AGI – ”Il Salone del Mobile di Milano non è solo design ma anche cultura e cinema. Quest’anno, per l’edizione che animerà la fiera di Rho dall’8 al 13 aprile, protagonista sarà il regista premio Oscar Paolo Sorrentino con ‘La dolce attesa‘. L’installazione, allestita all’ingresso dei padiglioni 22- 24, si annuncia come una metafora dell’esistenza; offrirà l’opportunità di fermarsi ad ascoltare il proprio respiro per ritrovare la bellezza nel tempo che scorre lento, insegnandoci il valore della pazienza.
“L’idea che mi è venuta è quella di smantellare quelli che sono gli stilemi dell’attesa classica e di creare un luogo dove l’attesa viene ingannata – ha spiegato il regista in un audio trasmesso durante la conferenza stampa di presentazione del Salone -, una sala che non ci costringe a stare fermi su una sedia ma che ci fa invece viaggiare, con un totem centrale che con un gioco di luci ci fa dimenticare perché siamo lì e ci distrae”.
Per La dolce attesa, Sorrentino ha scelto di affidarsi al contributo di Margherita Palli, scenografa con quarant’anni di carriera, iniziata con la lunga collaborazione con il regista Luca Ronconi per il quale ha realizzato le scenografie di più di sessanta spettacoli in Italia e nel mondo, dalla Biennale di Venezia al Piccolo Teatro di Milano, dalla Scala al Teatro di Roma. Il progetto incuriosisce e il regista non svela troppo. “Tra le peggiori sventure della vita, c’è l’attesa” dice.
“Parliamo dell’attesa di un referto, di un responso medico. Quando si attende il nostro destino, non si riesce a far altro che attendere. Quando il nostro futuro dipende da un medico, da un laboratorio, ecco che rimaniamo appesi. E angosciati. Forse, allora, dovremmo ripensare l’attesa – suggerisce il regista napoletano -. Così, forse, aspettare può diventare meno penoso. Perché diventa altro. La nostra sala d’attesa vuole essere un’altra cosa. Non ti costringe a star fermo, ma ti lascia andare. Un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti”.
Per Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano con il suo progetto, Sorrentino ci “invita a vivere un’esperienza che ci riguarda tutti da vicino. E’ il regista delle sospensioni emotive, è il narratore di vite ordinarie rese straordinarie dal suo sguardo unico, capace di esplorare l’umano con profondità e leggerezza, insieme. Questa installazione non è solo uno spazio, ma un racconto fatto di immagini, suoni e respiri, che ci ricorda che l’attesa è un sentimento universale. Lo è nel contesto che ha scelto Sorrentino – una sala d’attesa d’ospedale; così come in qualsiasi altro contesto dove l’attendere è la misura con cui ci rapportiamo al mondo, nelle nostre case, al lavoro, in un aeroporto, ovunque ci porti il destino”.