C’è chi parcheggia il proprio sogno a quattro ruote nel garage, dopo aver tanto lottato per averlo, e chi lo porta in casa. In un gesto che sfida la logica, la funzione e forse anche la gravità, un collezionista ha deciso di usare una Pagani Zonda R, una delle sole 15 esistenti al mondo, come elemento architettonico nel proprio appartamento. Non come decorazione o come ricordo, ma come divisorio strutturale: una parete che respira carbonio, titanio e l’aura di una leggenda della Motor Valley.
Quando l’auto diventa arte
La Pagani Zonda R non è un’auto banale, ma l’anello di congiunzione tra la scienza e l’arte intesa come bellezza, tra il vento che scorre e la benzina che brucia dentro al motore a scoppio. Pensata per la pista, la Zonda R rilascia una sinfonia speciale grazie al motore V12 da oltre 750 CV che si trova in posizione centrale, come vuole la tradizione delle supercar. Costruita a mano in soli quindici esemplari, ognuno possiede un valore che supera agevolmente i 3 milioni di euro.
Per questo collezionista tutto ciò non era abbastanza. Perché mentre se molti avrebbero nascosto la vettura in un garage blindato come un caveau o l’avrebbero accompagnata in un concorso d’eleganza, lui ha deciso di darle un ruolo nella quotidianità, integrandola nel cuore della sua abitazione, come si fa con un mobile.
L’operazione: un’impresa ingegneristica
Far entrare una Zonda R in un appartamento non è così facile. È una sfida tecnica e logistica. L’operazione è avvenuta all’interno di un complesso residenziale di lusso, in un contesto dove la normalità si misura in metri quadri con vista e materiali pregiati. Tuttavia, anche se parliamo di un contesto fuori dalla norma, portare una hypercar in un piano elevato non è uno scherzo.
Una gru speciale ha sollevato la vettura, che è stata calata e inserita all’interno della residenza con precisione millimetrica. Nessun dettaglio è stato lasciato al caso: l’auto è stata ancorata a un basamento strutturale, studiato per sostenerne il peso e valorizzarne le linee. Il risultato finale è una parete divisoria tra zona giorno e notte, in cui la Pagani Zonda R appare come una scultura sospesa nel tempo e, soprattutto, nello spazio.
Status symbol o provocazione?
Cosa spinge qualcuno a trasformare una hypercar da pista in un oggetto d’arredo? Il gesto è al tempo stesso una celebrazione e una provocazione. Da un lato, eleva l’automobile al rango di arte funzionale, come se fosse una scultura di Richard Serra o un mobile firmato Zaha Hadid. Dall’altro, pone una luce sul concetto stesso di lusso e di possesso, ma anche di spazio.
Qui l’auto non è più mezzo, ma fine. Non può correre e ruggire, ma comunque esiste. Come un’opera che racconta una storia di ingegneria estrema, di bellezza ossessiva e di italianità spinta fino al limite. La Zonda R, così esposta, non è più un’auto: è un manifesto di bellezza.
Dunque, non si tratta di banale ostentazione. Si parla di riplasmare l’identità di un ambiente con ciò che si ama. Come un pianista che incastona il suo Steinway nel pavimento, come un pittore che dorme sotto una tela di Rothko. Qui, abbiamo un amante dei motori che ha deciso di abitare accanto a un simbolo di velocità eterna e di goderselo ogni giorno, in un modo diverso e più eccentrico del solito.