AGI – A Singapore, dal 25 novembre al 13 dicembre, Ding Liren e Gukesh Dommaraju si affrontano per decidere chi sarà il prossimo Campione del mondo di scacchi. Il titolo è nelle mani del giocatore cinese che lo ha conquistato nel 2023, dopo aver superato il russo Ian Nepomniachtchi. Lo sfidante, esponente della nuova ondata di fortissimi atleti indiani, ha vinto il torneo dei Candidati, organizzato proprio per definire chi debba avere la chance di detronizzare il Campione. Gukesh, classe 2006, potrebbe diventare il più giovane della storia ad assicurarsi il titolo. Il montepremi in palio è pari a 2,5 milioni di dollari e il principale sponsor, Google, assicurerà alla manifestazione una maggiore diffusione a livello globale. È il primo incontro valido per la corona mondiale, in 138 anni, a vedere la partecipazione di due concorrenti provenienti dall’Asia.
Si giocheranno 14 partite a tempo classico. Il vincitore sarà lo scacchista che arriva per primo a 7,5 punti. Ogni partita potrebbe diventare una maratona: a disposizione ci saranno 120 minuti per le prime 40 mosse; altri 30 minuti per il resto della partita con un incremento di 30 secondi a mossa a partire dalla 41esima mossa. La patta potrà essere concordata tra i giocatori solo dopo la 40esima mossa. Se alla fine dei 14 match la situazione fosse ancora in bilico si procederà con i tie-break a tempo più rapido. Sono previste ben 4 giornate di riposo.
La sede
La città-stato asiatica è stata scelta come luogo adatto a ospitare la sfida anche per la sua profonda vocazione tecnologica, oltre a essere da sempre uno dei centri turistici e commerciali più iconici al mondo. Ancora oggi è uno degli hub più innovativi dell’intero pianeta e vanta uno dei PIL pro capite più alti. Per la seconda volta nella storia, il match valido per l’assegnazione del titolo mondiale verrà giocato nel sud-est asiatico. La prima volta fu a Baguio, nelle Filippine, dove nel 1978 si affrontarono Anatoly Karpov e Viktor Korchnoi.
La Singapore Chess Federation si è impegnata fin da subito per garantire i massimi standard, assicurandosi il lussuoso Resorts World Sentosa come luogo in cui far svolgere i match. La sala da gioco si trova all’interno dell’Equarius Hotel, una struttura insulare a 5 stelle con vista mozzafiato sulla foresta pluviale che la circonda. Si trova, precisamente, al largo della costa meridionale di Singapore, ed è collegato alla città tramite diverse opzioni: una classica e agevole strada, una funivia, una passerella pedonale e, persino, una monorotaia.
Le previsioni a senso unico
Non c’è nessun giocatore o addetto ai lavori che oggi scommetterebbe sulla vittoria di Ding Liren. Il 32enne di Wenzhou è reduce da un anno terribile. I problemi sono comparsi proprio dopo la conquista del trono. Ding ha giocato poco e male. Per lunghi mesi è sparito dalle scene con mille voci che si inseguivano sul suo stato di salute precario, il carico e la pressione della fama mal sopportati. Si è vociferato intorno a una possibile depressione e c’è chi ha avanzato dubbi sul fatto che il giocatore cinese potesse rinunciare a difendere il suo titolo. Nei momenti di maggiore assenza si è apertamente parlato di ritiro anticipato. Poi le cose sono andate migliorando. Ding si è fatto vedere più spesso. Ha ammesso di avere diverse difficoltà legate alla sua salute mentale ma ha anche rassicurato sulla volontà di giocare il match. Le sue prestazioni alla scacchiera, però, non sono migliorate, tanto che è stato lui stesso a indicare Gukesh come il favorito della vigilia. “Sarò lo sfavorito di questo match. Spero di diventare un giocatore molto diverso per metterlo in difficoltà. Devo cercare di rallentare il suo ritmo”. Sembra davvero lontana anni luce la conferenza stampa in cui Ding, appena diventato il 17esimo Campione del mondo di scacchi dopo il successo su Ian Nepomniachtchi, raccontava di essere un tifoso della Juventus e di voler andare a vedere una partita a Torino.
