• 28 Febbraio 2025 13:11

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Le vittime eccellenti dei dazi Usa all’Ue

Feb 28, 2025

AGI – Siderurgia, automotive, chimica e agroalimentare: sono queste le ‘vittime’ eccellenti che pagherebbero di più il dazio, è il caso di dirlo, dopo l’annuncio dei rialzi deciso da Trump. Dopo Canada, Messico e Cina, nel mirino del presidente americano è entrata infatti anche l’Unione europea: l’inquilino della Casa Bianca ha deciso di innalzare al 25% la tassa che grava sui prodotti europei destinati al mercato statunitense.

L’impatto dei rialzi si farebbe sentire in tutto il Vecchio Continente dove numerose industrie esportano i loro beni e servizi oltreoceano, con un surplus commerciale a favore dell’Ue stimato dalla stessa Commissione europea in 50 miliardi di euro. L’Unione, infatti, ha un surplus di 157 miliardi di euro in merci rispetto agli Usa mentre gli Usa hanno un surplus di 109 miliardi di euro in servizi rispetto all’Ue.

Una delle vittime eccellenti degli aumenti sarebbe il settore dell’acciaio. Secondo la società di consulenza strategica Roland Berger, circa il 25% delle esportazioni europee di acciaio è destinato agli Stati Uniti. Ulteriori dazi graverebbero pesantemente sul settore siderurgico. Non è un caso, quindi, che si siano riuniti a Parigi i ministri dell’Industria dei principali Paesi europei nella Conferenza sul futuro dell’industria siderurgica europea, copresieduta dal ministro Adolfo Urso e dall’omologo francese Marc Ferracci, durante la quale è stato sottoscritto un non paper strategico per rilanciare la competitività e “l’autonomia strategica europea”.

In verità la situazione del settore è già complicata di per sè, con una flessione della domanda di acciaio in Europa del 25% negli ultimi cinque anni, soprattutto a causa della crisi automobilistica e del crollo delle costruzioni. Altra vittima predestinata sarebbe proprio il settore dell’auto. In base ai dati dell’Acea, ogni anno vengono scambiati più di un milione di veicoli tra l’Ue e il Nord America. Secondo la Commissione europea, le auto e gli altri veicoli a motore sono tra i tre beni più importanti esportati dall’Unione europea negli Stati Uniti.

Il Paese più esposto è la Germania, per la quale gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato dopo la Cina. I rialzi dei dazi aggraverebbero le difficoltà del settore automobilistico europeo, già indebolito dal calo della domanda globale, dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla concorrenza cinese. I dazi Usa infliggerebbero un duro colpo anche alla chimica e ai prodotti farmaceutici. Le aziende chimiche affermano di trovarsi già “in gravi difficoltà” e giovedì hanno chiesto a Bruxelles misure “immediate e concrete” per ripristinare la loro competitività.

A subirne maggiormente le conseguenze, ancora una volta, la Germania, sede di colossi come Bayer e Basf: gli Stati Uniti sono il primo mercato extra-Ue per i prodotti chimici e farmaceutici tedeschi. Fortemente esposti anche Francia, Irlanda, Svizzera e Belgio. Ovviamente, a essere danneggiata sarebbe anche la corposa industria agroalimentare europea. Per Paesi come Italia e Francia gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di sbocco, a cominciare dal vino.
Meno preoccupati sono invece settori altrettanto strategici come l’aeronautica e il lusso, punte di diamante dell’economia europea.

Il 20 febbraio il Ceo di Airbus Guillaume Faury ha dichiarato che il suo gruppo non dovrebbe essere “direttamente colpito dai dazi”: “Vendiamo negli Stati Uniti, produciamo, assembliamo, sviluppiamo negli Stati Uniti, come poche altre aziende”, ha spiegato. Per quanto riguarda il settore del lusso, la società di consulenza McKinsey stima che l’aumento dei dazi potrebbe ridurre la spesa degli Stati Uniti di 46-78 miliardi di dollari l’anno. 

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