• 23 Dicembre 2024 18:59

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Nuovo Codice della Strada, sanzioni elevate e norme severe ma mancano i controlli

Dic 23, 2024

Aumentare le sanzioni non basterà a garantire una maggiore sicurezza lungo le nostre strade. Almeno, non senza il concomitante incremento dei controlli. Continua a raccogliere opinioni avverse la riforma voluta dal Governo, con le associazioni di categoria che fungono da cassa di risonanza. Uno dei maggiori detrattori è Cinzia Franchini, la presidente dell’associazione Ruote Libere. Per lei il nuovo Codice della Strada potrà dare i propri frutti a patto di un rafforzamento della Polizia Stradale, una condicio sine qua non ancora ignorata.

Le risorse limitate costituirebbe il principale punto debole. E una generale sfiducia sull’ottenimento dei risultati viene condivisa da Ruote Libere, che mette in preventivo pure delle ulteriori conseguenze negative, riguardanti la sfera economica del Paese. Gli autotrasportatori potrebbero, infatti, risultare penalizzati dalle modifiche normative e, indirettamente, l’intero settore della logistica andrebbe a pagare pegno.

L’importanza dell’azione sul campo

La richiesta dell’associazione è di maggiori investimenti sul campo per raggiungere dei risultati concreti. “Se l’obiettivo del ministro Salvini era davvero quello di incrementare la sicurezza stradale – spiega Franchini alla Voce di Bolzano -, allora sarebbe stato sufficiente mantenere il vecchio Codice e aumentare i fondi per assumere nuovi agenti e migliorare la loro formazione”.

Ad alimentare i dubbi, la mancanza di decreti attuativi, basti pensare a quanto sta accadendo con i monopattini e il paradossale obbligo della targa. Ne deriva un panorama incerto, dove in tanti hanno sollevato interrogativi sulla reale efficacia delle manovre. Oltre a sfavorire gli agenti, Franchini teme le incertezze vadano a ripercuotersi sui professionisti, come quella degli autotrasportatori.

Franchini tiene a sottolineare l’importanza dei controlli sulle strade, definendoli uno strumento imprescindibile per garantire legalità e sicurezza. Con suo disappunto, però, non sono stati stanziati ulteriori fondi. E ciò prolunga l’emergenza del poco personale, un problema che persiste da anni. Ad avviso della presidente, si direbbero d’accordo gli stessi conducenti: “Chi viaggia in regola non teme i controlli, anzi, li auspica”.

Dunque, ogni attore coinvolto beneficerebbe di verifiche più rigorose. Alle azioni illegali e alle distorsioni ree di danneggiare il mercato verrebbe posto un freno. A supporto della tesi, Franchini evidenzia un’omissione, quella della Polizia Stradale nel calendario 2025 della Polizia di Stato. Desume sia un segnale della scarsa attenzione prestata a un’unità preziosa, e le autorità politiche avrebbero contribuito alla percezione di poco valore.

Sistema destinato a fallire

La presidente di Ruote Libere non risparmia il Governo, che avrebbe compiuto solo una parte del lavoro. L’incremento dei posti di blocco favorirebbe il rispetto delle regole, ma resta da vedere se ciò accadrà. Non basta promettere sequestri e azioni penali: se non si è in grado di vigilare nemmeno sul trasporto di merci pericolose, come previsto dalla normativa ADR, il sistema è destinato a fallire – conclude Franchini -. E questo accade perché manca la formazione adeguata a chi dovrebbe effettuare i controlli”.

In conclusione, la riforma del Codice della Strada appare incompleta e disallineata rispetto agli obiettivi dichiarati di maggiore sicurezza.  La mancanza di visione strategica, denunciata anche attraverso segnali simbolici, mina la fiducia nella riforma, lasciando aperte delle questioni irrisolte.

 

 

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