In un mondo dove le auto d’epoca vengono idolatrate, lucidate, coccolate e portate ai raduni come trofei, fa quasi strano pensare che alcune finiscano dimenticate sotto uno strato di polvere e rassegnazione. Eppure, succede più di quanto oseremmo immaginare. Un esempio arriva da Sacile, tranquilla località friulana dove, nel parcheggio dell’ospedale, da oltre due anni giace una Mercedes 190 bianca, immobile e abbandonata. La notizia è rimbalzata sulle pagine de Il Gazzettino, che ha provato a vederci chiaro sul piccolo mistero a quattro ruote.
Inglobata da un cantiere
La scena, a volerla raccontare, ha del surreale: il cantiere sorto nel frattempo intorno al nosocomio ha inglobato la vettura, quasi la Mercedes fosse diventata parte integrante della struttura, un pezzo di archeologia automobilistica imprigionato nel cemento. Ma a chi appartiene il cimelio tedesco, costruito a cavallo tra gli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta? Secondo quanto emerso, il proprietario originario è deceduto, e gli eventuali eredi non sembrano interessati alla macchina, lasciandola in una sorta di limbo legale e fisico.
Fiutata l’occasione, un appassionato di mezzi storici ha manifestato interesse per quella Mercedes. Seppur anziana, il veicolo porta la firma di Bruno Sacco, il geniale designer italiano scomparso lo scorso anno, che ha plasmato l’identità visiva della Casa di Stoccarda lungo i decenni. Se solo bastasse volerla l’uomo misterioso gli avrebbe già riservato un angolo speciale del garage personale; purtroppo per lui, però, da legge la 190 spetta agli eredi fino al settimo grado, quindi gli interessati devono avere la pazienza (e la fortuna) di rintracciarli tutti, convincerli e ottenere il via libera ufficiale. Un’impresa più da investigatore privato, ch collezionista.
Qualcuno si è fatto avanti dicendosi disposto a farsi carico della rimozione, dell’immatricolazione e dei costi; tuttavia, non è chiaro se la pratica si stia sbloccando o se sia finita nel cassetto insieme a tante altre vicende italiane sospese tra burocrazia e abbandono. E se non si muove nulla? In quel caso, la Mercedes diventerà proprietà dello Stato, con due possibili scenari: o andrà all’asta, oppure verrà rottamata.
Un mito da riabilitare
Dal 1982 al 1993 la Mercedes 190 è uscita in quasi due milioni di esemplari, il primo passo del costruttore nel segmento C, simbolo di eleganza sobria, solidità ingegneristica e design senza tempo. Lasciarne svanire una in un parcheggio invaso da ruspe e transenne è quasi un sacrilegio per gli amanti delle auto con un’anima. E non è un caso isolato: nel mondo ci sono Aston Martin, Ferrari, Jaguar e Porsche lasciate a marcire in box dimenticati o parcheggi sotterranei, anch’esse citate da diversi utenti online.
Storie in apparenza assurde, eppure vere, frutto di disinteresse, morte improvvisa o caos ereditario. Ogni macchina racconta qualcosa e quando viene abbandonata, una parte della magia rischia di spezzarsi. La speranza? Che qualcuno, magari l’appassionato di Sacile, riesca davvero a riportare la Mercedes agli antichi fasti del passato: anche se oggi è solo un rottame tra le impalcature, quella 190 porta dentro un pezzo di storia del design italiano e dell’ingegneria tedesca. E non merita di finire nell’oblio.