O specchio delle concessionarie, chi è la più bella del reame? Un grande classico. Mese archiviato, è tempo di verdetti. Quali sono state le auto più vendute in Italia a gennaio 2025? Come sempre, la battaglia è stata infuocata. Ma soltanto una può indossare la corona: scopriamo quale.
Il SUV compatto si fa largo
SUV compatto. Due parole che sembrano opposte, eppure vincono. Il sotto-segmento sta facendo proseliti perché coniuga il meglio di due mondi. Da un lato, la solidità e la capienza delle macchine a ruote alte. Dall’altro, proporzioni contenute, ideali per muoversi in città e trovare parcheggio anche nelle ore di punta. La MG ZS entra in scena con autorevolezza: 2.438 le unità vendute, a conferma dei progressi compiuti dalla storica Casa britannica sotto il controllo cinese. La motorizzazione è una full hybrid da 197 CV, la stessa della MG3, tolta la differente calibrazione del propulsore elettrico. Ed è così che sprigiona una potenza maggiore. Le tecnologie? Di livello 2, il massimo concesso in Europa. Costa 23.490 euro.
In nona posizione (2.573 immatricolazioni) staziona la Toyota Yaris Cross. Audace nelle forme e nel comportamento, la giapponesina evolve di nuovo. Il 2025 è partito per lei all’insegna di piccoli ritocchi, nell’allestimento GR Sport. A una base già solida si aggiungono l’opzione bicolore Storm Grey, cerchi in lega opachi da 18 pollici e il logo specifico. Nemmeno il resto della famiglia rimane a mani vuote: la tinta Forest Green, proposta in duplice versione, vale il gettone di presenza. Non cambia il cuore pulsante, il 1.5 full hybrid da 115 o 130 CV, abbinato alla trazione anteriore o alla integrale. Il listino parte da 28.050 euro, salvo aggiornamenti ufficiali.
Il marchio cambia, il segmento no. Rivaleggia con ZS e Yaris Cross la Renault Captur, ottava (2.575 auto vendute). Una tavolozza variegata, adattabile ai gusti del conducente. Ampia la libertà di scelta, perché l’essenza – gli interni – rimane immutata. Oltre alla strumentazione digitale di massimo 10,2 pollici, il touchscreen multimediale fino a 9,3 pollici fa sentire il guidatore in pieno controllo. Una chicca? La leva del cambio automatico E-Shifter, che richiama all’aerodinamica. La gamma powertrain spazia dal benzina da 90 CV al GPL da 100 CV, fino all’ibrido da 140 CV e al plug-in da 160 CV. Prezzo d’attacco: 23.850 euro.
Settima (2.935 registrazioni), la Toyota Yaris. Ancora lei tra le prime dieci auto più vendute in Italia a gennaio, stavolta, però, senza il Cross. Se avete vent’anni capirete il suo successo. Dal debutto nel 1999, è stata costantemente sulla cresta dell’onda e, rispetto ai capitoli precedenti, l’ultima arrivata guadagna agilità e dinamicità. In particolare, il frontale sfoggia uno sguardo ringiovanito, come quello di chi è appena uscita dal chirurgo con un lifting ben riuscito. Nel complesso, la carrozzeria appare più slanciata. E gli interni sono curati sia nei rivestimenti sia nei materiali. Per il resto, il Model Year 2025 ha le stesse novità della variante Cross. Attendiamo di scoprire se il prezzo cambierà: al momento, la soglia d’accesso è di 24.550 euro.
Mette la sesta la Peugeot 208 (3.727 targhe). Qui entriamo nel terreno delle city car, o, se preferite, delle urban. La best seller d’Europa nel 2021-2022 ammicca agli amanti delle linee sportive, sia dentro che fuori. Guardandola vi vien da chiedere dove sia finita la firma luminosa a triplo artiglio? Avete buon occhio: è stata spostata all’esterno del paraurti anteriore, integrata negli inserti in nero lucido.
E in qualcosa di altrettanto suggestivo vi imbatterete con l’allestimento GT: i gruppi ottici con tre proiettori full LED indipendenti. Il caldo Giallo Aqueda esalta ogni dettaglio del design. Una verniciatura inedita, così come il Grigio Selenium. A proposito di novità, gli interni vantano nuovi rivestimenti e un quadro strumenti digitale da 10 pollici personalizzabile. Colpo di pennello finale, l’avvento dell’ibrido, in due propulsori mild da 100 o 136 CV. Il prezzo base è di 20.270 euro.
