Per anni i francesi di Bugatti hanno incarnato il limite assoluto della velocità su strada. Ora, però, lo scettro passa in mano ai cinesi: la Yangwang U9 Extreme, prototipo elettrico del marchio di lusso di Byd, ha toccato l’incredibile soglia di 496,22 km/h sul circuito di Papenburg, in Germania. Il primato, da sempre terreno di scontro tra marchi europei e americani, ora si apre a una nuova potenza che fino a pochi anni fa sembrava outsider.
L’impresa
Il tentativo, affidato al pilota tedesco Marc Basseng, ha trasformato una coupé elettrica in un siluro capace di sfiorare i 500 orari. Sebbene nessun ente indipendente lo abbia ufficialmente riconosciuto, nessuno mai si era spinto a tanto in un test “one way”, cioè in un’unica direzione. In precedenza il primato ufficioso apparteneva alla Bugatti Chiron Super Sport 300+, con i 490,48 km/h segnati nel 2019 sul circuito di Ehra-Lessien, anche lei in una sola direzione.
A seguito dell’exploit, la vicepresidente esecutiva di Byd, Stella Li, ha espresso parole di orgoglio:
“Yangwang è un marchio che non conosce l’impossibile. Solo grazie a questa visione si può arrivare a un veicolo come la U9 Extreme. Esprimo gratitudine al team e ringrazio Marc Basseng per la sua abilità e il contributo tecnico. È fantastico che l’auto di serie più veloce al mondo sia ora elettrica”
Va fatta una distinzione: il record “ufficiale” di velocità media (andata e ritorno) resta ancora nelle mani della SSC Tuatara, che nel 2021 fermò il cronometro a 455,3 km/h, ma dal punto di vista simbolico, vedere un’elettrica superare la Bugatti Chiron in termini di picco massimo è un passaggio epocale, che consacra la U9 Extreme alla posizione di BEV da battere e la candida di prepotenza al titolo ufficioso di vettura stradale più rapida al mondo.
La tecnica
Benché la base di partenza sia la Yangwang U9, già in vendita in Cina dal 2024 con 1.305 cavalli e un prezzo di circa 200.000 euro, la versione Extreme è un’altra creatura. Al posto del già impressionante powertrain della U9, monta, infatti, quattro propulsori a zero emissioni, pronti a girare a 30.000 giri al minuto, per una potenza complessiva che sfiora i 3.000 CV.
A supporto c’è la Blade Battery al litio-ferro-fosfato, portata a 1.200 volt e con una capacità di scarica record, in grado di liberare energia con una rapidità che pochi bolidi possono al momento gestire. Le sospensioni DiSus-X, sviluppate appositamente per la pista, assicurano un assetto specifico, mentre pneumatici semi-slick costruiti su misura assicurano un’aderenza ai confini del mito anche alle velocità folli. Dalla vettura di sviluppo scenderanno 30 esemplari di serie, e l’exploit messo a segno proiettano la U9 Extreme a un futuro da oggetto da collezione, destinato a finire nei garage di pochissimi clienti selezionati.
Che sia ufficiale o meno, il dato inchioda: i 496 km/h messi a segno a Papenburg segnano un prima e un dopo. Per la prima volta è un’auto elettrica, e per la prima volta è un marchio cinese, a infrangere un mito costruito in Europa. D’ora in avanti Bugatti o Koenigsegg non potranno più sottovalutare la Repubblica del Dragone.