Quando si pensava che il GP Qatar avrebbe dovuto essere un affaire privato tra McLaren e Ferrari, è la Red Bull a spuntarla. Sul tracciato di Lusail, infatti, a salire sul gradino più alto del podio è stato Max Verstappen, già iridato a Las Vegas, nonostante la penalizzazione in griglia.
La grande delusa di giornata è la McLaren. Il team di Woking, partito con le intenzioni per chiudere a Lusail il campionato riservato ai costruttori, anche a causa dell’ennesimo errore di Lando Norris, forse ancora troppo immaturo per ambire a risultati più importanti, si trova ancora in ballo con la Ferrari. E proprio in Qatar l’unica che può guardare al bicchiere mezzo pieno è proprio il Cavallino Rampante.
La scuderia italiana, infatti, è riuscita non solo a tenere aperti i giochi del Campionato ma soprattutto ha rosicchiato qualche punticino alla McLaren che, forse, potrebbe rivelarsi fondamentale in occasione dell’ultima gara, la settimana prossima, ad Abu Dhabi.
Ferrari
Regina sotto le luci artificiali della notte di Lusail è senza alcun dubbio la Ferrari. Nonostante la Rossa non sia riuscita a salire sul gradino più alto del podio, Leclerc e Sainz, in parte, sono riusciti a fare quello che il team ha richiesto loro: ossia portare punti a casa rosicchiando qualche lunghezza nei confronti della McLaren.
La Ferrari non è ancora fuori dai giochi del Campionato Costruttori e, sebbene la strada sia in salita per il team italiano, gli uomini della rossa, ad Abu Dhabi, potrebbero tornare ad alzare un risultato che manca da sedici anni.
La gara di Leclerc è cominciata nel migliore dei modi. Allo spegnimento dei semafori rossi il monegasco riesce subito a superare Piastri. Nonostante il neozelandese riesca a sorpassarlo subito dopo la Safety Car, Charles riesce a mettergli (ancora) le ruote della sua SF-24 davanti a seguito della sosta ai box e lo tiene dietro fino al termine della corsa (nonostante altre due Safety Car e il DRS).
Sainz avrebbe potuto fare di più. Ma a mettere il bastone fra le ruote allo spagnolo è la sfortuna. Il figlio d’arte, sesto a fine corsa, ha potuto solamente limitare i danni dopo aver subito una brutta foratura causata dallo specchietto perso da Albon in pista.
Come se non fosse sufficiente già quello accaduto a Sainz, probabilmente anche il fondo della sua SF-24 è rimasto leggermente danneggiato da qualche detrito raccolto sul tracciato e questo è il motivo principale per il quale Sainz non è riuscito a superare Gasly nel finale del GP Qatar.
Kick Sauber
Ho sempre pensato che questo giorno non sarebbe mai arrivato. Ma dopo settimane di pagelle dove la Kick era sempre il fanalino di coda della nostra classifica, l’ex Sauber si becca un bel posto d’onore dietro alla Ferrari. Sono stati tanti i piloti ritirati, ok. Bottas e Zhou non sono saliti sul podio, ok. Ma va dato merito a entrambi i piloti di non essersi fatti trovare aggrovigliati in qualche contatto coi colleghi e soprattutto a Zhou di essere riuscito a chiudere la gara in zona punti mentre Bottas (11°) non è arrivato tanto distante dal compagno di squadra.
Quelli che il pilota cinese è riuscito a portare in dote sono i primi punti del 2024. Avrebbero potuto essere anche di più se nel finale non fosse arrivato alle spalle di Bottas un incontenibile Norris che, dopo l’ennesimo errore, avrebbe fatto di tutto pur di chiudere la corsa in top ten. La Kick Sauber è destinata a chiudere la classifica nel Mondiale Costruttori ma almeno, i 4 punti ottenuti a Lusail saranno importanti per il morale del team e dei piloti non solo in occasione della gara finale di Abu Dhabi e soprattutto in previsione del 2025.
Red Bull
Ah… se non ci fosse Max Verstappen. Nonostante la penalità che ha fatto perdere la pole position al pilota olandese, il Campione del Mondo in carica ha voluto dare una prova di forza nel GP Qatar riuscendo a vincere la corsa proprio come avrebbe fatto in uno dei suoi momenti migliori.
Nonostante il quarto alloro al collo, la voglia di staccare la spina non ha ancora preso il comando di Super Max. E anche da queste cose si vede quando si ha davanti un vero campione. L’olandese si è preso una piccola pausa solamente in occasione della Sprint, poi è tornato a fare il cannibale. Allo start brucia Russell e rimane leader della gara per quasi tutto il tempo, con una Red Bull che sembra essere tornata quella di inizio anno.
E se Verstappen ha fatto capire di essere ancora super focalizzato sul campionato (nonostante la vittoria del Campionato), non si può dire lo stesso per Perez. Il messicano, dopo la brutta prestazione nella Sprint, stava disputando un buon GP Qatar fino a quando, dopo la seconda Safety Car, ci mette del suo, finisce in testacoda e torna mestamente ai box. Era chiamato a non fare errori. Soprattutto perché gli azionisti Red Bull decideranno il futuro di Perez in un incontro dopo il GP Abu Dhabi. E anche se a Yas Marina le cose dovessero andare bene al messicano, Perez ha più un piede fuori dal team di Milton Keynes rispetto che uno dentro.
