• 12 Marzo 2025 12:40

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Perché le accuse ad Andrea Sempio vennero archiviate 8 anni fa

Mar 11, 2025

AGI – Nell’archiviazione datata 28 marzo 2017, il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, scriveva che Andrea Sempio non aveva nulla a che vedere col truce omicidio che spezzò l’immobile quiete di Garlasco due giorni prima del Ferragosto 2007.

 

Tre mesi dopo il deposito alla Procura Generale di Milano di un esposto firmato da Elisabetta Ligabò, la mamma di Alberto Stasi, in cui si ipotizzava la presenza del dna di Sempio sotto le unghie della vittima, il giudice di Pavia impose l”alt’ a nuove ipotesi: “Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi”. Il gip di Pavia scrisse che “è radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dalla difesa Stasi”.

 

L’analisi di questo materiale, stando alle conclusioni del genetista Pasquale Linarello a cui si erano rivolti i legali di Stasi, aveva secondo loro evidenziato la presenza del dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi. Tuttavia, questa consulenza era per il gip “viziata ab origine già nella formulazione del quesito laddove pretende di confrontare i risultati di oggi con quelli ottenuti nella perizia De Stefano (svolta nell’appello bis, ndr); quest’ultimo aveva concluso la propria perizia affermando che, essendo i risultati incostanti, gravati da artefatti conseguenti a possibile degradazione e inserimenti contaminanti, nonché soggetti a probabile contaminazione ambiantele, non sono utilizzabili per definire una ‘ipotesi di identità”, quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico”. “Tanto basterebbe per chiudere le indagini a carico di Sempio”, commenta il gip il quale pero’ riporta “ad abundantiam” anche le conclusioni sul punto della Procura nella richiesta di archiviazione.

 

Secondo i pm, “tracce di dna di Sempio potevano ben posizionarsi sulle unghie di Chiara Poggi in via mediata per il fatto che entrambi usavano il computer fisso in casa Poggi che il fratello di Chiara e i suoi amici utilizzavano spesso per eseguire videogiochi comandati da tastiera”.Per il gip di Pavia che aveva archiviato la sua posizione, “non si riesce a individuare alcun movente a carico di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi”.

 

“Anche volendo immaginare un invaghimento da parte del ragazzo nei confronti della vittima – scriveva il magistrato nel provvedimento di archiviazione – circostanza peraltro completamente smentita dal fratello di Chiara (a cui è verosimile che, in questa ipotesi, Sempio si sarebbe rivolto per ottenere informazioni sulla sorella e magari usarlo come intermediario per rappresentare alla stessa il proprio interesse), non si comprende per quale assurdo motivo Sempio avrebbe dovuto, senza compiere alcun tentativo di avvicinamento alla ragazza, ucciderla con modalità cosi’ brutali ed efferate”.

 

“Escluso il motivo della violenza sessuale ipotetico e senza nessun riscontro”, spiegava il gip, “non è possibile individuare alcun motivo per cui un ragazzo di 19 anni avrebbe dovuto determinarsi a compiere un gesto tanto violento ed efferato”. Le modalita’ dell’omicidio, argomentava il gip, sono in ogni caso tali da essere spiegate “solo con un prolungato rapporto di quotidiana intimità, di cui non c’è traccia nelle evidenze probatorie con riguardo ai rapporti tra Chiara Poggi e Andrea Sempio”.

 

Solo in questa prospettiva, “si spiega la circostanza per la quale Chiara, ragazza riservata, riceve la persona alla quale apre la porta con abbigliamento intimo e succinto (…)”. La notizia di reato era ritenuta “infondata in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari escludono categoricamente la responsabilità di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi”.

Sempio venne sentito per due volte come testimone

Il nome di Andrea Sempio, impiegato all’epoca dei fatti poco più che maggiorenne, emerse quando, alla fine del 2016, si venne a sapere che il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso aveva ritenuto fondata l’istanza di revisione del processo presentata dai legali di Alberto Stasi e l’aveva trasmessa alla Corte d’Appello di Brescia che poi la bocciò.

 

La richiesta di rifare tutto daccapo era stata avanzata dai difensori dell’ex studente sulla base di indagini difensive dalle quali sarebbe emerso che sotto le unghie di Chiara ci fosse il dna di Sempio. Prima di allora Sempio era stato sentito come testimone in due occasioni.

 

Una prima volta accadde nei giorni concitati delle indagini subito dopo il crimine, nell’estate del 2007, quando mise a verbale di frequentare la villetta dei Poggi per via della sua amicizia con Marco Poggi ma di non avere rapporti con la sorella Chiara. Una seconda, circa un anno e mezzo dopo. I legali di Stasi, nel loro tentativo di far riaprire le indagini, valorizzarono la possibile contraddizione tra l’ipotizzata presenza di dna di Sempio sotto le unghie della ragazza e il fatto che lui negasse di frequentarla all’epoca.

 

Nella perizia chiesta dai giudici dell’appello ‘bis’ la traccia genetica venne definita troppo ‘rovinata’ per poter essere considerata scientificamente valida mentre secondo i difensori di Stasi c’era la piena coincidenza tra i due dna a confronto e in alcuni dei 9 reperti estrapolati il dna era “pulito” e ben leggibile.

 

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