AGI – Oltre 50.000 cibi trasformati presenti negli scaffali dei supermercati “alimentano” True Food, un innovativo database sviluppato da ricercatori del Mass General Brigham, pubblicato sulla rivista Nature Food e disponibile al pubblico. Si tratta di uno strumento prezioso per fare formazione ed educazione al consumatore sulla qualità dei prodotti da mettere nel carrello, per i decisori politici sul grado di lavorazione degli alimenti più diffusi in tre grandi supermercati americani e sulla necessità di regolamentare l’offerta alimentare. Utilizzando un algoritmo, i ricercatori hanno analizzato le offerte degli store selezionati, assegnando un punteggio agli alimenti in base al grado di lavorazione, completando poi la valutazione con l’analisi delle categorie di alimenti e della scelta disponibili nei diversi negozi.
“Il nostro lavoro vuole essere una sorta di “tutor” che guida il consumatore nel valutare tramite le giuste informazioni, gli alimenti più sani e digeribili da acquistare “, ha dichiarato Giulia Menichetti, ricercatrice al Channing Division of Network Medicine presso il Brigham and Women’s Hospital. “Il sistema di punteggio per gli alimenti trasformati ha l’obiettivo fornire al consumatore informazioni essenziali e semplici per imparare a mangiare più sano”.
Negli ultimi decenni, alimenti altamente e “ultra” trasformati hanno invaso gli scaffali dei supermercati, spesso a elevato contenuto di additivi, conservanti e zucchero, sale e grassi malsani. La ricerca ha suggerito che le diete ricche di alimenti ultra-processati possono favorire l’insorgenza di problemi di salute come obesità, diabete e malattie cardiache e che l’eccessiva trasformazione può privare gli alimenti di nutrienti benefici. Tuttavia, non è semplice definire quali alimenti siano trasformati, altamente trasformati o ultra-processati.
“Stiamo creando strumenti per aiutare le persone a modificare la loro dieta in base alle informazioni oggi disponibili sulla lavorazione degli alimenti, invitandoli a mangiare cibi di loro gradimento ma al contempo meno trasformati”, ha proseguito la dottoressa Menichetti. Pertanto i ricercatori hanno raccolto e analizzato gli elenchi degli ingredienti, i valori nutrizionali e i prezzi degli alimenti disponibili in tre importanti supermercati degli Stati Uniti, utili a creare GroceryDB, un database con oltre 50.000 prodotti alimentari, i cui risultati sono reperibili sul sito Web TrueFood, consultabili dai consumatori per confrontare gli alimenti in base al punteggio di lavorazione, valori nutrizionali e a un albero di ingredienti che mostra la composizione dei cibi.
Per condurre questa analisi i ricercatori hanno utilizzato l’algoritmo FPro da loro precedentemente creato, come raccontano in uno studio del 2023 su Nature Communications, che sfrutta l’apprendimento automatico per determinare livello di processazione degli alimenti disponibili, determinando un punteggio: tanto più è alto, quanto più un alimento è ultra-elaborato. L’analisi è stata condotta per prodotti come cereali, zuppe e stufati, yogurt e bevande allo yogurt, latte e sostituti del latte e biscotti e simili. Gli autori notano che mentre i negozi di alimentari possono vendere un’ampia varietà in termini di quantità di prodotti e marchi, l’offerta in termine di tecniche di processazione degli alimenti possono essere identiche in più negozi, limitando le scelte nutrizionali dei consumatori a una gamma ristretta di cibi. I ricercatori vorrebbero aggiungere informazioni di geolocalizzazione e di monitoraggio temporale per conoscere le opzioni alimentari preferite dai consumatori n diverse aree del paese e come tale variabilità possa avere un impatto sui determinanti sociali della salute.
“La ricerca in ambito di nutrizione dipende ancora da tecniche manuali, il nostro studio dimostra che l’intelligenza artificiale e la data science possono essere utilizzate per migliorarne i risultati”.