza di grip frontale della Rossa, generata dallo sbilanciamento dell’auto verso il posteriore. Grattacapo che il team non ha saputo risolvere con i ritocchi al setup, soffrendo uno squilibrio di pressione tra i due assi. Se già di base la SF-25 non sa gestire le gomme, figuriamoci cosa significa sommare altri fattori limitanti. Si spera che il team impari da questo fine settimana.

La strategia McLaren priva di ogni senso logico

L’ingegnere del Lunedì deve pure intervenire sulla faccenda McLaren. Una strategia adottata che – conti alla mano – mette a serio rischio il mondiale piloti. La squadra britannica non voleva perdere la flessibilità decisionale dopo pochi giri. Inoltre, la famigerata teoria delle “papaya rules” ha inguaiato maggiormente le cose. Per non sfavorire uno dei due piloti, si è finito per favorire il terzo contendente: il quattro volte campione del mondo.

Parliamo di un certo Max Verstappen, al quale fornire un assist risulta l’errore più grande che si possa fare. Eppure McLaren ci è riuscita. Senza contare che l’assurda strategia non ha tenuto in conto un fattore. Evitare la sosta e restare in pista, perdendo tantissimo “race time” e regalando una sosta all’olandese, significava dover recuperare il gap in pista a suon di prestazioni. In pratica? Spingere al massimo con i due piloti per il resto della corsa.

Scenario che ha messo in difficoltà tanto Piastri quanto Norris, obbligati a patire degrado eccessivo e graining. Senza paura di sbagliare, possiamo dire che la scelta tattica del team di Andrea Stella non aveva nessun tipo di vantaggio sulla carta e solo una valutazione fallimentare poteva produrre un contesto del genere. Il tutto ricordando l’altro regalo a Max della settimana scorsa, con il doppio zero per la squalifica dovuta al fondo. “Chapeau…”

L’assenza della Red Bull nel bandire le follie verbali di Helmut Marko

L’ultima questione importante dalla quale l’ingegnere del Lunedì non può esimersi riguarda l’errore di Antonelli durante le ultime fasi di gara. Il giovane pilota bolognese perde la vettura e finisce largo, di fatto concedendo una quarta piazza a Norris che non avrebbe mai preso. Due punticini che a fine mondiale potrebbero fare la differenza. Ma il problema nasce dalle parole di Helmut Marko, super consulente della squadra di Milton Keyes.

Secondo l’ottuagenario, Kimi potrebbe aver commesso di proposito questo sbaglio per beneficiare McLaren e di riflesso sfavorire Red Bull. Toto Wolff è impazzito, gli sono sanguinate le orecchie al sentire questa cosa che ha definito una follia. E chi può dargli torto. Lo sfogo ci sta tutto, specie considerando la presenza assidua di Helmut in situazioni del genere. Marko da anni esce fuori dal seminato con accuse ridicole.

E qui dovrebbe entrare in gioco Red Bull. Ammonirlo e tappare la bocca. Spiace dirlo, ma denunce del genere verso un altro team sono del tutto antisportive e vanno punite. Anche la FIA potrebbe intervenire e pensionare un individuo che, parliamoci chiaro, in questo momento della sua carriera sta facendo tutto tranne che incidere positivamente sulle sorti del team per cui lavora.

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