• 6 Dicembre 2025 15:47

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

GP Brasile: Hamilton tuona contro l’incapacità di giudizio della FIA

Nov 11, 2025

Partiamo dal sabato. Dopo uno studio assiduo della SF-25, Charles riesce a capire come ottimizzare la prestazione della vettura. Osserva i suoi limiti, li corregge con la guida e cerca di sfruttare al massimo la competitività del mezzo. Lo fa con un giro perfetto che mette assieme tutti i punti importanti per ottenere un riscontro cronometrico ottimale. Per questo arriva il terzo tempo, che poteva cambiare le sorti del weekend.

In radio il monegasco non dice nulla. Preferisce il silenzio dopo ambedue i tentativi. La sua concentrazione è talmente alta che preferisce non distrarsi e pensare esclusivamente alla guida, ascoltando i messaggi del suo ingegnere, per poi limitarsi a dare l’ok con il bottone sul volante. Alla fine della qualifica scende dalla vettura e apprende di essere terzo, solamente in parco chiuso.

Bryan Bozzi, dopo il primo tentativo della Q3: “P1 Charles, ottimo giro, ora puoi rientrare ai box. Norris ha commesso un errore nel suo giro, ci riproverà con il secondo tentativo. Nel mentre siamo passati al secondo posto, con Piastri qualche millisecondo più veloce.”
Bryan Bozzi, dopo il secondo tentativo della Q3“Al momento siamo secondi Charles. Non sappiamo ancora la posizione, perché gli altri piloti stanno ancora realizzando il proprio giro. Entra pure verso i box. Alla fine saremo secondi o terzi.”

La frustrazione di Hamilton

Per quanto riguarda Hamilton, le emozioni sono del tutto diverse. L’inglese, nella Q1, aveva detto chiaramente quanto stesse soffrendo la scarsa aderenza al posteriore, intimando un cambio importante. Ma il muretto ha tagliato corto, sostenendo che avrebbe dato un’occhiata. Nella Q2 il problema si ripresenta e Lewis, senza grip al retrotreno, chiude in tredicesima piazza, deluso per la situazione venutasi a creare ancora una volta.

Lewis Hamilton nella Q1“Come dicevo, il grip al posteriore non è sufficiente. Dobbiamo cambiare qualcosa con le gomme, amico.”
Riccardo Adami: “Ci daremo un’occhiata.”
Lewis Hamilton: “Come siamo messi con i tempi?”
Riccardo Adami: “Mancano 3/4 decimi.”
Lewis Hamilton: “Sta tutto in curva 1, devo fare meglio lì, ma proprio non ci riesco.”

Quando il britannico scende in pista per la seconda parte della qualifica, spera che le cose possano migliorare utilizzando una diversa strategia legata all’attivazione delle mescole. Non è così. Mentre il suo ingegnere di pista gli fornisce candidamente i distacchi sul traffico, Lewis irrompe in radio agitato, zittisce Adami e sottolinea a gran voce sempre lo stesso problema: le gomme.

Lewis Hamilton nella Q2“Non ho grip al posteriore. Per favore, facciamo qualcosa per sistemare il retrotreno perché così non funziona. Non ho la giusta temperatura al posteriore e di riflesso non riesco a raggiungere un grado di aderenza necessario per spingere.”

Il team decide di realizzare un giro di preparazione in più, nel tentativo di arrivare in curva 1 con la temperatura target corretta. Tuttavia non succede nulla. Serviva uno studio a monte della situazione per evitare di presentarsi in qualifica in queste condizioni. Il fatto che l’ex Mercedes non abbia proferito parola dopo l’eliminazione, senza rispondere in radio, la dice lunga sullo stato d’animo sofferto.

Leclerc furibondo per il contatto che lo mette fuori causa

In gara sappiamo bene come è andata a finire per Leclerc. Dopo la Safety Car, nella ripartenza lanciata, Charles viene centrato come un birillo dalla Mercedes di Kimi Antonelli, che a sua volta viene spinto verso l’esterno da Piastri, che arriva in curva 1 come fosse da solo. Il monegasco si trova con il gruppo sospensivo rotto, lo fa notare in radio, per poi imprecare senza aggiungere nient’altro.

Bryan Bozzi: “La Safety Car entrerà in questo giro, modalità race, carica la batteria e dai il massimo. Usa il K2 per la ripartenza.”
Charles Leclerc: “Devo fermare la macchina, la sospensione anteriore sinistra è spaccata. Fan**ooo!”*

Instabilità e sanzione

Lo scontro ravvicinato al via del Gran Premio ha danneggiato il fondo della SF-25 numero 44. Il retrotreno non aveva carico e Lewis ha dovuto guidare sempre al limite, correggendo, specie nel secondo settore, la sua vettura ad ogni singola curva. L’auto era fortemente sovrasterzante e incontrollabile, ma c’era la volontà di non portarsi dietro la penalità a Las Vegas. Per questo l’agonia è durata più del dovuto.

Ad un certo punto l’inglese fa notare con chiarezza la pericolosità della situazione, prima di lamentarsi, ancora una volta, sull’inettitudine della direzione gara che lo ha penalizzato quando era incolpevole. Hamilton resta fortemente basito per la sanzione, definendo assurda la penalità, continuando la sua battaglia verso un metro di giudizio nei suoi confronti sempre errato.

Riccardo Adami: “Hai un buon passo, spingi.”
Lewis Hamilton: “Sto andando al massimo, ma non ho nessun tipo di aderenza. Sento come se la sospensione fosse rotta, non funziona nulla. Se continua così andrò a sbattere da qualche parte. La vettura è inguidabile.”
Riccardo Adami: “Abbiamo 5 secondi di penalità…”
Lewis Hamilton: “Cosa? Questi ragazzi [direzione gara] sono davvero pazzi. È assurdo, è uno scherzo… è stata l’altra vettura che mi ha colpito rompendomi l’ala.”

La fine del calvario per Lewis

Arrivati al 60% della corsa, avendo scontato la penalità, il team italiano decide giustamente di ritirare l’auto. In radio si spendono poche parole al riguardo, con il britannico che si limita a chiedere lumi sulla sanzione comminata dalla FIA, volendo sapere per quale contatto è stato penalizzato. Un weekend che si chiude in amarezza totale, senza dubbio molto peggio di come sia iniziato.

Riccardo Adami: “Raffredda la power unit e torna ai box. Ora possiamo ritirare la macchina. Siamo spiacenti. È stato tutto molto difficile, oggi non era decisamente la nostra giornata, ma ritorneremo più forti la prossima volta.”
Lewis Hamilton: “È tutta colpa della collisione. Per quale contatto sono stato penalizzato?”
Riccardo Adami: “Per il contatto con Colapinto.”

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close