• 22 Gennaio 2025 20:21

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Decreto NCC bocciato, il Tar demolisce le nuove e discusse regole di Salvini

Gen 22, 2025

Nuovo giro, nuova bocciatura. Dopo la sentenza di dicembre, il Tar del Lazio frena di nuovo il decreto NCC di Salvini. Stavolta accogliendo il ricorso dell’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile, i giudici amministrativi sospendono l’efficacia di gran parte del provvedimento. Dal Foglio di servizio elettronico fino ad altre disposizioni chiave, la riforma del 2024 subisce un duro colpo. Tutto in attesa di giugno, quando si entrerà nel vivo della trattazione, ma il segnale è chiaro: così com’è, l’iniziativa legislativa rischia di naufragare.

Regole non proporzionate

La decisione dei giudici amministrativi segue un percorso già tracciato dalla sentenza di dicembre, che aveva definito illegittima la pausa di 20 minuti tra un servizio NCC e l’altro. Ora, mettono sotto la lente ulteriori criticità nel testo, secondo cui le norme “non appaiono ragionevoli e proporzionate” rispetto ai servizi di trasporto non di linea.

Per il Tar, il decreto introduce regole indebite, incidendo pesantemente sull’organizzazione e sull’operatività degli NCC. Tra i temi spinosi affrontati, divieto di contratti con intermediari, e di collaborare con agenzie di viaggio, alberghi, tour operator e piattaforme di mobilità (ad esempio Uber) “comprime la capacità concorrenziale degli operatori” e ostacoli l’accesso a canali rilevanti per le prenotazioni, a discapito di imprese e utenti.

Inoltre, la pausa obbligatoria di 20 minuti attira opinioni contrarie. Secondo i giudici, tale disposizione rappresenta una “reintroduzione mascherata” dell’obbligo di rientro in rimessa. Una pratica già dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema con la sentenza 56/2020.

Immediata la reazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In una nota ufficiale, il dicastero afferma che il pronunciamento del Tribunale amministrativo “non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC. Tuttavia, “il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”.

Ma “continuerà l’interlocuzione e il confronto con le categorie” per ribadire “l’impegno a combattere l’abusivismo di settore e garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”. E il Mit si dice fiducioso che “le successive fasi del contenzioso consentiranno di chiarire la ragionevolezza delle scelte regolatorie effettuate”.

Diverse associazioni di categoria approvano la decisione del Tar. Per MuoverSì, ad esempio, la bocciatura “conferma la necessità di una nuova legge sul trasporto pubblico non di linea, capace di garantire equilibri tra le parti e di sostenere turismo, imprese e cittadini”.

Spaccature anche nella maggioranza

Anche in ambito politico emergono spaccature inattese. Stefano Benigni (FI) aveva espresso dello scetticismo lo scorso novembre: “Rendere il Paese più moderno ed attrattivo, al pari dei grandi stati del mondo, è da sempre una priorità per Forza Italia: per questo siamo fermamente convinti che le liberalizzazioni siano necessarie, oggi più che mai. Auspichiamo – concludeva – che il ministro Salvini, da sempre attento alle esigenze dei cittadini, così come alla tutela di quel fondamentale valore che è la libertà, ponga rimedio ad un provvedimento così dannoso, che non esiste in nessun altro Paese d’Europa”.

Insieme ai capigruppo Andrea Caroppo e Roberto Rosso, il vicesegretario nazionale di Forza Italia presenterà un emendamento al DL Milleproroghe per rinviare l’applicazione delle norme. Il decreto NCC, nato con l’obiettivo di combattere l’abusivismo e garantire qualità nei servizi, rischia dunque di trasformarsi in un boomerang normativo. Tra le pressioni delle categorie, le spaccature politiche e le critiche dei giudici, il suo futuro appare più incerto che mai.

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