Dall’altra parte della scacchiera Gukesh non scherza affatto e continua a macinare vittorie su vittorie. Ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi confermandosi come uno dei giocatori più forti al mondo ed è concentrato sul da farsi: vuole vincere, a tutti i costi. E non vuole affatto sentir parlare di previsioni, favoriti e squilibri. Il giovane indiano è perfettamente conscio di non poter sbagliare, di avere tra le mani una chance enorme per riportare in India il titolo, bissando l’impresa di Anand. “È un’esperienza nuova per me. È un duro lavoro, ma mi piace, quindi vediamo i prossimi sviluppi”. E pensa anche che la sua età si rivelerà un vantaggio: “Ho più energia ed è più facile forse per me rimanere concentrato durante i tornei molto lunghi”.
Ed è forse proprio per questo che la questa sfida sta assumendo contorni sempre più affascinanti: l’underdog, già condannato alla sconfitta, contro il giovane prodigio, che già assapora la vittoria. Ci sono tutti gli ingredienti per un piatto stellato. E nuova linfa Ding la può ottenere dai numeri: è lui che guida gli socntri diretti, a tempo lungo, contro Gukesh: due vittorie, una patta e nessuna sconfitta. A Wijk aan Zee a gennaio Ding ha fatto un pessimo torneo ma, una delle sue due sole vittorie, è arrivata proprio contro Gukesh. È interessante anche analizzare il punto di vista di Carlsen, il numero uno al mondo: “Gukesh è il grande favorito e se riuscirà a ‘colpire’ per primo allora vincerà senza problemi. Tuttavia, più a lungo si andrà avanti” senza che l’ago della bilancia penda per uno dei due contendenti, “è meglio sarà per Ding, perché ha tutte le capacità che servono ma manca di confidenza e serenità”.
Chi è Ding Liren
Classe1992, Ding è stato introdotto agli scacchi all’età di quattro anni. Fin da subito ha ottenuto risultati di prestigio che lo hanno messo sotto i riflettori della comunità scacchistica. Il primo posto a pari merito nei Campionati mondiali giovanili Under-10 e Under-12 (rispettivamente nel 2003 e nel 2004) hanno fatto crescere le aspettative sul suo futuro. A soli 16 anni, Ding è diventato il più giovane campione nazionale cinese di sempre. Un titolo che avrebbe conquistato anche nel 2011 e nel 2012. Ha poi aiutato la sua nazionale a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel 2014. Nel 2015 è diventato il secondo giocatore cinese a entrare nella top 10, dopo Wang Yue. Negli anni successivi il suo nome è rimbalzato di bocca in bocca, di torneo in torneo. Nel 2018 ha vinto l’oro individuale e a squadre alla 43a Olimpiade dergli scacchi ed è diventato il primo giocatore cinese a superare il punteggio Elo di 2800, raggiungendo un punteggio massimo di 2816, il decimo più alto nella storia del gioco.
Poi è arrivato “il centello” con cui ha conquistato titoli e articoli di giornale. Da agosto 2017 a novembre 2018, Ding è stato il protagonista di una serie senza sconfitte a tempo classico lunga 100 partite. Ma quello è stato anche un periodo di chiaroscuri. Il suo primo tentativo di approccio alla corona mondiale, ovvero la partecipazione al Torneo dei Candidati del 2018 a Berlino, non è andato benissimo: il nativo di Wenzhou ha vinto un solo match su 14 collezionando ben 13 patte. Molto meglio è andato nel 2019 quando ha vinto sia la Sinquefield Cup che il Grand Chess Tour. Nel 2020 è arrivato il suo secondo tentativo al Torneo dei Candidati a Ekaterinburg, in Russia. Nonostante fosse il favorito, Ding ha concluso solo al quinto posto.
