AGI – Asilo ‘contro’ zoo: la scuola d’infanzia al posto della Fazenda Rocco, luogo molto amato da famiglie e bambini perché popolato da cavalli, zebre, dromedari, cammelli, carrozze d’epoca, con un tocco esotico suggestivo per Palazzo Pignano, piccolo comune nella campagna cremasca in cui non si parla d’altro da giorni, perfino sui muri sui quali sono stati affissi dei manifesti sul tema. Al centro della contesa c’è la figura di Rocco Cristodaro, commercialista e creatore della Fazenda al quale, spiega all’AGI il suo legale Massimiliano Lanci, il Comune ha ordinato a inizio gennaio lo sgombero perché il terreno su cui sorge gli è stato confiscato undici anni fa in via preventiva (cioé senza una condanna) per reati fiscali ma ‘fisicamente’ le proprietà gli sono state sottratte solo pochi mesi fa dopo un lungo iter burocratico. In caso di ‘sfratto’, Cristodaro annuncia di volersi “gandhianamente” sdraiare e non muoversi dalla cascina.
Il 30 dicembre scorso, la giunta comunale ha deliberato che il nuovo asilo si debba costruire proprio lì, in quel posto che dal 2005 accoglie una sorta di zoo dove si festeggiano anche matrimoni, compleanni e ricorrenze. L’inghippo non da poco, racconta l’avvocato Lanci, è che pende davanti alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo un ricorso contro la confisca. “Il ricorso ha superato il primo vaglio, cosa che accade molto di rado e siamo in attesa di una decisione. Nell’istanza, facciamo presente l’assurdità dell’inversione dell’onore della prova chiesta in Italia: tocca al mio assistito dimostrare la sua innocenza ‘fiscale’ a distanza di anni. Manca pochissimo alla decisione: se dovesse essere accolto il ricorso si creerebbe un danno irreparabile per il mio assistito ma anche per la collettività perché c’è la possibilità che i cittadini vedano svanire 4 milioni e mezzo di euro e al Comune toccherebbe risarcire i danni se venisse data ragione a Cristodaro”.
L’imprenditore ha scritto una lettera al sindaco annunciandogli “resistenza passiva sul modello gandhiano se dovessero iniziare i lavori” anche perché, osserva, “la rimozione forzata degli animali comporterebbe un rischio per il loro benessere senza contare che sarebbero colpite anche tante persone disabili che seguono terapie riabilitative attraverso l’ippica”. “I primi sopralluoghi per l’asilo si sono già svolti” riferisce Lanci precisando che, da dopo la confisca, Cristodaro paga l’affitto e, diversamente da quanto riportato dai media negli ultimi anni, “non ha nessuna condanna per legami con la mafia”.
Il sindaco Giuseppe Dossena risponde che il Comune non c’entra nulla: “Stiamo parlando di beni confiscati dal 2017, la questione riguarda la Prefettura. Noi abbiamo solo accettato di riceverli dopo che, nell’ottobre scorso, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati ha dato la possibilità di manifestare un interesse a questi beni. Al momento abbiamo effettuato solo un sopralluogo per la carotatura. Il ricorso? Non è un tema che riguarda il Comune”. Nel frattempo Cristodaro ha fatto mettere dei manifesti in paese per coinvolgere i cittadini affezionati alla Fazenda.