AGI – I dazi imposti dal presidente americano Donald Trump avranno effetti pesanti sull’economia di Canada e Messico. Ma ci saranno conseguenze importanti anche per i consumatori statunitensi visto che gli Stati Uniti importano grandi quantità di frutta e verdura dal Messico e di energia dal Canada.
LA GUERRA DEGLI AVOCADO E DEI POMODORI
Certamente, scommettono gli analisti, ci sarà un’impennata dei prezzi dei generi alimentari, frutta e verdura su tutto, nei supermercati americani. Il 44% dei 195,9 miliardi di importazioni alimentari negli Usa arriva da Messico e Canada
Il Messico è la più grande fonte estera di ortofrutta per gli Stati Uniti: secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, nel 2023 il Messico ha fornito il 63% delle importazioni di verdura degli Stati Uniti e quasi la metà delle importazioni di frutta e noci (47%) degli Stati Uniti. Inoltre, oltre l’80% degli avocado statunitensi proviene dal Messico, il che significa che costi di importazione più elevati faranno aumentare i prezzi di prodotti come il guacamole. Il paese esporta anche più di 1,5 miliardi di dollari di carne di manzo e maiale negli Stati Uniti.
LE AUTO
Anche sulle auto il costo sarà alto, vista la gran quantità di veicoli di molte case (anche cinesi) assemblati in Messico e Canada. Il costo delle vetture è un altro driver primario dell’inflazione. Il settore automobilistico e i produttori di ricambi auto impiegano circa 11 milioni di posti di lavoro nei tre paesi.
I PREZZI DELLE ABITAZIONI
Gli Stati Uniti importano materiali da costruzione dal Canada, il che significa che le tariffe potrebbero far aumentare i costi degli alloggi. Oltre il 70% delle importazioni di due materiali fondamentali per i costruttori di case, legname di conifere e gesso, proviene da Canada e Messico, ha sottolineato il presidente della National Association of Home Builders Carl Harris. “Le tariffe sul legname e altri materiali da costruzione aumentano i costi di costruzione e scoraggiano nuovi sviluppi”, ha aggiunto.
IL PETROLIO CANADESE
Pur avendo raggiunto l’indipendenza energetica, gli Stati Uniti dipendono dalle importazioni di petrolio canadese che rappresenta oltre il 60% delle importazioni americane.
Il greggio che arriva da Messico e Canada è il più adatto a essere lavorato nelle moderne raffinerie a inquinamento contenuto, molto più leggero rispetto a quello americano. In particolare per il Canada, fornitore di 4 milioni di barili al giorno che hanno generato l’anno scorso un flusso di cassa di 100 miliardi di dollari, Trump ha disposto un regime speciale: un dazio ridotto al 10%. Ma questo avrà la durata solo di due settimane, dopo, se Ottawa non sigillerà le frontiere, passeranno al 25%.