• 6 Dicembre 2025 18:31

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GP Olanda, Ferrari spinge per avvicinarsi a McLaren: le novità per Zandvoort

Ago 27, 2025

Un momento chiave per la Rossa. Arriva l’Olanda, round numero 15 della campagna agonistica 2025. Una sfida importante dove Ferrari ha la necessità di capire bene il reale valore dell’ultimo aggiornamento. Raccolta dati e studio del setup per sistemare al meglio la vettura e realizzare un fine settimana all’altezza. Si attende un passo avanti, pertanto, su una pista più difficile di quanto sembri.

Zandvoort: il nodo del setup e la nuova sospensione

Il ritorno in pista dopo la lunga pausa estiva porta con sé un duello complessa per il Cavallino Rampante. Il tracciato Orange, caratterizzato da una sequenza di curve a bassa e media velocità, impone ai team un compromesso tecnico difficile: da un lato serve un livello di carico aerodinamico piuttosto importante, necessario per compensare l’asfalto scivoloso e solitamente non molto gommato.

Dall’altro, occorre trovare la giusta combinazione tra i vari livelli di rigidità meccanica e il comportamento del fondo. Un equilibrio cruciale. Uno dei primi ostacoli sarà quello di limitare il sottosterzo cronico che, già lo scorso anno, aveva messo in seria difficoltà la SF-24 e che, in buona parte, si ripresenta anche sulla vettura 2025. Un aspetto non banale, considerando che il layout non differenzia troppo le velocità di percorrenza tra le curve.

Proprio per tale ragione si riduce la possibilità di “nascondere” i limiti di bilanciamento. L’aspetto determinante per estrarre prestazione dalla monoposto italiana sarà pertanto la messa a punto della SF-25. Ferrari ha recentemente introdotto una sospensione posteriore rivista, già apparsa in Belgio, con parametri di anti-squat e anti-lift modificati. Una soluzione che ha ampliato la finestra di utilizzo, consentendo un migliore controllo dinamico delle altezze da terra.

Serve una base solida

Un “dettaglio” determinante a Zandvoort, dove le sconnessioni dell’asfalto non sono così severe e la costanza relativa alla ride height può garantire un rendimento più efficace del fondo estraendo carico. Inoltre resta la necessità di preservare l’avantreno. In un circuito che tende a penalizzare la rotazione, proteggere le coperture anteriori ed evitare eccessi di sottosterzo sarà il vero banco di prova per gli ingegneri di Maranello.

La storica scuderia italiana pensa di trovare una base solida su cui costruire la sua competitività. Prima della pausa, il Gran Premio d’Ungheria aveva consegnato una Rossa capace di esprimere velocità e consistenza su un tracciato adatto alle sue caratteristiche, ma anche di evidenziare zone d’ombra rimaste in parte “misteriose”. Un segnale che l’auto modenese può ancora alternare giornate brillanti ad altre più complicate.

Il tutto, ovviamente, a seconda delle condizioni del circuito e delle scelte di setup. La tappa in Belgio, con l’introduzione dello schema pull-rod modificato al posteriore, ha rappresentato un passo importante nello sviluppo, ma tuttavia non si è ancora incaricato di fugare tutti i dubbi. I problemi sofferti da Leclerc hanno sviato le indagini. Sarà quindi l’Olanda a fornire risposte più chiare sul livello effettivo della monoposto.

Gomme: il fattore che può cambiare le carte in tavola

Sul fronte pneumatici McLaren potrebbe avere un chiaro vantaggio tecnico. Tuttavia, la recente esperienza di Budapest ha mostrato con Leclerc come la SF-25 riesca a gestire bene le alte temperature, un elemento che potrebbe tornare molto utile anche nei Paesi Bassi, specie se le condizioni ambientali dovessero ripresentarsi in maniera similare a quanto visto di recente.

Se dal punto di vista tecnico l’assetto della monoposto rappresenta una delle chiavi di lettura fondamentali, l’altro parametro decisivo resta la gestione delle mescole. Zandvoort è un tracciato severo con le gomme: pochi rettilinei per raffreddare i compound, un livello di carico aerodinamico elevato e una superficie con scarsa aderenza contribuiscono ad aumentare lo stress termico.

Pirelli conferma quanto detto, etichettando la pista olandese come una delle più esigenti del calendario. Tracciato dove la qualifica assume un valore superiore rispetto ad altri Gran Premi, proprio per la natura stretta e tortuosa della pista. Portare nella corretta temperatura di esercizio i compound all’inizio del giro diventa un compito difficile, e in questo la Ferrari potrebbe incontrare ostacoli.

Già A Budapest si era vista una certa difficoltà nel trovare in maniera immediata la finestra ideale nelle prime curve, mentre nella parte finale del giro (settore tre) si verificava il problema opposto: surriscaldamento. Una dinamica che ovviamente coinvolgerà tutti i team, ma in cui la SF-25 dovrà dimostrare una certa preparazione per far fronte a tute le dinamiche implicate nell’amministrazione delle coperture.

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