• 7 Dicembre 2025 12:28

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Un carneade in finale a Shanghai, Vacherot batte Djokovic e fa la storia

Ott 11, 2025

AGI – Sui campi in cemento della capitale economica della Cina, al ‘Rolex Shanghai Masters’, il carneade monegasco Valentin Vacherot, proveniente dalle qualificazioni e 204esimo del ranking mondiale, è il primo finalista dopo aver eliminato in semifinale il serbo Novak Djokovic, quinto della classifica mondiale e quarta forza del tabellone, con il punteggio di 6-3 6-4. Per Vacherot, che nei Masters 1000 era riuscito a raggiungere solo una volta il secondo round (Montecarlo 2025) e a disputare un solo turno negli Slam, un torneo a Shanghai incredibile: ha battuto avversari del calibro di Bublik, Griekspoor, Rune e oggi Djokovic.

Si può parlare di miracolo sportivo, e certamente è così. Ma ci si può anche interrogare se giocare un torneo di tennis in condizioni climatiche estreme per caldo e umidità non sia un fattore determinante e penalizzante per la qualità del gioco. Si tratta di capacità di adattamento alle condizioni climatiche e resistenza fisica piuttosto che di qualità del gioco o capacità di concentrazione. Per cui, senza nulla togliere all’impresa del monegasco, il fatto che giocatori del livello di Jannik Sinner, Taylor Fritz o Novak Djokovic abbiano avuto problemi – tutti piuttosto seri – deve far riflettere gli organizzatori. Certamente lo faranno i giocatori.

 

 

Shanghai Masters: un torneo da record

In ogni caso il Torneo di Shanghai resterà nella storia perché fa registrare diversi record. Il più interessante è quello del primo finalista di un Masters 1000 proveniente dalle qualificazioniVacherot è il primo a riuscire in questa impresa da quando esistono i Masters 1000 (nel 1999 Chris Woodruff da numero 550 del mondo si fermò in semifinale al Torneo di Indian Wells).

Un affare di famiglia tra i cugini Vacherot e Rinderknech

Altro record, a metà tra la curiosità e il dato statistico, è un ‘fatto di famiglia‘. In semifinale a Shanghai, infatti, sono arrivati due cuginiValentin Vacherot e il francese Arthur Rinderknech, n.54 del mondo, che ha eliminato Zverev e Auger-Aliassime. Non è solo un dato di cronaca originale, ma anche un fatto statistico: i cugini sono i primi tennisti al di fuori della top 50 ad issarsi in semifinale nel torneo cinese e in un Masters 1000 tout court (dopo Parigi-Bercy 2017).

Se Valentin ha compiuto il suo miracolo, adesso tocca al cugino tentare di fare lo stesso cercando di battere il russo Daniil Medvedev, n.18 Atp e 16esima testa di serie, nell’altra semifinale.

Vacherotch a un passo dalla storia

Per ora il giocatore monegasco (primo rappresentante del Principato di Monaco a raggiungere una finale in un torneo Atp) si può godere il suo momento e festeggiare il clamoroso salto in classifica: da numero 204 del mondo sarà virtualmente numero 58 e, a 26 anni, tra un servizio potentissimo e una grande resistenza da fondo campo anche negli scambi lunghi, non è detto che non voglia completare l’impresa per intitolarsi un piccolo capitolo della storia del tennis vincendo un Masters 1000 provenendo dalle qualificazioni.

 

AGI – Sui campi in cemento della capitale economica della Cina, al ‘Rolex Shanghai Masters’, il carneade monegasco Valentin Vacherot, proveniente dalle qualificazioni e 204esimo del ranking mondiale, è il primo finalista dopo aver eliminato in semifinale il serbo Novak Djokovic, quinto della classifica mondiale e quarta forza del tabellone, con il punteggio di 6-3 6-4. Per Vacherot, che nei Masters 1000 era riuscito a raggiungere solo una volta il secondo round (Montecarlo 2025) e a disputare un solo turno negli Slam, un torneo a Shanghai incredibile: ha battuto avversari del calibro di Bublik, Griekspoor, Rune e oggi Djokovic.
Si può parlare di miracolo sportivo, e certamente è così. Ma ci si può anche interrogare se giocare un torneo di tennis in condizioni climatiche estreme per caldo e umidità non sia un fattore determinante e penalizzante per la qualità del gioco. Si tratta di capacità di adattamento alle condizioni climatiche e resistenza fisica piuttosto che di qualità del gioco o capacità di concentrazione. Per cui, senza nulla togliere all’impresa del monegasco, il fatto che giocatori del livello di Jannik Sinner, Taylor Fritz o Novak Djokovic abbiano avuto problemi – tutti piuttosto seri – deve far riflettere gli organizzatori. Certamente lo faranno i giocatori.
 

 
Shanghai Masters: un torneo da record
In ogni caso il Torneo di Shanghai resterà nella storia perché fa registrare diversi record. Il più interessante è quello del primo finalista di un Masters 1000 proveniente dalle qualificazioni: Vacherot è il primo a riuscire in questa impresa da quando esistono i Masters 1000 (nel 1999 Chris Woodruff da numero 550 del mondo si fermò in semifinale al Torneo di Indian Wells).
Un affare di famiglia tra i cugini Vacherot e Rinderknech
Altro record, a metà tra la curiosità e il dato statistico, è un ‘fatto di famiglia’. In semifinale a Shanghai, infatti, sono arrivati due cugini: Valentin Vacherot e il francese Arthur Rinderknech, n.54 del mondo, che ha eliminato Zverev e Auger-Aliassime. Non è solo un dato di cronaca originale, ma anche un fatto statistico: i cugini sono i primi tennisti al di fuori della top 50 ad issarsi in semifinale nel torneo cinese e in un Masters 1000 tout court (dopo Parigi-Bercy 2017).
Se Valentin ha compiuto il suo miracolo, adesso tocca al cugino tentare di fare lo stesso cercando di battere il russo Daniil Medvedev, n.18 Atp e 16esima testa di serie, nell’altra semifinale.
Vacherotch a un passo dalla storia
Per ora il giocatore monegasco (primo rappresentante del Principato di Monaco a raggiungere una finale in un torneo Atp) si può godere il suo momento e festeggiare il clamoroso salto in classifica: da numero 204 del mondo sarà virtualmente numero 58 e, a 26 anni, tra un servizio potentissimo e una grande resistenza da fondo campo anche negli scambi lunghi, non è detto che non voglia completare l’impresa per intitolarsi un piccolo capitolo della storia del tennis vincendo un Masters 1000 provenendo dalle qualificazioni.
 

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