• 5 Dicembre 2025 20:26

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Frodi potenziate dall’IA, la nuova frontiera del rischio digitale

Nov 7, 2025

AGI – Nel 2024, le frodi sui mezzi di pagamento hanno raggiunto in Europa un totale di quasi 1,2 miliardi di euro, di cui 382 milioni legati a manipolazioni. Ma dietro i numeri si nasconde una trasformazione più profonda: la frode è diventata intelligente, adattiva e quasi invisibile.

A dirlo è Anna Ongaro, Country Manager per l’Italia di Sis ID, che invita banche, imprese e autorità pubbliche a “unire le forze” per fronteggiare minacce sempre più sofisticate.

Dal 9 ottobre 2025, l’Unione Europea ha introdotto nuove regole sui bonifici istantanei, rendendo obbligatoria la verifica del beneficiario (Verification of Payee, VoP): un controllo automatico tra nome e IBAN per ridurre il rischio di errori o frodi. Una misura che, secondo Ongaro, “segna un passo avanti importante ma non sufficiente”.

“Le frodi si evolvono più velocemente delle regole”, spiega. “Oggi i truffatori utilizzano la stessa intelligenza artificiale che doveva proteggerci”.

L’IA: alleata e minaccia

Se da un lato l’intelligenza artificiale è diventata un’alleata preziosa per la sicurezza – quasi nove istituti finanziari su dieci la utilizzano per individuare anomalie o comportamenti sospetti – dall’altro è anche lo strumento preferito dai criminali.

Deepfake vocali, falsificazione di IBAN, phishing mirato: l’IA generativa consente di creare falsi ordini di pagamento o imitare la voce di dirigenti aziendali in modo sempre più realistico.

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, solo una banca su quattro si sente pronta a integrare in modo sicuro i modelli generativi nei propri sistemi di protezione. “Il problema non è più adottare l’IA” osserva Ongaro “ma saperla governare, garantendo trasparenza, supervisione e controllo”.

Apprendimento federato: collaborare senza condividere i dati

Una delle soluzioni emergenti è il federated learning, o apprendimento federato, una tecnologia che consente a banche, fintech e imprese di collaborare all’addestramento dei modelli di IA senza scambiarsi dati sensibili.

Ogni attore allena il proprio modello in locale e condivide solo i parametri aggiornati. Il risultato è un modello globale, più robusto e rispettoso del GDPR, capace di individuare schemi di frode che nessun singolo operatore riuscirebbe a vedere da solo.

Questo approccio aumenta la precisione del rilevamento del 20% in media e apre la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione.

Un triangolo di fiducia

Per essere efficace, la lotta alle frodi deve fondarsi su un “triangolo di fiducia”:

le imprese, prime sentinelle sul campo;

le banche, custodi dei flussi finanziari;

le autorità pubbliche, garanti della neutralità e della trasparenza.

La collaborazione, sottolinea Ongaro, deve essere sostenuta da un quadro regolatorio solido. In Europa, questo triangolo è già delineato da tre pilastri normativi: il GDPR, il regolamento DORA sulla resilienza digitale e l’AI Act, che impone un uso etico e tracciabile dell’intelligenza artificiale.

In Francia, il sistema VoP – che verifica automaticamente i beneficiari dei bonifici – è un esempio concreto di questa sinergia tra innovazione e regolamentazione. L’obiettivo è arrivare a una rete europea di segnalazione automatizzata, una piattaforma condivisa sotto supervisione pubblica che connetta in tempo reale i segnali di frode rilevati nei diversi Paesi membri.

Verso una difesa collettiva

“Solo una risposta collettiva e intelligente potrà preservare la fiducia, la risorsa invisibile su cui si regge ogni economia”, conclude Ongaro.
L’intelligenza artificiale ha cambiato il volto della criminalità finanziaria: renderla un’alleata comune, anziché un’arma a doppio taglio, è la sfida che banche, imprese e istituzioni devono affrontare insieme.

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