Tra il 5 e il 10% degli esami di teoria della patente nelle grandi città è truccato: risuona come un campanello d’allarme il dato diffuso da Quattroruote. La frode mina la sicurezza stradale, andando anche a colpire la fiducia nelle istituzioni. Dai micro-auricolari alle telecamere nascoste, la tecnologia viene spesso usata per aggirare le regole con successo. A pagarne pegno, i cittadini onesti, la cui incolumità viene messa in pericolo.
Modalità di frode negli esami di teoria
Una delle tecniche adottate con maggiore frequenza prevede l’utilizzo di micro-auricolari, che, collegati a trasmettitori esterni, consentono di ricevere risposte durante il test. Integrate in bottoni o occhiali, delle microcamere miniaturizzate trasmettono i quiz a complici esterni, i quali inviano le risposte corrette in tempo reale. Il risultato? Una patente ottenuta senza reali competenze.
Il rischio non è solo legale. Chi guida senza conoscere il Codice della Strada mette a repentaglio la propria incolumità e quella altrui. Anche se il 5% può sembrare una percentuale contenuta, ogni caso è una potenziale minaccia.
Contromisure adottate dalle autorità
Per contrastare il fenomeno, le autorità hanno introdotto diverse misure preventive. Dal 2024, è obbligatorio indossare camici monouso a maniche lunghe durante gli esami, rendendo più complicato nascondere i dispositivi elettronici. In alcune sedi della Motorizzazione sono stati introdotti metal detector per controllare i candidati prima dell’accesso alle aule d’esame.
Tuttavia, il problema rimane. I truffatori tendono, infatti, ad adattarsi rapidamente con risorse più sofisticate e difficili da rilevare, come micro-auricolari ultrasottili che sfuggono ai metal detector. Qualcuno si avvale addirittura di materiali non metallici o segnali di frequenza modulata, non facili da intercettare. Inoltre, esistono degli abiti con scomparti nascosti per telecamere e trasmettitori. Ciò dimostra solo una cosa: quanto le organizzazioni siano disposte a investire per aggirare i controlli.
Un altro strumento proposto è il jammer, volto a bloccare le comunicazioni wireless. Il suo funzionamento si basa sull’emissione di segnali che interferiscono con le frequenze usate dai dispositivi fraudolenti. Nonostante la sua efficacia, il jammer solleva dubbi di natura legale e pratica, poiché potrebbe interferire con le comunicazioni d’emergenza. Senza poi contare che i truffatori stanno già trovando modi per superare le barriere, attraverso delle frequenze alternative.
Il giro d’affari
Secondo un’inchiesta condotta da La Repubblica, alcune autoscuole coinvolte generavano un guadagno giornaliero di circa 40.000 euro grazie alla frode, arrivando a superare il milione di euro al mese. Fermare i loschi traffici richiede uno sforzo congiunto delle autorità non indifferente, che talvolta porta, però, a catturare i responsabili.
Quanto accaduto, ad esempio, nel Bresciano, dove le Forze dell’Ordine hanno sequestrato più di un milione di euro in contanti. La perquisizione, avvenuta a inizio 2024, ha portato alla luce le operazioni illecite compiute da un’associazione a delinquere composta da quattro autoscuole, accusate di facilitare il rilascio fraudolento di “patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi”, riporta Today.it.
Le sanzioni per chi tenta di aggirare il sistema non si limitano alla perdita immediata della prova. Infatti, i trasgressori rischiano multe considerevoli e, in circostanze estreme, pene detentive.