• 13 Marzo 2025 12:17

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I complottisti dormono male e l’insonnia alimenta falsi sospetti

Mar 13, 2025

AGI – Un nuovo studio dell’Università di Nottingham ha rivelato che una scarsa qualità del sonno può aumentare la predisposizione alle credenze cospirative e che la depressione svolge probabilmente un ruolo chiave in questa relazione. Gli esperti della facoltà di psicologia dell’università hanno esaminato il legame tra qualità del sonno e credenze cospirative in due studi che hanno coinvolto oltre 1.000 partecipanti. I loro risultati, pubblicati sul Journal of Health Psychology, indicano che gli individui con una qualità del sonno più scadente nel mese precedente erano più propensi ad appoggiare teorie cospirative, in particolare dopo l’esposizione a contenuti cospirativi.

Conseguenze delle credenze cospirative

Le teorie del complotto sostengono che gruppi potenti e segreti agiscono nel loro interesse personale, a scapito della società. Queste convinzioni possono avere gravi conseguenze, come una crescente esitazione nei confronti dei vaccini, lo scetticismo sui cambiamenti climatici e la sfiducia politica.

Primo studio: qualità del sonno e Notre Dame

Nel loro primo studio, 540 partecipanti hanno completato una valutazione standardizzata della qualità del sonno prima di leggere un articolo sull’incendio della cattedrale di Notre Dame a Parigi. Ad alcuni è stata esposta una narrazione cospirativa che suggeriva un insabbiamento deliberato, mentre altri hanno letto un resoconto fattuale che attribuiva l’incendio a un incidente. I ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano una qualità del sonno peggiore erano più propensi a credere alla versione cospirativa degli eventi.

Secondo studio: meccanismi psicologici

Un secondo studio con 575 partecipanti ha ampliato questi risultati indagando i meccanismi psicologici sottostanti che spiegano il legame tra scarsa qualità del sonno e credenze cospirative. I risultati hanno mostrato che sia la scarsa qualità del sonno che l’insonnia erano positivamente collegate all’approvazione delle teorie cospirative, con la depressione che emergeva come meccanismo. Anche la rabbia e la paranoia hanno avuto un ruolo, ma i loro effetti erano meno coerenti.

Jolley: “Migliorare la qualità del sonno”

Il dott. Daniel Jolley, professore associato di psicologia sociale, ha guidato il team di ricerca che includeva il ricercatore associato dott. Iwan Dinnick e i neolaureati Lauren Burgin, Sophie Ryan, Olivia Morgan-Finn e Samuel Muncer. Il dott. Jolley ha spiegato: “Il sonno è fondamentale per la salute mentale e il funzionamento cognitivo. È stato dimostrato che un sonno scarso aumenta il rischio di depressione, ansia e paranoia, fattori che contribuiscono anche alle credenze cospirative. La nostra ricerca suggerisce che migliorare la qualità del sonno potrebbe fungere da fattore protettivo contro la diffusione del pensiero cospirativo”.

Potenziale degli interventi sul sonno

Questi risultati evidenziano il potenziale degli interventi incentrati sul sonno per mitigare la suscettibilità alle teorie del complotto. Affrontando la qualità del sonno, gli individui potrebbero essere meglio equipaggiati per valutare criticamente le informazioni e resistere a narrazioni fuorvianti.

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