Con un’operazione scattata in Italia e in Svizzera, la Dia di Napoli mette sotto sequestro ristoranti, società e beni ritenuti riconducibili ai fratelli Bruno, Salvatore e Assunta Potenza, imprenditori del quartiere Santa Lucia e figli dello storico contrabbandiere di sigarette Mario detto ‘o chiacchierone.
Gli investigatori guidati dal primo dirigente Giuseppe Linares hanno eseguito il provvedimento disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli (presidente Giovanna Ceppaluni, giudici a latere Alessandra Consiglio e Michele Mazzeo). Nel mirinom beni per complessivi venti milioni di euro tra Volla, Napoli e Milano.
Il provvedimento riguarda fra gli altri il noto ristorante “Donna Sophia dal 1931” che si trova in centro a Milano e la sala ricevimenti già nota come “Villa delle
Ninfe” a Pozzuoli.Le indagini si sono estese in Svizzera attraverso una rogatoria internazionale che ha riguardato ingenti somme di denaro che la famiglia Potenza, secondo l’accusa, aveva messo al sicuro presso l’istituto di credito Bsi Bank di Lugano. I sigilli sono stati apposti inoltre a 24 fra terreni e appartamenti e a 6 società. Il tribunale ha firmato tre diversi decreti di sequestro che ora la difesa potrà impugnare nelle sedi competenti.