Il mercato dell’auto è in continuo mutamento, ma allo stesso tempo è anche entrato in uno stato di perenne difficoltà negli ultimi anni. A pesare su tutto il comparto c’è stata la pandemia prima e la transizione ecologica poi. Se le nuove immatricolazioni stentano a decollare, però, il settore dell’usato continua ad avere numeri consistenti. Quest’ultimo è però un mercato più complesso, dove non c’è un costruttore a fare da garante ma solo privati o piccoli concessionari. Tra i pericoli principali per gli acquirenti ci sono il contachilometri falsificato e i danni nascosti.
Su questo tema, carVertical, società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, ha pubblicato uno studio sulla trasparenza del mercato delle auto usate. In una classifica di 25 Paesi, l’Italia si è piazzata al secondo posto, dietro solo al Regno Unito. Un risultato prestigioso che conferma la posizione già ottenuta nel 2024. Bene anche i Paesi vicini: la Svizzera è quarta, la Francia quinta.
I problemi che ancora ci sono in Italia
Nonostante questo risultato positivo, nel nostro Paese permangono problemi legati ai contachilometri truccati. Nell’ultimo anno il 2,9% dei veicoli controllati ha presentato contraffazioni al contachilometri, con una riduzione media di 69.800 km. Su questi dati pesano le importazioni: il 20,6% delle vetture analizzate proveniva dall’estero. Inoltre, l’età media dei veicoli controllati è risultata di 8,8 anni, leggermente superiore agli 8,4 anni del 2024.
È emerso inoltre che il 12,6% dei veicoli in Italia presentava danni registrati, con un valore medio degli incidenti pari a 7.100 euro. CarVertical evidenzia tuttavia la limitata disponibilità di registri storici dei danni nel nostro Paese, che rende difficile per gli acquirenti risalire a eventuali sinistri subiti dalla vettura prescelta (al massimo possiamo affidarci a metodi alternativi).
Al primo posto dei Paesi più trasparenti, come dicevamo, si conferma nuovamente il Regno Unito: solo il 2,3% delle auto aveva il contachilometri manomesso e solo il 17% presentava dei danni registrati. Qui le importazioni sono più contenute rispetto all’Italia (appena il 2,3%), anche perché la guida a sinistra rende più complesso l’interscambio di vetture con gli altri Paesi europei.
Confermati i peggiori e c’è qualche crollo
Nei primi posti della classifica anche la Germania che si piazza alle spalle dell’Italia, mentre da segnalare il crollo verticale della Svezia, che è passata dal 5° al 10° posto. Il Paese scandinavo paga, in particolare, l’aumento delle importazioni e il maggior numero di auto danneggiate. Anche al Portogallo non va meglio, visto che è passato dall’11° al 16° posto. Chi invece può sorridere è la Croazia, che sale dal 15° all’11° posto.
I 5 peggiori Paesi per trasparenza delle auto usate restano invariati rispetto a 1 anno fa. All’ultimo posto, ancora l’Ucraina, seguita da Lettonia, Lituania, Romania ed Estonia. Tutti questi mercati hanno diversi elementi in comune come l’alta percentuale di vetture importante, contachilometri contraffatti e auto con danni precedenti.