AGI – “Porca puttena che avventura!”, esclama Lino Banfi. L’attore, parlando con l’AGI, racconta il suo legame con questa partita. “Significa moltissimo, si vede la grandezza della partita, ma per me è troppo dura avere un’opinione obiettiva su Roma-Napoli – dice – la Roma è la Roma, rappresenta la città, la sua gente, il suo cuore. Sono grande tifoso dei giallorossi. Però io sono anche un grande amante di Napoli e dei napoletani, quindi per me è difficile prendere posizione”. Quando gli si chiede un pronostico, prova a restare diplomatico. “Mi piacerebbe un bel pareggio, diciamo un 3-3, un 2-2. Non quelle partite difficili e chiuse. Però ho paura a sbilanciarmi, ogni volta che dico qualcosa poi mi dicono che porto sfortuna!”, scherza.
Se Banfi si lascia andare ai ricordi e all’ironia, Flavio Insinna si trincera dietro la sua scaramanzia. “Non ho mai fatto un’intervista prima di una partita della Roma, a maggior ragione contro un Napoli così forte. Perché sono tifoso per davvero e sono, come dire, mediamente, non superstizioso, ma scaramantico”, spiega all’AGI. Insinna, attore, conduttore televisivo e volto storico di programmi di successo, vive il calcio con un trasporto viscerale. “Non credo che la scaramanzia domani basterà contro una squadra così forte – aggiunge – però non faccio interviste prima delle partite della Roma. Non la farei nemmeno prima di un’amichevole o di una partita di ragazzini. La mia scaramanzia è questa: la mia scaramanzia è Roma. Non parlo mai prima delle partite, ma non parlerei nemmeno prima di un mio spettacolo o di qualsiasi altra cosa”. Poi sorride, come a voler chiudere il discorso con un’ultima certezza: “Sono tifoso vero dal 1971”.
Se Banfi gioca con l’ironia e Insinna si chiude nel silenzio della scaramanzia, Francesco Venditti, attore e figlio di Antonello Venditti, vede la partita con il cuore e un velo di malinconia: “Roma-Napoli mi mette molta tristezza perché io c’ero il giorno in cui purtroppo é finito il gemellaggio tra le due tifoserie”, dice con amarezza. “Adoro Napoli e i napoletani, mi trovo benissimo con loro, e mi dispiace che questa partita non abbia più quel clima di condivisione che aveva un tempo”. Un cambiamento che si riflette anche nella gestione delle tifoserie e della sicurezza negli stadi. “Oggi è tutto più faticoso rispetto a prima. I napoletani che non vivono a Roma non possono comprare i biglietti, e i romani che non vivono a Napoli non possono fare lo stesso. E’ una cosa triste. Una volta che sei allo stadio, un po’ si piange”, riflette con l’AGI.
E sul match? “Vincerà il Napoli sicuramente!”, scherza, prima di correggersi con un sorriso: “No, dai, spero solo che la Roma faccia una bella partita. E’ normale che io voglia che vinca la Roma”. Il Napoli? “A me non me ne frega niente delle altre squadre. Il Napoli può pure ambire alla Coppa del Mondo, me ne potrebbe importare di meno e auguro di arrivare in alto, ma non di vincere lo scudetto. Per noi romanisti, vedere il Napoli vincere un altro titolo nel giro di due anni sarebbe uno smacco”, la sua risposta. Poi, il discorso si sposta sull’allenatore degli azzurri, Antonio Conte, e il tono diventa ancora più scherzoso: “Se non ci fosse stato Conte, avrei detto che il Napoli avrebbe avuto chance. Conte lo odia quasi tutto il globo terracqueo”. Lino Banfi, Flavio Insinna e Francesco Venditti raccontano Roma-Napoli ognuno con il proprio stile. Domenica, sugli spalti o davanti alla TV, ci saranno anche loro. In silenzio come Insinna, con una battuta pronta come Banfi o con un velo di malinconia come Venditti. Perché Roma-Napoli passa, ma la passione per la Roma resta. Sempre.
