• 6 Dicembre 2025 17:47

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Pirelli: il fallimento della C6 porta a cambi netti nel 2026

Set 26, 2025

Per il prossimo anno, Pirelli punta a una C6 maggiormente performante e aggressiva, con un distacco più netto dalla C5 e un livello di degrado simile a quello attuale. L’obiettivo è raggiungere almeno mezzo secondo di differenza tra le due mescole, per consentire strategie più complesse e variegate. Sì, perché nella stagione in corso, la mescola più morbida risulta insolvente per il compito che doveva svolgere.

Lezioni importanti dal 2025

Quest’anno il compound C6 ha mostrato limiti concreti. La sua estrema morbidezza ha reso difficile ottenere prestazioni consistenti: un solo scivolamento può innalzare rapidamente la temperatura superficiale oltre l’intervallo operativo e compromettere l’aderenza, situazione che porta a una chiara sfiducia del pilota. Per questa semplice ragione, la mescola ultra-morbida è stata utilizzata solo su circuiti meno sollecitati.

La Ferrari ha sempre sofferto nell’utilizzo di questo pneumatico, che non le è mai andato a genio. Senza dubbio, la SF-25 ha molti problemi con le mescole, e la scarsa conoscenza sull’utilizzo di questo pneumatico ha complicato le cose. Per quanto accurato sia il modello matematico della gomma, infatti, risulta sempre un esercizio complesso capire come attivare questa “calzatura” e mantenerla nel giusto range operativo.

Va detto che non è il solo Cavallino Rampante a soffrire questo problema. La stessa Red Bull ha patito parecchio sotto questo profilo. La conferma che parliamo di un insuccesso arriva dalle stesse scelte del gommista italiano, che, sebbene in un primo momento avesse valutato di usare la C6 anche a Singapore e Las Vegas, alla fine ha deciso per un approccio più conservativo.

L’obiettivo iniziale dell’impresa italiana situata nel quartiere della Bicocca era quello di offrire una maggiore varietà strategica, senza obbligare necessariamente i team a realizzare un quantitativo maggiore di soste ai box. Ma la C6, per quanto potenzialmente veloce, non è risultata poi così più rapida della C5, complicando la gestione di strategie multi-stop e rendendo difficile il bilanciamento con la sosta singola.

La frustrazione dei piloti

Questa complessità ha generato inevitabilmente malumori, specie tra alcuni piloti. Uno su tutti, Max Verstappen, che non è affatto entusiasta di questa gomma. L’olandese sostiene che era meglio lasciare la C6 in cantina. Motivo? Questo pneumatico complica assai il compito di trovare riferimenti rispetto alle medie, data la vicinanza prestazionale tra le due mescole in questione.

Grattacapi che, di fatto, si erano già palesati chiaramente in altri round della campagna agonistica 2025, dove questo compound più morbido aveva fatto presenza. Troppa imprevedibilità che ha cambiato le carte in tavola nelle sessioni classificatorie e, di riflesso, ha inciso sulle strategie di gara. L’esperimento non è riuscito, insomma. Col senno di poi, dove siamo tutti più bravi a trovare una soluzione, si poteva attuare una tattica differente.

Aggiungere una copertura alla gamma Pirelli per allargare il range, ma invece di farlo sullo pneumatico più morbido, forse era meglio avere un gradino in più tra le mescole più dure. In questo modo si sarebbe evitato l’overheating e la conseguente mancanza di grip. Il tutto per avere una coerenza maggiore sulle scelte da realizzare nell’arco dell’intero fine settimana di gara.

Cambia la logica dietro la C6

L’idea della mescola più morbida in tracciati cittadini o comunque più complicati a livello di layout era sperimentale. Un progetto di fatto abbandonato, in quanto l’ultima presenza di questa copertura è stata a Baku, nel recente Gran Premio dell’Azerbaijan. I problemi relativi a questa gomma non erano solo inerenti alla velocità delle vetture con un impasto più morbido, che, di fatto, non ha offerto una differenza sostanziale.

Questo tipo di mescola ha reso estremamente difficile gestirla sul giro secco, con chiare mancanze di aderenza all’inizio o alla fine della tornata. Una situazione limitante che ovviamente ha inciso sui riscontri cronometrici. Il gommista italiano non seguirà i consigli di alcuni tecnici di Formula 1, che, come noi, concordano sull’opzione di inserire uno step sulle coperture più dure.

Al contrario, come detto, si continuerà con il medesimo prodotto, ma cambiando la forza prestazionale della mescola più morbida. Un lavoro non facile che Pirelli dovrebbe portare a termine senza problema. Il tutto pensando che il prossimo ciclo normativo avrà così tante variabili, specie nei primi mesi, che la questione gomme, almeno per una volta, sarà meno chiacchierata del solito.

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