• 6 Dicembre 2025 11:51

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Ferrari F40 LM, asta record: venduta a 11 milioni

Ago 26, 2025

Monterey, agosto: l’aria satura di benzina e champagne scivola sulle scogliere californiane mentre le luci si accendono sui concorsi d’eleganza e sulle aste dove il denaro corre più veloce dei motori. Al centro della scena una Ferrari F40 LM, versione da combattimento della supercar simbolo di Maranello, pronta a trasformare il silenzio della sala in attesa elettrica prima che il martelletto scenda e scriva una cifra destinata a entrare nella leggenda.

Il tempio mondiale delle auto da sogno

La Monterey Car Week rappresenta il vertice mondiale per chi vive di auto d’epoca e supercar da collezione. In pochi giorni si concentrano concorsi d’eleganza come il leggendario Pebble Beach, raduni di modelli storici, presentazioni private e soprattutto aste dove l’ossessione per il mito su quattro ruote si trasforma in numeri da capogiro. Qui non cambiano mano semplici vetture: ogni telaio è un frammento di epoca, un feticcio meccanico carico di storie, vittorie, fallimenti, sogni.

Negli ultimi anni la California ha visto passare record assoluti come la Ferrari 250 GTO del 1962 battuta a 48 milioni di dollari, cifre che hanno spostato in alto l’asticella del collezionismo globale. Dentro questo ecosistema di denaro e memoria la F40 LM si colloca come predatrice rara, capace di catalizzare rilanci milionari e di spostare l’attenzione su Maranello con una forza che poche macchine ancora esercitano.

Nata nel 1987 per celebrare i quarant’anni di Ferrari, la F40 stradale segnò l’apice di un’epoca in cui velocità, rischio e ingegneria estrema si incontravano senza filtri, diventando subito un’icona. Da quella base già brutale prese forma la F40 LM, creata da Michelotto Automobili per portare il mito sulle piste internazionali con un livello tecnico e agonistico che superava ogni standard dell’epoca.

Costruita in appena diciannove esemplari, ognuno assemblato con una cura quasi artigianale, la versione LM nacque per correre nelle serie come l’IMSA americana e il campionato GT, trasformando la silhouette filante disegnata da Pininfarina in un’arma aerodinamica da competizione. L’esemplare arrivato alla Monterey Car Week porta il numero di telaio 97904, dettaglio che nel mondo del collezionismo equivale a una firma indelebile, e in un mercato dove la rarità detta le regole questo dettaglio contribuisce ad accendere una guerra di rilanci sotto i riflettori.

Il pedigree che accende la caccia dei collezionisti

Sotto la pelle in fibra di carbonio e Kevlar la F40 LM cela un V8 biturbo da 2,9 litri nella versione GTC, un motore che non perdona errori e chiede al pilota freddezza e mano chirurgica per domare i 760 cavalli scaricati a terra attraverso un cambio manuale costruito dedicato alla pista. Rispetto alla F40 stradale tutto si alza di livello: turbocompressori maggiorati spingono aria verso intercooler più grandi, la pressione di sovralimentazione cresce, l’elettronica del motore abbandona le logiche di serie e si avvicina a quelle dei prototipi, mentre lo scarico libera suono e potenza senza dover rispettare le regole della circolazione civile.

Anche l’aerodinamica si trasforma in scienza pura: splitter anteriore regolabile, fondo piatto, prese d’aria aggiuntive e un alettone posteriore a corda larga capace di schiacciare la vettura in ingresso curva lavorano insieme a sospensioni irrigidite e regolabili, freni potenziati, serbatoio FT3 e impianto antincendio, un insieme progettato per reggere ore di gara senza cali di prestazione e margini di errore minimi. Con 1.050 kg di peso totale, 200 in meno rispetto alla F40 standard, il rapporto peso-potenza assume proporzioni feroci e l’abitacolo, ridotto all’osso con gabbia di sicurezza integrale e sedili a guscio, trasforma il mito degli anni Ottanta in un mostro raro.

Motore, aerodinamica e potenza da gara

La F40 nata per la strada rappresentava l’ultima Ferrari voluta da Enzo in persona, già brutale e priva di filtri elettronici, ma pur sempre destinata a un cliente che la guidava fuori dai circuiti, mentre la LM abbatte residui di compromesso: potenza portata a 760 cavalli contro i 478 originali, peso ridotto di oltre 200 kg, aerodinamica trasformata in scienza applicata con appendici regolabili, sospensioni racing e freni derivati dalle competizioni GT. Dentro, l’abitacolosi riduce a strumentazione essenziale, roll-bar e sedili a guscio.

Nel 2009 questa F40 LM ha ottenuto la certificazione Ferrari Classiche, il sigillo che nel mondo del collezionismo separa le leggende dalle semplici vetture d’epoca. Il processo verifica la corrispondenza esatta tra numero di telaio, motore, cambio e carrozzeria, escludendo modifiche non autorizzate e restauri approssimativi, rendendo il valore di un esemplare inattaccabile. Per un’asta come Monterey, dove i milioni scorrono a colpi di martelletto, questa certificazione rappresenta la vera arma segreta.

L’asta parte con la stima ufficiale compresa tra 8,5 e 9,5 milioni di dollari e porta subito a una battaglia di rilanci che corrono veloci, collegando la California a compratori sparsi tra Europa, Medio Oriente e Stati Uniti, ciascuno deciso a non mollare l’occasione di possedere l’esemplare più estremo della stirpe F40. I battitori martellano il ritmo, le cifre salgono a scatti regolari, la tensione cresce, e dopo venti minuti il colpo finale segna quota 11 milioni di dollari, cifra che consegna alla storia il telaio 97904 come terza vendita assoluta della serata, superata soltanto da due Ferrari da primato.

Il mito oltre il prezzo

Il valore raggiunto dalla F40 LM non appartiene soltanto al mondo delle aste, perché questa belva su strada porta con sé l’eco di un’epoca in cui Maranello incarnava una filosofia di velocità estrema, bellezza funzionale e ingegneria priva di compromessi. I rilanci in sala sono stati alimentati dall’opportunità possedere un frammento di storia, unione della leggenda di Enzo Ferrari, della maestria di Michelotto e dell’immaginario collettivo degli anni Ottanta, fatto di poster nelle camerette e di sogni alimentati da riviste e VHS consumati fino alla pellicola.

Per i collezionisti la F40 LM costituisce un punto fondamentale nell’evoluzione del Cavallino Rampante, perciò, quando le luci della Monterey Car Week si è spenta e i camion hanno chiuso i portelloni sulle supercar appena battute, la F40 LM numero 97904 ha lasciato la scena nello stesso modo di una diva impossibile da ignorare, emanando un’aura da leggenda, pronta a riposare in un caveau privato fino alla prossima volta in cui il mondo ricorderà che certe meraviglie di bulloni e metallo trascendono mode passeggere e periodi storici.

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