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Trattati di Roma, Mattarella: «l’Italia fu motore traente». La Lega diserta

Mar 22, 2017

Nel 1951 nasceva la Comunit del carbone e dell’acciaio, l’anno dopo il Trattato, arenatosi poi in Francia, del progetto di Comunit europea di difesa. Sarebbe stata l’Italia, prima con la Conferenza di Messina, nel 1955, poi con quella di Venezia del 1956, ad esserne motore traente, con Gaetano Martino, ministro degli Esteri nel governo Segni, fra i protagonisti. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’aula di Montecitorio per le celebrazioni del 60/o anniversario dei Trattati di Roma, che ha sottolineato come sia ineludibile riformare i trattati. Ai banchi del governo l’Esecutivo al completo con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Nell’Emiciclo siedono deputati, senatori e membri del Parlamento europeo. Il presidente Mattarella ha preso posto al banco della presidenza, tra i presidenti di Senato e Camera, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Da una delle tribune del pubblico una banda militare interforze ha eseguito gli Inni.

Assente la Lega che lancia un ddl costituzionale per chiedere l’uscita dalla Ue

Unici assenti i parlamentari della Lega Nord, che alle 12 fuori da Montecitorio hanno tenuto un sit-in contro la celebrazione e hanno reso noto di aver presentato in Parlamento un disegno di legge costituzionale per chiedere l’uscita dell’Italia dalle Ue. In aula, invece, l’ex leader Umberto Bossi (Preferisco sempre sentire le cose per poi ragionarci).

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I Trattati di Roma: una storia lunga 60 anni

Ineludibile la sfida per la riforma dei Trattati

Le prove alle quali l’Unione Europea chiamata a tenere testa – oltre a quella finanziaria e a quella migratoria, quelle ai confini orientale e mediterraneo dell’Unione e l’offensiva terroristica – pongono con forza l’esigenza di rilanciare la sfida per una riforma dei Trattati; ineludibile, come ha osservato il rapporto del Comitato dei saggi presentato nei giorni scorsi alla Presidenza della Camera.

Europa a volte incerta nell’intraprendere la rotta

Il capo dello Stato ha citato i traguardi Ue, ha ricordato gli anni di pace, di benessere e di prosperit dell’Europa, ha parlato di un’Europa che appare quasi ripiegata su se stessa, a volte incerta nell’intraprendere la rotta. Per le nuove sfide che attendono i Paesi europei, ha detto, c’ bisogno di visioni lungimiranti, con la capacit di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi. E ha ricordato che nessun Paese europeo pu garantire, da solo, la effettiva indipendenza delle proprie scelte. Nessun ritorno alle antiche sovranit nazionali potr garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, benessere e prosperit, perch nessun Paese europeo, da solo, potr mai affacciarsi sulla scena internazionale con la pretesa di influire sugli eventi, considerate le proprie dimensioni e la scala dei problemi.

No a muri e a ritorni impossibili al passato

Costruire il futuro – ha sottolineato il capo dello Stato – richiede all’Italia e all’Europa una straordinaria unit d’intenti e una solida fiducia nei valori fondanti del processo di integrazione. Non impossibili ritorni a un passato che non c’ pi, non muri che scarichino i problemi sugli altri senza risolverli, bens solidariet fra Paesi, fra generazioni, fra cittadini che condividono una stessa civilt. L’identit europea, ha ricordato Mattarella, costituita dall’insieme del patrimonio culturale e della eredit storica di ciascuno e da un patrimonio di principi condivisi, sviluppato congiuntamente in questi decenni.

Ci che serve prevedere i mezzi adatti a far s che la integrazione possa proseguire, ha sottolineato il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha sottolineato come la soluzione alla crisi sui debiti sovrani e a quella sul rallentamento dell’economia non pu essere la compressione dei diritti sociali nei Paesi membri. Tanto meno, verrebbe da dire, l’occasione di grossolane definizioni di Nord e Sud d’Europa. Questa, ha ricordato Mattarella, – l’anima della nostra Europa, questa la nostra identit. Se vogliamo un’Unione Europea pi forte da qui che dobbiamo ripartire.

Grasso: il cammino di integrazione non pu arrestarsi

Credo che sia comune a molti la convinzione che, di fronte alle sfide interne ed esterne cui dobbiamo tutti rispondere, il lungo cammino dell’integrazione non possa arrestarsi e che necessario adesso un nuovo slancio, fondato sulla cooperazione rafforzata in certe materie condivise e nell’attuazione di politiche il pi possibile unitarie. In gioco sono il futuro del continente e gli equilibri geopolitici globali, ha sottolineato il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo alla celebrazione dei Trattati di Roma alla Camera.

Boldrini: pi Europa, pi investimenti per crescita e occupazione

La crisi economica ha colpito pesantemente i nostri Paesi. Sono cresciute la disoccupazione, le diseguaglianze sociali e le fasce di povert. E le politiche restrittive con le quali le istituzioni europee e gli Stati membri hanno scelto di rispondere alla crisi non hanno certo alleviato questi problemi. Ma a questo si reagisce con un cambiamento nella politica economica, non prospettando un ritorno al protezionismo nazionale, ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento alla cerimonia per i Trattati di Roma. Pi Europa sociale, questa la priorit. Che significa pi investimenti per la crescita e per l’occupazione.

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