Ogni volta che Tim Neil metteva il muso della sua creatura fuori dal garage, finiva sempre allo stesso modo: luci blu, sirene e agenti che si avvicinavano con passo diffidente. Una scena ripetuta come un disco rotto, in cui l’auto da corsa – o così sembrava – diventava bersaglio di sospetti e controlli. Eppure, l’auto di Tim non è un prototipo sfuggito a una sessione di test privati, né un veicolo illegale assemblato con pezzi di fortuna in una notte d’estate. No. La Nemesis R1, come orgogliosamente la chiama, è omologata per circolare su strada. Lo è davvero. E per ribadirlo, Tim ha avuto un’idea geniale quanto beffarda: una targa personalizzata che recita “ITSLEGAL”, “È legale”. Un messaggio chiaro, secco, quasi provocatorio. È tutto in regola, lor signori.
Siamo in Canada
La scena si svolge a Ottawa, Canada, ma potrebbe tranquillamente appartenere a una serie Netflix sull’ingegneria fai-da-te portata all’estremo. Tim Neil non è un ingegnere della McLaren né un ex progettista Red Bull: è un artigiano, un appassionato, un moderno Prometeo dell’automotive che ha dato forma alla sua visione di velocità legale. La Nemesis R1 è il risultato di anni di lavoro maniacale, notti insonni e infinite revisioni su CAD. È una monoposto con cockpit centrale in pieno stile Formula 1, linee taglienti come bisturi e una presenza scenica che farebbe impallidire anche una Bugatti.
La somiglianza con le auto da pista non è un caso: ogni dettaglio, ogni soluzione, ogni aletta aerodinamica ha una funzione. Tuttavia, a differenza dei bolidi che sfrecciano tra le barriere di un circuito, la Nemesis R1 ha anche specchietti, frecce e luci di posizione. E, come evidenziato, ha una targa. Requisito minimo, ma indispensabile, per calcare l’asfalto civile.
La famosa targa
È qui che la provocazione di Tim diventa simbolica. Perché “ITSLEGAL” non è solo un motto ma anche una rivendicazione: quella che la passione, la tecnica e la legalità possono coesistere. Una risposta diretta a chi associa estetica estrema a illegalità automatica. Come se la bellezza dovesse per forza essere sospetta, e l’audacia tecnica punibile.
Eppure, la Nemesis non è né la più veloce né la più potente. Là fuori ci sono supercar da oltre 2.000 cavalli, come la Rimac Nevera R, battezzata la regina della velocità, ma poche riescono a scuotere l’immaginario collettivo come questa piccola meraviglia nordamericana. Perché la Nemesis non viene da uno stabilimento ipertecnologico con migliaia di dipendenti. Deriva da un uomo solo, armato di passione e di pazienza, che ha deciso di non piegarsi né ai limiti estetici imposti dal mercato né ai pregiudizi della strada.
Una legislazione più permissiva
Certo, tutto questo è stato possibile anche grazie alla legislazione di quel lato del mondo, molto più permissiva rispetto ai criteri europei in fatto di omologazione. Negli Stati Uniti (e in parte in Canada), un veicolo può essere registrato anche se è costruito artigianalmente, a patto che rispetti determinati requisiti minimi di sicurezza. Tim, però, ha fatto molto di più. Non si è accontentato di rientrare nei limiti: li ha trasformati in un’opera d’arte.
E così, mentre molti si accontentano di sognare a occhi aperti sfogliando listini o guardando video su YouTube, lui ha costruito il sogno. E oggi, quel desiderio sfreccia tra le strade canadesi con una targa che è il suo manifesto: “ITSLEGAL”.