• 21 Febbraio 2025 23:07

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Picasso, Balla, Rembrant: i Carabinieri scoprono una ‘fabbrica’ di capolavori falsi a Roma

Feb 19, 2025

AGI – Una ‘fabbrica’ clandestina di falsi capolavori in un appartamento di uno dei quartieri centrali della capitale. È la scoperta fatta dai Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale – Sezione falsificazione e arte contemporanea che, oltre al laboratorio, hanno sequestrato 71 opere attribuite a Pablo Picasso, Rembrant H. Van Rijn, Giacomo Balla, Afro Basaldella, Osvaldo Licini, Bernard Buffet, Francis Picabia, Kees Van Dongen, Serge Poliakoff, Lyonel Feininger, Serge Charchoune, Constant Permeke, William Congdon, Albert Lebourg, Anna De Weert, Pierre Ambrogiani, Gio Bartolena, Frans Hens, Mario Puccini, Faustino Joli, Jenny Montigny, Rene’ Sautin, Roberto Borsa e altri.

L’indagine, coordinata dalla procura capitolina, è partita dalla ricerca di alcune opere false messe in vendita attraverso i canali e-commerce. I primi accertamenti avevano consentito di raccogliere importanti elementi probatori a carico di un restauratore romano. Grazie alle verifiche svolte sui principali siti internet di settore, quali Catawiki ed e-Bay, veniva accertata a suo carico lo spaccio di centinaia di opere di dubbia autenticità e riconducibili a Paul-Emile Pissarro, Jean Cocteau, Anna de Weert, Dora Maar, Rene’ Sautin e altri artisti della corrente dei Macchiaioli, attivi tra il XIX e il XX secolo. 

 La successiva perquisizione disposta dalla Procura portava i Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale all’interno di un appartamento del quadrante nord di Roma, una cui stanza era stata trasformata in un vero e proprio laboratorio per la produzione di pittura falsificata. Sono stati rinvenuti centinaia di tubetti di colori acrilici e a cera, pennelli di varia grandezza, matite, tele grezze di diversi formati con fondo già preparato per la stesura della pittura, stencil, forbici, cavalletti, cornici, passe-partout, timbri falsamente riconducibili a collezioni e gallerie d’arte non più attive nel mercato di settore, appunti e fogli riportanti le prove per la firma falsificate degli artisti, dichiarazioni di vendita ed etichette per le spedizioni.

Trovata anche una macchina per scrivere e dispositivi informatici utilizzati dal falsario-restauratore per la realizzazione dei dipinti e dei relativi falsi certificati attestanti ‘l’autenticità’ che accompagnavano le opere d’arte. Trovate anche varie fotocopie a colori di pagine di cataloghi d’asta sulle quali, utilizzando la comune tecnica del collage, erano state aggiunte le opere falsificate di ‘nuova produzione’: la foto dell’opera dell’autore di riferimento presente sul catalogo d’arte risultava sostituita con l’immagine di quella prodotta dal falsario.

 

Nel laboratorio i Carabinieri hanno trovato varie opere concluse o in fase di ultimazione, recanti la firma di vari autori, compatibili con i colori e gli altri materiali rinvenuti, tanto da ipotizzare che le stesse fossero state realizzate di recente proprio dal restauratore. 

 

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