• 12 Marzo 2025 14:23

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Omicidio di Serena Mollicone, la Cassazione ordina un nuovo processo per i Mottola

Mar 11, 2025

AGI – Appello bis per il delitto di Serena Mollicone, morta, nel giugno del 2001, ad Arce. Lo hanno deciso i giudici di Cassazione accogliendo l’istanza della procura generale della Corte d’Appello di Roma contro l’assoluzione dell’ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco che erano accusati dell’omicidio avvenuto nel centro del Frusinate.

Le tappe dell’inchiesta, un mistero lungo 24 anni

Dopo quasi 24 anni di indagini, processi e colpi di scena, il caso di Serena Mollicone arriva all’ultimo snodo cruciale davanti alla Corte di Cassazione. Era il 1 giugno 2001 quando Serena uscì di casa per una visita dal dentista e non vi fece più ritorno. Due giorni dopo, il suo corpo senza vita fu ritrovato in un bosco, con mani e piedi legati, la testa avvolta nel nastro adesivo. L’autopsia rivelò che la 18enne era stata colpita violentemente alla testa e poi soffocata. Un delitto brutale, che fin dall’inizio si rivelò pieno di ombre e depistaggi.

Le prime indagini si concentrarono su un carrozziere del paese, Carmine Belli, arrestato e poi assolto. Ma nel 2008 emerse una testimonianza inquietante: il brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi dichiarò di aver visto Serena entrare nella caserma dei carabinieri di Arce la mattina della scomparsa. Pochi giorni dopo, Tuzi fu trovato morto: suicidio, secondo la versione ufficiale, ma con troppi dubbi e coincidenze. Le indagini ripresero slancio nel 2011, quando una perizia stabilì che il colpo alla testa subito da Serena poteva essere compatibile con un impatto contro una porta della caserma. E la pista investigativa portò alla famiglia Mottola, che all’epoca aveva un alloggio proprio all’interno della struttura.

Secondo l’accusa, Serena sarebbe stata uccisa dopo una lite con Marco Mottola, figlio di Marco, comandante della caserma, e il suo corpo sarebbe stato portato via per inscenare un depistaggio. Nel 2019, dopo anni di indagini, la procura di Cassino portò a processo i tre Mottola (padre, la moglie Annamaria e il figlio) e due carabinieri, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Ma il dibattimento, durato anni, non ha portato alla verità sperata dai familiari della ragazza: la corte d’assise di Cassino prima e la corte d’appello di Roma poi hanno assolto tutti gli imputati per insufficienza di prove.

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