La cellula jihadista sgominata da Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri a Venezia un tassello essenziale nella strategia di prevenzione antiterrorismo oggi in campo. Il contrasto alla minaccia fondamentalista azione quotidiana e capillare, la rotta va aggiustata di continuo, gli elementi di certezza sono pochi e sempre variabili . Ma alcuni punti fermi vanno fissati. L’azione ad alta intensit di ricognizione informativa sul territorio, condotta dalle forze dell’ordine e in particolare dalla direzione centrale della Polizia di prevenzione, sta dando i suoi frutti. Non pu scongiurare del tutto, com’ scontato, l’ipotesi di un attentato. Ma ne riduce le possibilit. E quando si conclude con un’operazione giudiziaria, azzera quantomeno quella minaccia specifica.
La minaccia kosovara
Nel caso di Venezia, in particolare, quello di oggi un segnale contro la minaccia proveniente dal Kosovo – i tre arrestati e il minore fermato sono tutti kosovari – terra considerata bacino ad alto rischio di proselitismo e organizzazione jihadista. Il fronte delle incursioni potenziali in arrivo dall’ex Jugoslavia ben noto agli addetti ai lavori. Ma certo non pu essere risolto dall’Italia da sola. Un altro dato ormai acquisito la collaborazione tra i singoli corpi di polizia. Un tempo Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato agivano quasi in solitario. Oggi, ferma restando l’ambizione di primeggiare insita in ogni struttura, intese e sinergie sono sempre pi frequenti. In alcuni casi, come quello di Venezia, indispensabili: per concentrare le risorse umane in campo ed evitare un attacco, una sconfitta senza distinzioni per tutti.
Le indicazioni di Minniti
Gli indirizzi impartiti dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, sono stati chiari fin dal suo approdo: controllo del territorio senza tregua. Minniti ha al suo fianco Franco Gabrielli, un direttore del dipartimento di Ps che proviene dalle fila della Digos di Roma, dell’Ucigos e della direzione del Sisde: in una parola, uno specialista. In aggiunta, nonostante le spending review abbiano cercato pi volte di ridimensionarla, la rete ramificata delle forze di polizia nelle province italiane – l’Arma dei carabinieri soprattutto con 4.573 stazioni, ma anche le Questure – resta una condizione essenziale per la prevenzione.
Inseguimenti sul web
Prioritaria, inoltre, e componente fondamentale per la caccia ai terroristi o a chi si vuole affiliare alla jihad, l’attivit della Polizia postale e delle telecomunicazioni: una ricognizione continua nel mare magnum del web rivelatasi – dopo le ultime norme antiterrorismo – decisiva per consolidare o innescare le indagini giudiziarie. Senza dimenticare un’altra arma, altrettanto importante, a disposizione dell’Italia – e non di altri Paesi – usata sempre quando l’azione inquirente non pu andare avanti: le espulsioni firmate dal ministro dell’Interno. Dall’inizio dell’anno sono state gi 26, l’ultima tre giorni fa. Ogni tre giorni, insomma, un presunto terrorista viene rimpatriato. E non poco.
© Riproduzione riservata