Low-cost, ma senza compromessi
Another one drives a Duster. E sono 4.363, per mettere i puntini sulle “i”. Il modo migliore – la terza generazione – per chiudere il 2023 col botto in casa Dacia e proseguire sulla scia. Un SUV fatto e finito, di quelli che difficilmente ti dimentichi, in parte grazie allo stile, e in parte al prezzo. Alla radice, la piattaforma CMF-B, su gentile concessione del Gruppo Renault. Le dimensioni aumentano di appena 2 mm, ma l’impressione è che sia più grande. No, nessuna magia. La chiave risiede nell’aspetto, massiccio e muscoloso. Una dichiarazione d’intenti: non ha paura di niente e di nessuno, neppure dell’off-road.
Nell’abitacolo, la strumentazione digitale colma un vuoto che cominciava a farsi sentire in un’era iper-tecnologica. Per concludere, il diesel esce di scena, almeno in Europa, riflesso della stretta normativa sulle emissioni nell’ambiente. Giù, invece, le mani dal GPL: l’orgoglio di Dacia resta dov’è. L’alimentazione prediletta rimane, mentre è un nuovo ingresso il mild hybrid da 130 CV. E, soprattutto, debutta il full da 140 CV, condiviso con Jogger e Renault. L’entry level della quinta forza della top 10 costa 19.700 euro.
Il destino si diverte: quarta in classifica e quarta generazione per la Citroën C3 (4.565 unità). Al momento del reveal, il Costruttore aveva diviso il pubblico, tra chi ne apprezzava il taglio da mini-SUV, e chi lo definiva un azzardo. A conti fatti, aveva ragione. L’incremento dell’altezza da terra semplifica le manovre, e il bagagliaio tocca 300 litri. A bordo, le sospensioni Advanced Confort e gli ammortizzatori dotati di fine corsa idraulico rappresentano un valore aggiunto. Si parte da 14.990 euro per l’entry-level a benzina da 100 CV.
Arrampichiamoci fino al podio. Sul terzo gradino si accomoda la Jeep Avenger (4.685 registrazioni). Con lei, il brand americano ha lanciato una rete più estesa per conquistare nuovo pubblico. Dimensioni ridotte e identità intatta per pescare tra gli automobilisti urbani o comunque in cerca di un SUV compatto, ma con carattere. 408 i centimetri di lunghezza. 380 litri quelli del vano bagagli, apribile con un comodo sistema “a mani libere” (handsfree). Il display per l’infotainment, oltre i 10 pollici, è affiancato da un cruscotto digitale da 7 o 10,25 pollici, a seconda dell’allestimento. I motori si snodano in un turbo benzina da 101 CV e in un mild-hybrid da 101 CV o 136 CV. Riguardo ai prezzi, si parte da 24.750 euro.
Due anime, un’auto. Et voilà, la Dacia Sandero (5.577 unità). Stepway o Streetway, SUV in miniatura o utilitaria concreta, è una delle ultime vere low-cost. Da non confondere con trascuratezza, nemmeno nell’abitacolo, studiato ad hoc sia nei comandi sia nei materiali. Dall’allestimento Expression in su, offre pure un display centrale da 8 pollici, come a dire: semplici sì, rudimentali no. Poi, chiaro, non è un fulmine, ma si difende, con motori, benzina o GPL, da 90 a 110 CV. Il prezzo della versione base è di 13.850 euro.
Strepitosamente Panda. Le 13.333 immatricolazioni nel mese mandato agli archivi confermano la sua dominanza. Nella botte piccola c’è il vino buono, e nei suoi 3.686 mm si nasconde un’icona inarrestabile. Compatta fuori, spaziosa dentro, si infila ovunque. Il termine “impossibile” non le appartiene e con l’arrivo della Pandina, la variante più tecnologica di sempre, ne vedremo delle belle. I 70 CV della Panda mild-hybrid garantiscono un buono spunto. E con un prezzo di partenza di 15.950 euro, resta una delle migliori opportunità sul mercato.