• 6 Febbraio 2025 17:10

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Tesla a picco in Europa, calo delle vendite a doppia cifra

Feb 6, 2025

La crescita della Tesla sembrava non arrestarsi mai, spinta da un marketing geniale e da un personaggio vincente come Elon Musk. Il fondatore di origini sudafricane ha dovuto ingoiare un boccone amaro, leggendo i dati del suo brand di auto elettriche in Europa. Il 2024 non è stato un anno positivo e l’appeal delle EV sembra essere precipitato. I prezzi non sono calati come nelle attese e tutti i major che hanno investito sull’elettrico stanno facendo dei passi indietro.

Il colosso americano ha iniziato il 2025 come aveva finito l’anno precedente, ovvero in grande affanno. In Germania le vendite sono calate del 59%, ai minimi dal 2021. Non sono arrivate notizie positive in Francia e Regno Unito, con flessioni a doppia cifre del 63% e del 12%. Alla base della flessione vi sono diversi fattori, secondo gli esperti, tra cui la posizione politica di Musk in favore del neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il creatore del brand di auto elettriche ha sostenuto il ‘Make America Great Again’, promuovendo il movimento ‘Make Europe Great Again’.

I motivi della crisi di Tesla

Le interferenze nelle vicende politiche dei singoli Stati europei non sono andate giù a tanti potenziali clienti dal pollice verde. La Tesla rischia un boicottaggio che potrebbe, ulteriormente, favorire l’ascesa dei big dell’industria cinese. BYD è diventato il più accreditato competitor del brand californiano con una politica più inclusiva. La visione ecologista delle vetture Tesla potrebbe perdere appeal di fronte al netto calo di vendite che vede persino lo Stato della California, da sempre coinvolto nelle politiche green, rispondere in modo freddo alle ultime novità del brand. Non hanno aiutato nemmeno i numerosi richiami che hanno coinvolto diversi modelli Tesla.

Per ora, di fronte al calo delle vendite, gli azionisti e gli investitori di Tesla stanno provando a restare calmi. Le conseguenze dell’esposizione politica del miliardario sulla società potrebbero presto segnare un ulteriore tracollo dei numeri. Musk sta lasciando la gestione delle aziende del suo impero economico a uomini fedelissimi. Intanto, il Dipartimento dell’efficienza concepito da Donald Trump ha l’obiettivo di tagliare la spesa federale di 2.000 miliardi di dollari.

La paralisi di un colosso mondiale

L’andamento in Europa segue una logica semplice: i puristi non sono disposti a rinunciare al piacere di auto termiche per investire cifre ingenti nell’acquisto di EV. Questione culturale che, forse, in una prima fase si era ritenuta marginale davanti a prese di posizioni politiche estreme. Tra 10 anni, infatti, dovrebbe arrivare il ban in Europa ai motori a combustione interna, ibridi compresi. Intanto, in Cina continueranno a sorgere nuovi marchi come funghi che non solo limiteranno il successo di Tesla ma anche tutti i marchi europei che hanno investito nella tecnologia alla spina.

I conservatori, negli Stati Uniti, sono meno propensi dei liberali ad acquistare auto elettriche. Nel Regno Unito, invece, Elon Musk ha attaccato il primo ministro Keir Starmer, mentre in Germania ha deciso di sostenere il partito di ultradestra Adf e ha ospitato la sua leader Alice Weidel in una conversazione live su X in vista delle elezioni tedesche del mese prossimo. Il fondatore di Tesla è anche intervenuto in videocollegamento a un comizio di Adf e ha invitato il popolo teutonico a essere orgoglioso della loro cultura, non dando “troppa attenzione ai sensi di colpa del passato”. Il riferimento logico è al periodo nazista della seconda guerra mondiale. Parole che hanno creato molto rumore in Germania.

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