• 4 Marzo 2025 10:25

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Von der Leyen apre alle modifiche: stop alle multe e 3 anni per adeguarsi ai target sull’emissioni di CO2

Mar 4, 2025

AGI – La Commissione europea ha accolto – in parte – le richieste dei produttori di auto che nel 2025 non raggiungeranno il target di vendita del 20% di veicoli elettrici e rischiavano multe per un totale per 16 miliardi di euro. La presidente Ursula von der Leyen – al termine del suo incontro con le parti interessate nell’ambito del Dialogo strategico sul futuro del settore automotive – ha annunciato che proporrà già questo mese un emendamento al Regolamento sulle emissioni di Co2 che prevede il calcolo della quota di elettrico sui tre anni e non più annuale.

Questo permetterà – come avviene per le quote ad esempio dell’Ets – di poter recuperare nei prossimi due anni gli obiettivi non raggiunti quest’anno. E, guardando al futuro, von der Leyen ha annunciato un’accelerazione nella revisione degli obiettivi 2035 – che prevedono lo zero emissioni con il divieto di vendita di motori benzina o diesel – affinché il principio della ‘neutralità tecnologica’ ne sia fondamento. Questo potrebbe aprire a soluzioni diverse dall’elettrico, come più volte richiesto dall’Italia.

“C’è una chiara richiesta di maggiore flessibilità sugli obiettivi di CO2. Il principio chiave è l’equilibrio. Da un lato, abbiamo bisogno di prevedibilità ed equità per i pionieri, coloro che hanno fatto i compiti a casa con successo. Ciò significa che dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati. Dall’altro, dobbiamo ascoltare le voci degli stakeholder che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica. Soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi del 2025 e delle relative sanzioni in caso di inadempienza”, ha spiegato von der Leyen in un punto stampa.

“Per affrontare ciò in modo equilibrato, questo mese proporrò un emendamento mirato al Regolamento sugli standard di Co2. Invece della conformità annuale, le aziende avranno tre anni: è il principio del banking and borrowing, gli obiettivi rimangono gli stessi e vanno rispettati. Ciò significa però più respiro per l’industria e più chiarezza, senza toccare gli obiettivi concordati. Sono certa che un emendamento cosi’ mirato potrebbe essere concordato rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Perché ovviamente ha senso solo se concordato rapidamente. Allo stesso tempo, ci prepareremo ad accelerare i lavori sulla revisione del 2035, avendo come principio fondamentale la totale neutralità tecnologica”, ha assicurato.

In vista della presentazione del Piano d’azione per l’auto – atteso mercoledì 5 marzo – von der Leyen ha anticipato altri due elementi: un’alleanza industriale per dare impulso alla guida autonoma e maggiore sostegno, anche con finanziamenti diretti, alle batterie ‘Made in Europe’. 

Nei giorni scorsi i produttori europei di auto, rappresentati da Acea, avevano presentato due opzioni alternative per evitare le multe: la prima era calcolare il target di veicoli elettrici sul 90% dei veicoli venduti per il 2025 e sul 95% nel 2026 (abbassando cosi’ la percentuale del target); la seconda proposta era – appunto – introdurre un calcolo sulla media nel periodo 2025-2029, in modo che gli anni a venire possano colmare il gap del 2025-2026. La Commissione quindi accolto in parte questa proposta, annunciando la flessibilità su tre anni e non su cinque.

Per l’Acea la proposta annunciata da von der Leyen è un primo passo nella giusta direzione anche se chiede maggiore certezze per il futuro. Nel medio-lungo termine, il settore chiede invece più investimenti strutturali. Per i produttori il mancato raggiungimento degli obiettivi di quote di elettrico nelle vendite deriva in particolare da difficoltà di mercato indipendenti dai produttori (vedi ad esempio il taglio di incentivi) ma anche dalle carenze di infrastrutture per la ricarica. La Commissione europea ha stabilito un obiettivo di 3,5 milioni di punti di ricarica entro il 2030 ma l’Acea stima che ne serviranno 8,8 milioni. A livello annuale, l’obiettivo della Commissione era 410 mila (per l’Acea 1,2 milioni) ma nel 2024 ne sono stati realizzati solo 213 mila.

I produttori europei insistono, da parte loro, su due dati: 250 miliardi di euro di investimenti nella mobilità a zero emissioni da qui al 2030; e 370 modelli di auto elettriche a batteria già sul mercato, di cui sedici sotto i 30 mila euro.

Il plauso dell’Italia

Dall’Italia l’annuncio di von der Leyen è accolto come una buona notizia. “Salvata l’industria auto europea, la Commissione da ragione all’Italia. Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo”, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

“Bene l’emendamento proposto da von der Leyen al regolamento sulle emissioni di CO2. Grazie al Ppe allontanato il rischio sanzioni per le nostre aziende automobilistiche, che avranno tre anni di tempo per adeguarsi ai nuovi standard. Una decisione di buon senso per sostenere insieme l’industria europea in un momento critico”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Per l’Ong ambientalista T&E “l’Ue regala all’industria automobilistica obiettivi climatici più deboli in cambio di nessun impegno”. 

 

 

 

 

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