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Mafia Capitale, parla Carminati: io un fascista anni Settanta

Mar 29, 2017

Quando conobbi Salvatore Buzzi dissi che io avevo problemi nel giustificare i soldi, per questo gli consegnavo soldi in nero. Cos Massimo Carminati, presunto boss di Mafia Capitale (sono un fascista anni Settanta e sono felice di esserlo, ho visto tanti miei amici morire in quegli anni) che sta rendendo l’interrogatorio davanti ai giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma nel processo in corso al carcere di Rebibbia. Carminati spiega di aver capito di essere sotto indagine perch notai che mi seguivano, quando vedi che ti pedinano vuol dire che c’ gi una attivit d’indagine avanzata.

I controlli sul presunto boss a partire dal 2012

Il presunto boss racconta – al quale i Pm contestano 24 capi di imputazione, dall’associazione di stampo mafiosa, alla corruzione, alla turbativa d’asta – spiega ancora che verso la met del 2012 i controlli si fecero pi pesanti. Quando incontravo qualcuno, notavo che si avvicinavano delle auto con persone all’interno che mi facevano fotografie. Ammette poi che miei referenti economici erano Salvatore Buzzi e Massimo Pucci. A loro diedi telefoni dedicati per comunicare. Qualcosa la dice anche sullo “jammer“ che, secondo la Procura, utilizzava per evitare le intercettazioni. Afferma che era un apparecchietto da 200 euro, infatti le intercettazioni ci sono.

I rapporti con Salvatore Buzzi

Buzzi (presunto braccio imprenditoriale del clan, ndr) me l’ha presentato Riccardo Mancini, nella seconda met del 2011. Mancini un mio grande amico da quando avevamo 16 anni. Carminati spiega che mi rivolsi a Mancini perch avevo bisogno di lavorare. Fu Mancini a mettermi in contatto con Salvatore che un grande imprenditore, uno dei migliori di Roma. Ricostruisce che fu Buzzi a coinvolgerlo nel proprio di costruzione del campi nomadi: Salvatore mi disse di aver avuto l’incarico dal sindaco Alemanno.

Il furto al caveau e i rapporti con i Servizi

Ho fatto di tutto per nascondere allo Stato i miei soldi. Questo perch il Tribunale aveva stabilito che dovessi pagare 20 miliardi di lire per il processo relativo al furto al caveau della Banca di Roma alla cittadella giudiziaria della Capitale, dichiara ancora Carminati. In un passaggio del suo interrogatorio Carminati parla dei presunti rapporti che avrebbe avuto con i servizi segreti. E sottolinea che stato ascoltato da questa Corte il ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha smentito questa ipotesi. Quale migliore difesa?. Io sono il pregiudicato Massimo Carminati – conclude – accusato di tutte le nefandezze di questo mondo.

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