• 7 Dicembre 2025 4:27

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Patente revocata, differenze con la sospensione, tempi e ricorsi

Lug 14, 2025

Quando si parla di revoca della patente non bisogna commettere l’errore di confonderla con la sospensione. La distinzione tra le due misure è netta sia sul piano giuridico sia su quello pratico. La sospensione è un provvedimento temporaneo che priva il conducente del diritto di guidare per un periodo limitato, variabile a seconda della gravità della violazione commessa.

La revoca è una misura più drastica: la patente viene annullata e cancellata dal sistema della Motorizzazione civile. Significa che per tornare a guidare è necessario ripartire da zero ovvero affrontare di nuovo l’iter per conseguire il titolo di guida.

Quando scatta la revoca della patente

Il Codice della Strada prevede che la revoca sia disposta nei confronti di chi si rende responsabile di gravi infrazioni, come la guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico molto elevato, l’abbandono del luogo di un incidente con feriti, la guida sotto l’effetto di stupefacenti o la recidiva per eccesso di velocità oltre i 60 km/h entro due anni.

Non si tratta di un semplice ritiro precauzionale, ma di una vera e propria cancellazione del diritto a condurre veicoli, decisa dalle autorità in via definitiva, salvo nuova autorizzazione dopo almeno due anni.

Quando la patente viene revocata, il conducente non può presentare nuova domanda di conseguimento del titolo prima che sia trascorso un determinato lasso di tempo. In genere, il periodo minimo è di due anni, ma in alcune situazioni più gravi, come la guida in stato alterato con recidiva, si può arrivare fino a tre anni. Durante questo periodo l’automobilista è escluso dalla possibilità di condurre veicoli a motore su suolo pubblico e dovrà dimostrare, al momento della nuova richiesta, di possedere tutti i requisiti psicofisici e morali necessari.

Oltre alle spese mediche e legali, chi subisce la revoca della patente deve sostenere costi aggiuntivi, come quelli per l’iscrizione alla scuola guida, tariffe per esami nuovi, visite mediche e individuazione di nuovo soluzioni per il trasporto tra quello pubblico, i taxi o il noleggio a breve termine, ad esempio.

Il caso particolare, la revoca per motivi di salute

Ci sono situazioni in cui la patente viene revocata per motivi medici. Ad esempio, un peggioramento improvviso delle condizioni visive o neurologiche può portare il medico a dichiarare il conducente non più idoneo alla guida. In questo caso è la commissione medica locale a deliberare la revoca che può essere temporanea o definitiva.

Se le condizioni migliorano o vengono certificate nuove compatibilità con la guida l’automobilista può richiedere di nuovo la patente con visita specialistica e valutazione della commissione.

La patente a punti e la revoca automatica

La revoca automatica può scattare anche a causa dell’azzeramento dei punti della patente, quando si perde tutto il saldo per infrazioni gravi e ripetute. In questo scenario la revoca è automatica e senza un evento singolo, ma basata sul cumulo di violazioni come eccessi di velocità, guida in stato di ebbrezza o uso del cellulare.

Reati e sanzioni legati alla guida con patente revocata

Chi guida un veicolo pur avendo la patente revocata commette un reato. Oltre alla multa fino a 30.000 euro, le sanzioni previste sono pesanti comprendono anche il fermo amministrativo del mezzo o, nei casi più gravi, l’arresto fino a un anno.

Si tratta di una violazione penalmente rilevante che viene iscritta nel casellario giudiziale e che può avere conseguenze anche sul piano civile e lavorativo. Non è più un semplice illecito amministrativo, ma un’infrazione che coinvolge l’ordinamento penale.

Se la revoca è ritenuta illegittima o sproporzionata, l’automobilista può presentare ricorso al giudice di pace entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento. In alcune situazioni è ammesso il ricorso al Tar se si contesta la legittimità dell’atto amministrativo. I motivi per cui si può fare ricorso sono vizi di forma, mancanza di prove, errore nell’accertamento o sopraggiunti elementi che dimostrino la non pericolosità del conducente. In ogni caso il giudizio di revoca da parte delle autorità non è facilmente ribaltabile, soprattutto in presenza di accertamenti oggettivi e referti medici.

Sospensione della patente, punizione meno severa

Diversamente dalla revoca, la sospensione si applica in molteplici casi, tra cui la guida pericolosa, l’utilizzo del cellulare senza vivavoce o il mancato rispetto delle precedenze. Si tratta di una misura amministrativa disposta dal prefetto, che stabilisce un periodo durante il quale il titolare della patente non può mettersi alla guida.

Una volta terminata la sospensione, il documento può essere restituito senza necessità di sostenere nuovi esami, a meno che non vi siano particolari condizioni legate a salute o ripetute infrazioni.

Differenze procedurali, come si avviano revoca e sospensione

La sospensione viene comunicata tramite ordinanza del prefetto e può essere subito contestata con un ricorso con reali possibilità di sospensione dell’efficacia. La revoca è in genere l’esito di una sentenza o di un procedimento amministrativo più complesso e una volta disposta entra in vigore con effetto immediato, salvo sospensiva giudiziale.

Tutti e due i provvedimenti sono notificati a mezzo raccomandata o Pec e i termini di decorrenza iniziano dal momento della ricezione.

Il Prefetto ricopre quindi un ruolo decisivo nei casi di sospensione mentre la revoca può essere disposta sia da autorità amministrative (in caso di inidoneità) sia da un giudice in sede penale.

In casi di forte recidività o pericolosità accertata, la prefettura può emettere una revoca cautelare prima della definitiva. Si tratta di una misura temporanea legata a comportamenti per i quali è aperto un procedimento penale o amministrativo e che può evolvere in revoca definitiva se confermata dalle autorità giudiziarie.

Riottenere la patente dopo la revoca, un nuovo inizio

Dopo il termine minimo previsto dalla legge, chi ha subito la revoca può tornare a conseguire la patente, ma non è un automatismo. Serve dimostrare di avere di nuovo i requisiti psicofisici, affrontare una nuova visita medica davanti a una commissione sanitaria locale e superare esami teorici e pratici. Il nuovo percorso deve essere intrapreso come se fosse la prima volta, con iscrizione alla scuola guida e superamento di tutte le prove previste.

Quando la revoca dipende da una inidoneità psicofisica, il percorso per il recupero richiede un processo visite con specialisti, test psicomotori e valutazioni psichiatriche. La commissione medica locale impone miglioramenti certificati da un periodo di tempo prima di riconfermare l’idoneità, soprattutto per chi ha sofferto di patologie neurologiche o disturbi della vista.

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