“Mi sono convertito all’Islam per amore di mia moglie. E’ una religione di pace e di tolleranza, totalmente contraria al terrorismo”. Alfredo Santamato si è difeso così dinanzi ai giudici del tribunale di Bari chiamati a valutare la richiesta della Dda di applicazione della sorveglianza speciale per terrorismo.
In occasione dell’udienza di convalida il 40enne di Turi si è tagliato la barba “perché – ha spiegato – mi ritengono una persona pericolosa e se posso recuperare dal punto di vista sociale, se può servire a dimostrare che sono disponibile anche a commettere un peccato minore, che è quello di tagliare la barba, pur di riconquistare la fiducia delle persone che mi stanno attorno e pur di ottenere che mi restituiscano i miei figli e la mia famiglia, sono disposto a fare anche altre cose”.
Nei confronti di Alfredo Santamato la Procura di Bari, che ha insistito in udienza con la richiesta di applicazione della sorveglianza speciale per tre anni, ha raccolto frasi scritte soprattutto su Facebook in cui si parlava di martirio e dell’attentato a Berlino come di un semplice incidente stradale. “Quando ho scritto la frase sul martirio – ha spiegato – ero esasperato dalle critiche dei miei colleghi ma non mi riferivo al martirio dell’Isis, che non esiste nella religione islamica”.
Sulla condivisione del commento relativo alla strage di Berlino, il 40enne ha detto di aver “fatto la cortesia a un contatto di Facebook condividendo un suo pos, ma non mi sono reso conto della gravità delle cose che c’erano scritte”. Santamato, che dopo la conversione all’Islam si fa chiamare Muhammad, cita versetti del Corano e di autorità musulmane di condanna agli attentati terroristici. “Ho esagerato e ho sbagliato a dire certe cose – conclude – e ora mi aspetto che tutto questo finisca”. Il tribunale si è riservato di decidere. Nei confronti dell’uomo, in attesa di questa udienza, era già stata applicata una misura di prevenzione di urgenza con ritiro della patente e obbligo di soggiorno.
“La jihad praticata dall’Isis è una pratica criminale e disumana contro innocenti”. “I terroristi possano crepare definitivamente all’inferno”. “Tutti i popoli del mondo devono unirsi per combattere Isis e tutti i musulmani devono unirsi per pregare per i musulmani che soffrono”: sono alcune delle frasi contenute nei post che da qualche giorno Santamato Muhammad ha cominciato a pubblicare su Facebook.
Il provvedimento è dovuto anche ad alcuni post in cui, secondo gli inquirenti, Santamato avrebbe fatto propaganda jihadista esternando “forme di islamismo estremista” e “pratiche oltranziste della sharia, in particolare nei confronti delle donne”. Sulla sua pagina si legge ancora un post, pubblicato lo scorso 21 marzo, in cui è scritto tra l’altro che “la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo”.
Santamato Muhammad ha però cambiato l’immagine del suo profilo Fb, in cui ora è ritratto in tipici abiti arabi ma senza la sua lunga barba. Mentre l’immagine di copertina della sua pagina Facebook è una foto della sua famiglia: sua moglie, due bambine e un bambino sorridenti. In un altro post invece compare accanto alle immagini delle bandiere di Germania, Francia e Inghilterra, pregando che “il terrorismo venga definitivamente distrutto”.
“Che
tutti gli esseri umani innocenti – scrive – vittime degli attacchi terroristici condotti da uomini efferati e malvagi (Isis), possano raggiungere il paradiso, e che i terroristi possano crepare definitivamente all’inferno”. Nei suoi post Santamato ora invita a “fare attenzione alla propaganda ingannevole dei media del terzo mondo”, e fa appelli alla “pace fra i popoli”, alla “cooperazione in opere di bene”, e allo “scambio positivo di culture”.