• 15 Gennaio 2025 22:41

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Morti per mancanza del guardrail, Autostrade deve risarcire

Gen 15, 2025

Una sentenza della Corte di Cassazione potrebbe fare giurisprudenza. Autostrade per l’Italia Spa, infatti, è stata condannata dai giudici a dover risarcire le famiglie di due vittime rimaste coinvolte in un incidente che, se ci fosse stato il guardrail, poteva non trasformarsi in dramma. Gli ermellini, dopo aver attentamente analizzato quanto avvenuto, hanno deciso di confermare la già negativa sentenza nei confronti di Autostrade, portando quindi a un precedente che in futuro potrebbe causare non pochi problemi in caso di sinistri con risvolti mortali.

Incidente mortale senza guardrail

L’episodio finito al centro della cronaca, sia giornalistica sia giudiziaria, ha coinvolto due donne poi morte dopo un grave incidente. Secondo quanto raccontato da Il Sole 24 ORE le due, che viaggiavano su una Fiat Bravo, sono morte dopo un volo da una scarpata causato da un precedente tamponamento.

La caduta oltre la carreggiata poteva essere evitata? Sì secondo i giudici, in quanto la presenza di un guardrail avrebbe potuto contenere e frenare il moto della vettura. Ma le barriere di protezione a bordo strada non c’erano e, di fatto, nulla ha potuto fermare la caduta.

L’incidente, avvenuto a circa 70 km/h, ha avuto esito mortale per le due, ma le famiglie non si sono fermate e hanno proseguito la loro battaglie nelle aule di tribunale portando i giudici alla sentenza 882/2025 che inchioda Autostrade.

Autostrade condannata al risarcimento

Stando alla dinamica dell’incidente, già la Corte di Appello si era pronunciata in favore delle famiglie delle vittime, condannando Autostrade al risarcimento dei danni insieme all’assicurazione. Ma nonostante la decisione del pagamento dovuto per “responsabilità oggettiva”, l’azienda ha fatto ricorso giungendo in Cassazione.

E anche qui i giudici sono stati impietosi, confermando la condanna al risarcimento. Perché? Secondo gli ermellini il guardrail avrebbe potuto evitare il dramma, con Autostrade che non avrebbe quindi svolto a pieno il proprio compito di “controllore”. Se avesse vigilato sul tratto, infatti, la società si sarebbe resa conto del grave mancamento in materia di sicurezza, ovviando al problema riuscendo, probabilmente, a evitare l’incidente mortale.

Nonostante il tentativo di “scarico” di responsabilità, in quanto la caduta nella scarpata è avvenuta per un tamponamento con un altro mezzo, la Suprema Corte ha inchiodato il gestore stradale nonostante il dm 223/1992 non imponesse l’obbligo del guardrail nel tratto interessato dall’incidente.

I giudici hanno quindi ricordato: “L’obbligo di vigilanza e controllo, e di adottare tutte le misure idonee per rendere innocua la cosa e non arrecare danno a terzi, trova la propria fonte già in base al dovere generale del neminem laedere, a fortiori sussiste in ipotesi di responsabilità aggravata, come quella per la custodia ex art. 2051 c.c., che costituiscono espressione di maggior favore per il danneggiato in presenza di una situazione di rischio unilaterale in quanto solo una parte (il danneggiante potenziale) ha la capacità tecnologica di ridurre l’occorrenza o la gravità degli incidenti”.

L’esito, quindi, è stato certificato con la sentenza 882/2025 che ha condannato Autostrade per l’Italia Spa al pagamento di 150.000 euro, metà dell’importo versato ai danneggiati dall’assicurazione. Una decisione dei giudici che in futuro potrà essere usata per casi analoghi.

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