• 31 Gennaio 2025 17:44

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Se la madre incinta è depressa non c’è rischio autismo per il figlio

Gen 31, 2025

AGI – Le condizioni di salute della madre durante la gravidanza non sembrano influenzare il rischio di autismo nei bambini. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati della New York University Langone Health. Il team, guidato da Vahe Khachadourian e Magdalena Janecka, ha analizzato le informazioni cliniche di oltre 1,1 milioni di gravidanze in Danimarca. I ricercatori hanno scoperto che i casi in cui era stata evidenziata un’associazione tra i due fattori possono dipendere da altre cause, come la genetica, l’esposizione all’inquinamento o le difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria. “Non sono emerse prove convincenti – sottolinea Janecka – a favore del legame tra le condizioni di salute della madre e le probabilità che il bimbo sviluppi l’autismo”.

La struttura delle informazioni danesi ha permesso agli studiosi di controllare le singole diagnosi come definite dagli standard internazionali, confrontando i dati delle pazienti con il rischio di autismo dei figli. Gli esperti hanno corretto i fattori potenzialmente influenti, come lo stato sociodemografico e l’età della madre. I parametri restanti sono stati valutati anche in relazione ai fratelli dei bambini autistici.

Questo approccio ha permesso di separare le condizioni potenzialmente attribuibili a fattori familiari da quelle associate all’autismo. Gli scienziati riportano che la genetica risultava strettamente legata alla condizione. Ad esempio, spiegano gli scienziati, se una donna sperimenta depressione in gravidanza e il figlio sviluppa l’autismo, è probabile che entrambi condividano dei geni associati a entrambe le condizioni, piuttosto che una relazione di causalità. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno anche tenuto conto dei fattori di eredità da parte del padre.

Qualsiasi associazione tra una diagnosi paterna e l’autismo sarebbe molto probabilmente causata da fattori familiari, sottolineano gli esperti, poiché gli effetti diretti del padre su un feto post-concepimento sono probabilmente molto limitati. Dopo aver tenuto conto di tutti i parametri, l’unica diagnosi fortemente associata statisticamente all’autismo era quella delle complicazioni della gravidanza legate al feto.

“La nostra interpretazione – sostiene Janecka – è che queste diagnosi non causino l’autismo, ma piuttosto ne siano i primi segnali. Molte madri si sentono in colpa quando al figlio viene diagnosticato l’autismo, pensando di aver commesso degli errori durante la gestazione. Si tende a pensare che le origini dell’autismo siano da ricondurre al periodo prenatale”. “Dimostrare che l’autismo non dipende dalle condizioni della madre – conclude Khachadourian – potrebbe portare a modi più efficaci per supportare i bambini e le loro famiglie”.

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