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Foglio rosa, quante volte si può rifare l’esame e cosa succede se scade

Ago 24, 2025

Quando si supera l’esame di teoria per conseguire la patente, il passo successivo è l’ottenimento del foglio rosa. Prima del 2021 la sua validità era limitata a sei mesi e il numero di prove disponibili erano due.

Con la riforma entrata in vigore il 10 novembre 2021, l’allora Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha scelto di estendere a 12 mesi la durata del foglio rosa e di aumentare a tre le possibilità di sostenere l’esame pratico all’interno dello stesso periodo. Di conseguenza il percorso è stato reso più flessibile e meno ansiogeno con lo scopo di consentire agli allievi di dosare meglio gli sforzi, prendersi più tempo per assimilare le lezioni di guida e presentarsi all’esame con maggiore sicurezza.

La scelta politica di allungare i tempi ha risposto anche all’esigenza di ridurre le pressioni su Motorizzazioni civile e autoscuole alle prese con intasamenti nelle agende degli esami.

I tempi da rispettare tra un tentativo e l’altro

Non basta avere il foglio rosa in mano per presentarsi subito in sede d’esame. La normativa stabilisce che il primo tentativo non possa avvenire prima che sia trascorso un mese dalla data di rilascio del documento. Questo arco temporale iniziale consente al candidato di maturare esperienza alla guida ovvero di accumulare ore di esercitazione con istruttori o accompagnatori esperti per affrontare l’esame con maggiore sicurezza.

Nel caso in cui la prova non vada a buon fine serve poi rispettare una finestra di almeno trenta giorni prima di poterci riprovare. Si tratta di una pausa obbligata che ha lo scopo di evitare tentativi ripetuti in rapida successione che rischierebbero di trasformare l’esame in un gioco di fortuna anziché in un test delle competenze acquisite.

Anche le assenze non sono senza conseguenze: chi non si presenta all’appuntamento fissato deve attendere almeno 13 giorni prima di ricevere una nuova convocazione, deterrente per scoraggiare atteggiamenti superficiali.

Una seconda possibilità, ma non illimitata

Il percorso per ottenere la patente si articola quindi su due chance. La prima è quella legata al foglio rosa originario, valido 12 mesi e con tre tentativi disponibili. La seconda si apre grazie al riporto che offre un nuovo anno e altre tre prove, ma che deve essere richiesto nei tempi stabiliti. In tutto il candidato può dunque contare su un massimo di due anni e sei tentativi per portare a termine la pratica, prima che l’obbligo di rifare la teoria diventi inevitabile.

Questo schema consente di conciliare il diritto allo studio e all’apprendimento con l’esigenza di responsabilizzare l’aspirante conducente e spingerlo a impegnarsi nella preparazione. In altre parole, la seconda possibilità c’è, ma non è illimitata: chi la spreca deve accettare di ricominciare da capo.

Cosa accade quando il foglio rosa scade

Può accadere, per ragioni personali, professionali o persino per problemi di salute, che i 12 mesi di validità del foglio rosa giungano a termine senza che il candidato sia riuscito a superare l’esame di guida. In altri casi, si arriva alla scadenza perché i tre tentativi sono stati esauriti, tutti con esito negativo. In entrambe le situazioni il percorso non è automaticamente compromesso perché la normativa prevede il cosiddetto riporto dell’esame di teoria.

Questo istituto consente di salvaguardare il risultato già raggiunto con il superamento dei quiz così da evitare che il candidato debba ricominciare l’iter da capo. In buona sostanza il candidato può ottenere un nuovo foglio rosa senza ripetere l’esame teorico, a condizione che faccia richiesta entro due mesi dalla scadenza del precedente documento o dalla terza bocciatura.

Come funziona il riporto dell’esame di teoria

Il meccanismo del riporto non è automatico: per attivarlo occorre rivolgersi alla Motorizzazione civile in cui si era sostenuto l’esame di teoria. La procedura prevede la compilazione del modulo TT2112, il versamento dei bollettini postali e la verifica della validità del certificato medico già depositato. Se quest’ultimo è scaduto bisogna produrne uno nuovo, ma in assenza di questa condizione non occorre ripetere la visita.

Una volta completata la pratica viene emesso un nuovo foglio rosa della durata di 12 mesi che offre altri tre tentativi per conseguire la patente. Questo secondo documento funziona a tutti gli effetti come il primo e garantisce al candidato una seconda possibilità piena, con le stesse regole di intervalli e limiti. Di fatto il riporto è un prolungamento del percorso formativo e non costringe il candidato a sostenere di nuovo la parte teorica già superata.

Il limite invalicabile del riporto

La normativa pone un limite chiaro per evitare che la possibilità di prolungare il percorso diventi un escamotage per rimandare all’infinito il momento della verità. Il riporto dell’esame di teoria è infatti concesso una sola volta. Se anche dopo aver usufruito del nuovo foglio rosa il candidato non riesce a conseguire la patente, non resta altra strada che ricominciare da zero, sostenendo di nuovo i quiz e ripartendo con tutti i passaggi burocratici e amministrativi.

Questa soglia è stata introdotta per mantenere equilibrio tra flessibilità e serietà dell’iter formativo: da un lato si tutela chi incontra difficoltà temporanee o chi ha bisogno di più tempo per affinare le proprie abilità, dall’altro si evita che il foglio rosa diventi uno strumento per procrastinare indefinitamente l’acquisizione della competenza della guida.

Differenze rispetto al passato

Il confronto con il regime precedente rende evidente l’impatto della riforma. Con il vecchio sistema, chi falliva due prove in sei mesi era costretto a ricominciare tutto daccapo, affrontare i quiz di teoria e ripetere l’iter burocratico.

Le autoscuole hanno accolto positivamente la modifica in termini di una migliore programmazione delle lezioni di guida, mentre gli uffici della Motorizzazione civile hanno registrato una riduzione del numero di pratiche ripetute con un alleggerimento del carico amministrativo. Dal punto di vista dei candidati, l’effetto più evidente è stato la diminuzione della pressione che in alcuni casi è compromettente della performance durante la prova.

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