• 13 Febbraio 2025 16:21

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Il governo ammette “insufficiente quanto fatto finora nella terra dei fuochi”

Feb 13, 2025

AGI – Sulla terra dei fuochi in Campania “ormai da una decina di anni, sono state messe in campo una pluralità di azioni che hanno cercato di raggiungere gli obiettivi di risanamento ambientale e di tutela della salute dei cittadini”. Queste azioni “hanno visto il coinvolgimento sinergico di tutti i livelli istituzionali” che, “con grande senso di responsabilità, hanno cercato di portare sollievo a una terra martoriata“.

 

Ma “obiettivamente ciò che è stato fatto non è sufficiente, ed è evidente che occorre dare un ulteriore slancio alle azioni di risanamento con maggiore rapidità come ci ricorda anche la sentenza della Corte europea”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in audizione in commissione Ecomafie sul dossier della terra dei fuochi.

 

“Come sapete, tra i motivi per cui la Corte ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 2 della Convenzione (diritto alla vita), vi è la mancata tempestività nell’adozione di misure risolutive prima dell’adozione del decreto-legge 136 del 2013, considerato come la prima risposta su scala nazionale al fenomeno dell’inquinamento del territorio della “Terra dei fuochi”” ha detto il ministro che ha aggiunto “solo con questo strumento, ha sottolineato la Corte, le autorità italiane hanno iniziato a parlare “per la prima volta” di mappatura per rilevare della presenza di contaminanti esplicitamente legati allo scarico illegale, all’interramento e all’incenerimento di rifiuti, sia pur limitatamente ai terreni agricoli, “nonostante le autorità fossero a conoscenza di tutti gli aspetti significativi del problema da quasi due decenni”.

 

Il D.L. 136/2013 ha disciplinato lo svolgimento delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni della Regione Campania destinati all’agricoltura, al fine di accertare l’eventuale esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti abusivi mediante combustione. 

 

Tale attività è propedeutica alla successiva indicazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, o solo a particolari produzioni agroalimentari.

Per lo svolgimento di predette attività è stato costituito, con direttiva interministeriale del 23 dicembre 2013, presso il Ministero delle politiche agricole un apposito gruppo di lavoro, coordinato dal Comandante pro-tempore del CUFA, e composto da rappresentanti della Regione Campania e di ISPRA, AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), CREA (Consiglio per la Ricerca e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) ed  ISS. Il gruppo di lavoro ha svolto indagini dirette sui siti della Regione Campania ricadenti nelle classi di rischio da 5 (rischio molto alto) a 2 (rischio medio).

 

In valutazione il ricorso alla Grande Camera

“I rilievi mossi dalla sentenza” della Cedu sulla terra dei fuochi “rispetto alla quale è comunque in corso una valutazione con l’Avvocatura dello Stato circa la proponibilità di un ricorso alla Grande Camera, e la tempistica prospettata, impongono un’azione immediata da parte di tutte le istituzioni coinvolte”. 

 

“Le azioni che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica porrà nei prossimi mesi – ha aggiunto – saranno improntate a uno spiccato spirito di collaborazione istituzionale, fermo restando le specifiche competenze di ciascun attore istituzionale. I miei uffici sono attenzionati affinché sia garantito lo svolgimento delle funzioni trasferite dall’anno 2018 sul coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale anche al fine di individuare ulteriori azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell’illecito ambientale nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania”.

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