• 6 Dicembre 2025 5:17

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F1 2026, aerodinamica attiva e operazioni automatizzate: cosa cambia in pista

Set 29, 2025

Stagione di F1 2026, una vera e propria rivoluzione tecnica che toccherà ogni aspetto delle monoposto, dall’aerodinamica alla gestione dell’energia. Il regolamento elaborato dalla FIA introduce novità radicali, come le power unit o l’aerodinamica attiva (straight line mode) che in alcune circostanze è automatizzata. A tal proposito, ci sono diverse considerazioni da realizzare per capire come funzioneranno le cose.

Test pre-stagionali: prove cruciali per correggere il tiro

Nei test a porte chiuse programmati a Barcellona dal 26 al 30 gennaio, le diverse scuderie avranno l’opportunità di valutare l’efficacia dell’aerodinamica attiva e delle attivazioni automatiche. L’obiettivo è capire come le monoposto reagiranno in situazioni di guida critica, senza compromettere il ruolo decisionale del pilota. Una sfida mica da ridere, che di fatto cambierà la maniera di interpretare le vetture.

Secondo la Federazione Internazionale, la percentuale di operazioni automatizzate sarà calibrata in modo tale da aiutare la stabilità della vettura, lasciando comunque al pilota la responsabilità di interpretare frenate e curve con la consueta sensibilità. Questo equilibrio tra tecnologia e talento umano sarà essenziale per il successo in pista e per ridurre i rischi di errori nei momenti più delicati.

Una tematica cruciale, in quanto sappiamo che l’organo legislativo, oramai da diverse stagioni, ha puntato giustamente sulla massima sicurezza. Se da un lato queste prove su piste private in Catalunya servono a tenere lontano le critiche della stampa, dall’altro daranno modo al Circus di avere un primo impatto con la nuova Formula 1 lontano dai riflettori, per chiarire da subito i possibili punti nomatici più critici.

Aerodinamica attiva e sfide con la pioggia

Il passaggio continuo tra alto e basso carico, durante un giro, influirà su gestione degli pneumatici, utilizzo dell’energia e scelta relativa alla messa a punto della monoposto. La capacità di adattarsi rapidamente a queste variazioni da parte di piloti e tecnici sarà quindi determinante per il successo. Per questo, analizzare ogni scenario possibile, inclusa la pioggia, diventa un esercizio indispensabile.

La Formula 1 2026 vedrà un’aerodinamica attiva che agirà come una sorta di DRS, esteso sia sull’asse anteriore che al retrotreno. A questo punto il quesito è d’obbligo: che succederà in caso di pioggia, quando il grip verrà meno e l’importanza inerente alla stabilità di carico reciterà un ruolo decisivo? L’attivazione della “straight line mode” per ridurre la resistenza aerodinamica potrebbe compromettere drasticamente la guidabilità.

Un aspetto che non va assolutamente sottovalutato. All’interno dell’attuale corpo normativo, con asfalto bagnato, la direzione gara vieta l’utilizzo dell’ala mobile proprio per questa ragione. Nel futuro regolamento, l’interazione tra aerodinamica attiva e condizioni climatiche diventerà un elemento centrale da gestire. A quanto abbiamo capito dalla nostra intervista esclusiva, la FIA ha già considerato questo scenario.

Alcune attivazioni saranno automatiche per stabilizzare il bilanciamento della monoposto. L’idea è quella di evitare che la complessità tecnica diventi un ostacolo, preservando la capacità di leggere la pista e di esprimere il talento personale. Va ancora compreso in che modo sarà gestita una situazione che, per stessa ammissione di Tombazis, è in divenire, dove le parti stanno discutendo per apportare eventuali modifiche.

Il 2026 non è un banco di prova

Un’altra componente cruciale riguarda le power unit e la gestione dell’energia prodotta dal moto generatore MGU-K. La FIA ha introdotto il sistema “ramp down”, pensato per evitare interruzioni improvvise nell’erogazione di potenza che potrebbero destabilizzare l’auto. Fattore cruciale per armonizzare la gestione energetica con l’aerodinamica attiva, evitando cali di performance o squilibri che potrebbero compromettere la guida.

Al netto di tutte le considerazioni, è importante sottolineare un fatto: la stagione di Formula 1 2026 non deve trasformarsi in un test sul nuovo regolamento che si protrae per gran parte del mondiale. Piloti e ingegneri di ambedue le parti dovranno quindi lavorare assieme per ottimizzare il corpo normativo, ridurre tutti i rischi possibili e altresì massimizzare la competitività delle vetture.

La Federazione Internazionale si dice preparata e, per una volta, rispetto al recente passato, invece di proporre un regolamento e lasciare ai team il compito di adattarsi, ha scelto una strada più aperta sul confronto, per fare in modo che assieme si possa raggiungere l’obiettivo. Buoni propositi che solo i fatti potranno confermare, ovviamente, in quanto pare tutt’altro che semplice rendere efficace questo tipo di approccio.

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