Il mercato automobilistico europeo sta attraversando una profonda crisi, le cui radici affondano in una serie di fattori industriali, normativi e commerciali. Mentre la competizione globale, le leggi varate dall’UE e l’aumento dei costi delle materie prime giocano un ruolo significativo, un elemento cruciale che sta soffocando il settore è l’aumento vertiginoso dei prezzi delle automobili. Questo fenomeno allarmante sta rendendo le vetture nuove inaccessibili per una fetta crescente della popolazione, in particolare per il ceto medio, che tradizionalmente rappresentava il fulcro del mercato.
Il monito del presidente di ACEA, Luca de Meo
Luca de Meo, presidente dell’ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili), ha lanciato un grido d’allarme, sottolineando l’urgenza di tornare a un’epoca in cui le auto erano accessibili a una fascia più ampia della popolazione. Secondo il manager italiano, che ricopre anche il ruolo di CEO in Renault, le attuali normative europee rendono “impossibile” produrre un’utilitaria redditizia in Europa. Questa affermazione, corroborata da dati allarmanti sull’aumento dei prezzi, mette in luce una situazione critica che minaccia non solo l’industria delle quattro ruote, ma anche il benessere economico di milioni di cittadini europei, che nel corso di questi anni hanno visto eroso – e non poco – il proprio potere di acquisto.
L’analisi dei listini prezzi dal 2010 ad oggi rivela un aumento consistente in tutti i segmenti. Modelli iconici come la Fiat 500 e la Panda, un tempo simboli di accessibilità, hanno subito incrementi di prezzo significativi, con la 500 che passa da 11.701 euro a 17.700 euro e la Panda da 8.850 euro a 15.900 euro. Anche salendo di fascia, l’aumento dei prezzi è evidente: la Nissan Qashqai, ad esempio, è passata da 18.850 euro a 28.089 euro nell’arco di circa 15 anni anni.
Aumento dei prezzi: l’indagine ISTAT
Questi aumenti vertiginosi, che vanno dai 6.000 ai 9.000 euro, si scontrano con un contesto economico sfavorevole, caratterizzato da una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. Secondo l’ISTAT, il potere d’acquisto delle retribuzioni degli italiani è diminuito del 4,5% dal 2013 al 2023. Questa combinazione di prezzi in aumento e salari stagnanti crea una situazione paradossale in cui le auto, un tempo simbolo di libertà e progresso sociale, diventano un bene di lusso, inaccessibile a molti.
Mentre il mercato dell’usato prospera, a testimonianza del perdurante interesse degli europei per le automobili, l’inaccessibilità delle auto nuove rappresenta una minaccia per l’intero settore. Le case automobilistiche rischiano di perdere una parte significativa della loro clientela, mentre i cittadini si trovano privati di un bene essenziale per la mobilità e l’indipendenza.
La crisi del mercato automobilistico europeo richiede un’azione decisiva a livello politico ed industriale. È necessario – molto probabilmente – un ripensamento delle normative europee, con l’obiettivo di rendere la produzione di auto più efficiente e meno costosa. Allo stesso tempo, le case automobilistiche devono impegnarsi a sviluppare modelli più accessibili, senza compromettere la qualità e la sicurezza. Solo attraverso un impegno congiunto di tutte le parti coinvolte sarà possibile invertire la tendenza e riportare le auto alla portata di tutti, garantendo la sopravvivenza di un settore vitale per l’economia europea. La partita è ancora aperta, ma il tempo stringe.