McLaren
La McLaren è la grande delusa di questa domenica. Il team di Woking, complice anche il fatto di avere entrambi i propri piloti davanti a quelli della Ferrari, sperava di chiudere i giochi riguardanti il Campionato Costruttori a Lusail. E invece è rimasto con un pugno d’acqua in mano. Nonostante Piastri, fin dall’inizio, ha dimostrato di non avere il passo di Norris su questa pista (anche se era riuscito egregiamente a tenersi dietro Leclerc), Norris ne combina una delle sue. E proprio in una di quelle occasioni dove non avrebbe dovuto.
Norris non rallenta in regime di bandiere gialle e butta via la gara sua e, per il momento, il Campionato targato McLaren procurandosi uno Stop and Go di dieci secondi che rischia di tenerlo fuori dalla zona punti, se non fosse riuscito a superare Bottas. La velocità non basta. Nelle corse serve anche la testa e, sebbene poi l’inglese sia riuscito a rimontare, quanto accaduto oggi rispecchia verosimilmente la stagione vissuta fino ad ora da Norris in cui ha sprecato troppo.
Mercedes
Se Verstappen, nonostante il titolo vinto, sembra non avere voglia di andare in vacanza, non si può dire lo stesso di Lewis Hamilton che, sembrerebbe già avere la testa a Maranello.
Quella di Lusail credo sia proprio la peggior gara disputata nel corso di tutta la sua carriera da parte del pilota inglese: jump start alla partenza, tre posizioni perse e dieci secondo di penalità. Poi si becca pure una foratura a causa dei detriti (questo ovviamente non per colpa sua ma è un fattore che rende la sua corsa ancora più difficile), si lamenta col team della guidabilità della vettura e per chiudere in bellezza si becca pure un drive through.
Se Hamilton non vede l’ora di lasciarsi alle spalle queste ultime annate difficili con la Mercedes, Russell ci prova con ogni mezzo a portare sul podio la W15. Ma il GP Qatar non era la gara dell’inglese. A George, che magari sperava di ripetere l’impresa di Las Vegas, le cose cominciano a complicarsi fin dalla partenza quando da primo paga subito due posizioni. Poi la gara è in salita di suo: prima fatica a mettere in temperatura le gomme hard, rimane bloccato nel traffico, ha problemi in occasione della sosta e si becca pure una penalità di cinque secondi.
Alpine
Dopo l’uscita di Ocon proprio nelle prime fasi della corsa (tanto che hanno iniziato a girare rumors a riguardo di un appiedamento del francese già dalla gara di Abu Dhabi) è Gasly a tenere in alto il nome della Alpine. Ok, la Safety Car un po’ lo ha graziato ma il 28enne si trova al posto giusto nel momento giusto. Nel finale riesce a tenersi alle spalle la Ferrari di Sainz (che forse senza i problemi al fondo avrebbe potuto superare il transalpino) e si tiene aggrappato a un eccezionale sesto posto finale e regala al team punti importanti in chiave Mondiale.
Aston Martin
Forse a Lusail Aston Martin avrebbe meritato una posizione più in alto nelle nostre pagelle. Ma sono tanti quelli che hanno stupito nel GP Qatar. Esattamente come accade in Red Bull dove a tenere alto il nome del team ci pensa Max Verstappen, in Aston Martin possiamo dire lo stesso di Fernando Alonso. Dopo qualche gara anonima lo spagnolo è autore di una corsa davvero interessante. Solido, determinato. Nonostante l’avvio incerto la strategia lo premia e lo chiudere la gara di Lusail in zona punti.
Discorso differente per Lance Stroll che, perdonatemi, credo che sia ancora un pilota Aston Martin semplicemente per il fatto che è figlio del proprietario. Dopo l’erroraccio di Interlagos, il canadese ne fa un’altra delle sue: si scontra con Albon, si becca dieci secondi di penalità e dopo pochi giri, si ritira. Inizio a pensare che Perez non dovrebbe essere il solo a salutare il Circus della F1.
Haas
Se in tante occasioni è stato Hulkenberg a dare lustro alla Haas, Magnussen a Lusail si è preso le luci della ribalta in quella che è la sua penultima gara nella classe regina del Motorsport. Il danese, che chiude la corsa in nona posizione e regala alla scuderia americana due punti importanti, mette in ombra Hulkenberg che, dopo la seconda Safety Car, chiude la propria corsa sulla ghiaia.
Racing Bulls
Gara senza infamia e senza gloria anche per i piloti della Racing Bulls. Se la gara di Tsunoda (13°) è in ripresa nel finale, dopo un avvio difficile, non riesce a fare meglio nemmeno Lawson (14°) che si becca pure una penalità per l’incidente con Stroll.
Williams
Non vorrei essere in quelle povere stelle dei meccanici della Williams che ormai non riescono più a vedere una loro vettura arrivare integra a fine gara. Dopo i segnali di ripresa mostrati nel corso della stagione, il team britannico (complice anche il famoso budget cap) non ha più pezzi di ricambio per le proprie monoposto e corre con pezzi raccolti qui e là.
Ma se Albon nonostante la penalità riesce a portare al traguardo, sana e salva, la sua FW46, non si può dire lo stesso di Colapinto che, dopo un avvio in grande spolvero, in questo finale di stagione sta continuando ad accumulare errori su errori e soprattutto ritiri. Oggi non per colpa sua, ma in un momento in cui si sta parlando del suo futuro questo zero in classifica non fa certo bene al pilota argentino.