L’apertura dell’outlet di Serravalle nel giorno di Pasqua sempre pi motivo di divisione. Oggi l’ultimo a schierarsi contro questa ipotesi l’Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana.
Pochi giorni fa i lavoratori dell’outlet di Serravalle Scrivia (Alessandria) hanno annunciato che scenderanno in sciopero sabato 15 e domenica 16 aprile, per protestare contro l’apertura straordinaria prevista per i giorni di Pasqua e Santo Stefano (passando da 361 a 363 giorni di apertura all’anno), decisa dalla direzione del centro commerciale. Gioved sera si svolta un’assemblea alla quale ha partecipato la leader della Cgil, Susanna Camusso.
Lavoratori e sindacati denunciano le condizioni cui sono sottoposte le donne, le ragazze, gli uomini dell’outlet: orari di lavoro massacranti, contratti modesti, rapporti di lavoro precari, festivi non sempre pagati.
Giornata piena per il turismo
L’intento sarebbe quello di sostenere l’economia del territorio: Durante le festivit – spiega in una nota la propriet dell’outlet – il flusso di visitatori italiani e stranieri nel bacino di Serravalle aumenta sensibilmente, anche grazie al fatto che il Centro diventato una destinazione turistica a tutti gli effetti con il desiderio di offrire ai turisti un’esperienza aggiuntiva oltre a quella culturale, che nei giorni di vacanza molto apprezzata e fruita. La nota ribadisce che il tutto viene attuato nel rispetto della normativa in materia ed entro la cornice di liberalizzazione del cosiddetto Salva Italia e che la scelta di Serravalle Designer Outlet di rimanere aperto il giorno di Pasqua assolutamente allineata a quelle di altri centri della zona. In questo modo, i giorni di apertura annuali passeranno da 361 a 363, quasi un record. Un primato, per, che ha trovato la pi netta opposizione da parte dei lavoratori (oltre duemila in totale, di cui quattrocento inseriti negli ultimi mesi): per la prima volta, a circa vent’anni dalla fondazione, l’outlet rischia di vivere un vero e proprio sciopero, anche se le modalit e le condizioni devono ancora essere definite.
L’Avvenire contro l’apertura
Sulla vicenda intervenuto oggi anche l’Avvenire, quotidiano della Cei, schierandosi contro l’apertura: Se per difendere identit, fede, libert dell’uomo occorre scioperare – scrive oggi Francesco Riccardi – allora noi stiamo con i lavoratori che sciopereranno; se per farlo occorre dire un “no” netto e chiaro a una shopping experience nel giorno di Pasqua, siamo pronti alla resistenza passiva a questo scippo senza alcuna destrezza. E abbiamo la memoria lunga.
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