• 9 Gennaio 2025 18:33

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Maserati, crollo produzione a Modena nel 2024: solo 22 auto al mese

Gen 8, 2025

Con una contrazione del 79,1% rispetto all’anno precedente, il 2024 segna il punto più basso nella storia moderna di Maserati. Un dato che solleva interrogativi urgenti sul futuro del marchio. Culminato nelle sole 260 unità prodotte, il calo drastico rispetto alle 1.244 del 2023 non lascia dubbi: il plant di Modena sta attraversando una crisi senza precedenti. Il collasso, segnalato dal sindacato FIM-CISL, evidenzia una gestione strategica da rivedere.

Una crisi senza precedenti

Per comprendere la portata del fenomeno, è sufficiente tornare indietro al 2017, quando il complesso emiliano “sfornava” 3.733 esemplari. Da lì in avanti ha imboccato la parabola discendente, imputabile anche a sfavorevoli fattori esteri. Tuttavia, il bilancio appare drammatico persino paragonato al 2020, segnato dalla pandemia di Covid-19. Allora uscirono dalla catena di montaggio 160 auto, ma il contesto globale giustificava la flessione.

Stavolta, però, i rappresentanti dei lavoratori non esitano a puntare il dito contro i presunti responsabili: decisioni strategiche poco efficaci, come la scarsa promozione della gamma attuale, e ritardi nell’implementazione dei piani industriali.

Concepito per essere il cuore pulsante della Motor Valley italiana, lo stabilimento di Modena si è invece trasformato in un simbolo del declino. L’ambizioso progetto di rilancio, compreso l’Atelier del Programma di Personalizzazione Fuoriserie e le innovazioni legate alla piattaforma Folgore, non è riuscito a invertire la rotta. A loro volta, i progressi legati alla piattaforma full-electric Folgore hanno subito dei rallentamenti per questioni organizzativi e tecniche: il lancio posticipato al 2025 lascia incertezze.

Sindacati in ansia per il futuro

Siamo molto preoccupati per Maserati, ha dichiarato Ferdinando Uliano, leader del sindacato FIM-CISL. “Ci aspettiamo rapidamente un progetto chiaro e dettagliato per il rilancio del marchio”. Le parole di Uliano riflettono un sentimento dilagante tra i lavoratori dello stabilimento, tanti dei quali si trovano in cassa integrazione da mesi.

Stellantis, il gruppo a capo di Maserati, ha escluso la possibilità di chiudere l’impianto italiano, ma i numeri lasciano poco tranquilli. Jean-Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis, ha confermato che “Maserati merita un piano industriale”, senza però entrare nei dettagli.

Uno degli aspetti più dolorosi per la Casa del Tridente è stato il fallimento del laboratorio di innovazione. Il centro, fortemente voluto da Sergio Marchionne, era considerato un polo di eccellenza nella ricerca e nello sviluppo. La dismissione è stata interpretata come una sorta di resa alle problematiche del periodo.

Nel corso del 2024, si sono diffuse voci su una possibile acquisizione di Ferrari da parte di Stellantis, smentite dal gruppo nell’immediato. Sebbene l’idea abbia solleticato le fantasie, avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente l’identità del brand Maserati.

Il 2025 potrebbe rivelarsi un anno cruciale sul destino del Costruttore. Stellantis ha confermato l’ingresso di nuovi modelli nella gamma – anche se la Quattroporte full-electric è stata rinviata al 2028 – e l’avvento piattaforma STLA Large, come volano del segmento premium. Tuttavia, la fotografia attuale non dà serenità.

L’incertezza è palpabile: Maserati, simbolo del lusso e dell’eccellenza italiana, non può permettersi ulteriori passi falsi. Sarà fondamentale che riesca a delineare un programma chiaro, con investimenti mirati e una strategia in grado di rispondere alle sfide contemporanee del mercato.

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