• 11 Febbraio 2025 17:45

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Rottamazione, tensione in maggioranza. Si attende Giorgetti

Feb 11, 2025

AGI – “Stanare” il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per fare in modo che sia direttamente il Mef a opporsi alle reiterate richieste della Lega che insiste sulla pace fiscale. In Fratelli d’Italia, riferiscono fonti parlamentari, il capitolo fisco comincia a essere fonte d’irritazione.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha convocato un consiglio federale della Lega per mercoledì, lo ha definito “urgente”, si “tratta di provvedimenti di emergenza nazionale”, ha tagliato corto rilanciando il tema della rottamazione delle cartelle. Un emendamento dei relatori al Dl milleproroghe, in discussione in Commissione Affari costituzionali in Senato, che consentirebbe una riapertura dei termini per coloro che sono decaduti nell’utilizzo della rottamazione quater, prova a tendere una mano e ricomporre la questione in maggioranza.

Sarà possibile rientrale nei termini della rottamazione quater delle cartelle esattoriali – rendendo dichiarazione entro il 30 aprile 2025 – per i debitori che, alla data del 31 dicembre 2024, “sono incorsi nell’inefficacia della relativa definizione a seguito del mancato, insufficiente o tardivo versamento”.

Un altra proposta dei relatori chiede invece di allungare il termine per aderire alla proposta di concordato preventivo biennale rinviandolo al 30 settembre 2025. Ma l’impatto a lungo termine della nuova finestra di rottamazione, specifica la relazione tecnica del provvedimento, è stimato in 126,8 milioni in dieci anni. Cifre lontane dagli effetti della proposta depositata dalla Lega, con le prime stime che parlano di circa 5 miliardi.

“Per me, per la Lega e anche per il ministro Giorgetti la priorità di questo 2025 è la rottamazione di queste milioni di cartelle esattoriali“, ha sottolineato Salvini. “Avere una pace fiscale che preveda 120 rate in 10 anni togliendo le sanzioni, le more e gli interessi permetterebbe a milioni di italiani di pagare, allo Stato di incassare e a tanta gente di tornare a lavorare senza dover lavorare in nero”, ha argomentato.

Ma in più occasioni il viceministro al Mef, Maurizio Leo ha spiegato che non ci sono risorse disponibili e prima bisognerà attendere che si concluda il lavoro della commissione che sta analizzando il magazzino fiscale, che annovera crediti per circa 1.200 miliardi, buona parte dei quali però potrebbero non essere più esigibili. “Tutti noi siamo favorevoli, ma dipende dalla copertura. Se poi il Mef vuole agire in deficit ce lo dica”, afferma un senatore di Fratelli d’Italia.

La Lega, nei giorni scorsi, ha presentato al Senato una Pdl, nel momento in cui sarà calendarizzata la richiesta che arriverà da FdI sarà quella di audire il ministro dell’Economia che, tra l’altro, è atteso al Consiglio federale di mercoledì. La rottamazione quinquies a 10 anni in 120 rate è già stata proposta con un emendamento in manovra, bocciato per estraneità di materia, e con un testo al Dl milleproroghe.

Se la Lega insiste sulla rottamazione delle cartelle, per FI è prioritaria la riduzione dell’Irpef dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 60mila euro. Quel provvedimento sul ceto medio che non è stato possibile realizzare in sede di legge di bilancio vista l’assenza delle necessarie coperture, almeno 2,5 miliardi e mezzo, non sono state sufficienti le risorse raccolte con il concordato preventivo.

“Forza Italia è da sempre favorevole alla rottamazione per andare incontro alle esigenze dei cittadini e ridurre, allo stesso tempo, il peso dei contenziosi fiscali. Accogliamo con soddisfazione l’opportunità di trovare una soluzione grazie a un emendamento dei relatori al dl Milleproroghe“, commenta il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.

“I relatori presentano un emendamento senza vergogna, che interviene su una nuova rottamazione con relativa proroga del concordato. Un ennesimo condono per favorire l’elusione e l’evasione fiscale”, replica dalle opposizioni Daniele Manca, capogruppo Pd in commissione Bilancio. L’esecutivo comunque prende tempo, prima di Pasqua non ci dovrebbero essere novità.

La fibrillazione nella coalizione riguarda anche la collocazione europea dei partiti del centrodestra e la partecipazione del leader del partito di via Bellerio all’adunata dei Patrioti a Madrid. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha chiesto al Ppe di scegliere tra Soros e Musk, ma non è un caso che nelle sue interlocuzioni il capogruppo Max Weber ricorda come in questo momento occorra equilibrio e che è fondamentale l’asse con i conservatori anche nel ruolo che sta cercando di ricoprire la premier Giorgia Meloni come ponte tra l’Ue e gli Usa. Soros e Musk “non costituiscono punti di riferimento per Forza Italia che è parte del Ppe”, ha spiegato oggi Antonio Tajani, ministro degli Esteri, in un’intervista a “Il Messaggero”.

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