AGI – “Porca puttena che avventura!”, esclama Lino Banfi. L’attore, parlando con l’AGI, racconta il suo legame con questa partita. “Significa moltissimo, si vede la grandezza della partita, ma per me è troppo dura avere un’opinione obiettiva su Roma-Napoli – dice – la Roma è la Roma, rappresenta la città, la sua gente, il suo cuore. Sono grande tifoso dei giallorossi. Però io sono anche un grande amante di Napoli e dei napoletani, quindi per me è difficile prendere posizione”. Quando gli si chiede un pronostico, prova a restare diplomatico. “Mi piacerebbe un bel pareggio, diciamo un 3-3, un 2-2. Non quelle partite difficili e chiuse. Però ho paura a sbilanciarmi, ogni volta che dico qualcosa poi mi dicono che porto sfortuna!”, scherza.
Se Banfi si lascia andare ai ricordi e all’ironia, Flavio Insinna si trincera dietro la sua scaramanzia. “Non ho mai fatto un’intervista prima di una partita della Roma, a maggior ragione contro un Napoli così forte. Perché sono tifoso per davvero e sono, come dire, mediamente, non superstizioso, ma scaramantico”, spiega all’AGI. Insinna, attore, conduttore televisivo e volto storico di programmi di successo, vive il calcio con un trasporto viscerale. “Non credo che la scaramanzia domani basterà contro una squadra così forte – aggiunge – però non faccio interviste prima delle partite della Roma. Non la farei nemmeno prima di un’amichevole o di una partita di ragazzini. La mia scaramanzia è questa: la mia scaramanzia è Roma. Non parlo mai prima delle partite, ma non parlerei nemmeno prima di un mio spettacolo o di qualsiasi altra cosa”. Poi sorride, come a voler chiudere il discorso con un’ultima certezza: “Sono tifoso vero dal 1971”.
Se Banfi gioca con l’ironia e Insinna si chiude nel silenzio della scaramanzia, Francesco Venditti, attore e figlio di Antonello Venditti, vede la partita con il cuore e un velo di malinconia: “Roma-Napoli mi mette molta tristezza perché io c’ero il giorno in cui purtroppo é finito il gemellaggio tra le due tifoserie”, dice con amarezza. “Adoro Napoli e i napoletani, mi trovo benissimo con loro, e mi dispiace che questa partita non abbia più quel clima di condivisione che aveva un tempo”. Un cambiamento che si riflette anche nella gestione delle tifoserie e della sicurezza negli stadi. “Oggi è tutto più faticoso rispetto a prima. I napoletani che non vivono a Roma non possono comprare i biglietti, e i romani che non vivono a Napoli non possono fare lo stesso. E’ una cosa triste. Una volta che sei allo stadio, un po’ si piange”, riflette con l’AGI.
E sul match? “Vincerà il Napoli sicuramente!”, scherza, prima di correggersi con un sorriso: “No, dai, spero solo che la Roma faccia una bella partita. E’ normale che io voglia che vinca la Roma”. Il Napoli? “A me non me ne frega niente delle altre squadre. Il Napoli può pure ambire alla Coppa del Mondo, me ne potrebbe importare di meno e auguro di arrivare in alto, ma non di vincere lo scudetto. Per noi romanisti, vedere il Napoli vincere un altro titolo nel giro di due anni sarebbe uno smacco”, la sua risposta. Poi, il discorso si sposta sull’allenatore degli azzurri, Antonio Conte, e il tono diventa ancora più scherzoso: “Se non ci fosse stato Conte, avrei detto che il Napoli avrebbe avuto chance. Conte lo odia quasi tutto il globo terracqueo”. Lino Banfi, Flavio Insinna e Francesco Venditti raccontano Roma-Napoli ognuno con il proprio stile. Domenica, sugli spalti o davanti alla TV, ci saranno anche loro. In silenzio come Insinna, con una battuta pronta come Banfi o con un velo di malinconia come Venditti. Perché Roma-Napoli passa, ma la passione per la Roma resta. Sempre.