Ma è a Madrid nel 2022, al suo terzo Torneo dei Candidati, che cambia tutto. Anche grazie alla fortuna. Ding si qualifica solo dopo aver giocato una serie di tornei organizzati in fretta e furia in Cina e solo dopo aver beneficiato della squalifica di Sergey Karjakin, giocatore russo schierato con Putin. Arrivò secondo, dopo una grande rimonta, dietro Ian Nepomniachtchi. In circostanze normali, questo non sarebbe stato sufficiente per la partita del campionato del mondo. Tuttavia, dopo il ritiro di Magnus Carlsen dalla difesa del titolo, i due contendenti diventarono proprio Nepo e Ding. Ad Astana andò in scena una gara spettacolare, senza esclusioni di colpi, con ribaltamenti e rovesciamenti improvvisi. Al tie-break si impose il giocatore cinese che diventò così il 17esimo ‘Campione del mondo’ della lunga storia degli scacchi.
Chi è Gukesh Dommaraju
La prima cosa da sapere riguarda il suo nome. A volte lo si trova completo. A volte compare solo la forma ‘Gukesh’. Altre ancora Gukesh D. Quest’ultima è la versione che il 18enne di Chennai preferisce. La seconda cosa da sapere e che ha imparato a giocare a scacchi, a scuola, all’età di sette anni, sotto la spinta dei genitori, un chirurgo otorinolaringoiatra e una microbiologa. Ovvero a un’età più tarda rispetto ai grandi giocatori di oggi. Ma ha recuperato in fretta: sei mesi dopo aveva già un punteggio FIDE ufficiale e, nei seguenti 3 anni, già collezionava piccoli trofei e targhe con la scritta “primo classificato”. Il titolo di GM è arrivato il 15 gennaio del 2019, all’età di 12 anni, sette mesi e 17 giorni. Il nativo di Chennai è diventato la seconda persona più giovane della storia a raggiungere questo risultato dopo Sergey Karjakin. Avrebbe potuto battere questo record ma fu fermato, qualche settimana prima, da una patta che non gli permise di completare il suo percorso A guardare il suo palmares si rimane stupiti. Ha vinto i Campionati mondiali di scacchi Under-12 e ben cinque medaglie d’oro ai Campionati asiatici di scacchi giovanili, vincendo competizioni in tutti i formati (classico, rapid, blitz e a squadre).
Gukesh ha catturato l’attenzione mondiale nel 2022 quando ha vinto l’oro individuale alle Olimpiadi di scacchi, con un punteggio di 9/11 e aiutando così la squadra ‘India 2’ a vincere il bronzo. Tuttavia fu proprio un suo errore a estromettere quel team di giovanissimi dall’accesso ai gradini più alti del podio. Nello stesso anno ha superato i 2700 punti Elo, diventando il terzo giocatore di scacchi più giovane a farlo, dopo Wei Yi e Alireza Firouzja. Nel 2023 è arrivato a 2750 diventando il giocatore più giovane di sempre a riuscirci, e poi a settembre, ha raggiunto l’ottavo posto nel ranking mondiale, superando Viswanathan Anand come giocatore indiano con il punteggio più alto, un titolo che Anand ha detenuto per oltre 37 anni.
Arrivando secondo nel Circuito FIDE 2023, una manifestazione caratterizzata da una serie di appuntamenti che si svolgono durante l’anno, si è assicurato un posto ai Candidati del 2024. Ed è lì che ha fatto il colpaccio. Ha prevalso su altri giocatori più attesi, come Caruana e Nepo, diventando il più giovane sfidante di sempre per il titolo di Campione del Mondo. Per molti, uno dei suoi segreti è Grzegorz Gajewski, il suo principale allenatore. Il polacco, 39 anni, lo ha aiutato ai Candidati, soprattutto a migliorare l’aspetto del controllo dei nervi e di tutto quello che riguarda la gestione della pressione mediatica (che in India è molto forte). A settembre Gukesh si è preso una bella rivincita anche per quanto riguarda le Olimpiadi. A Budapest, giocando come prima scacchiera, ha registrato lo stratosferico punteggio di 9/10, guidando la sua nazionale all’oro e vendicando così l’errore fatto due anni prima. E ora manca solo l’ultimo scalpo, il più importante. Quello che dà un biglietto diretto per l’Olimpo del gioco.
AGI – A Singapore, dal 25 novembre al 13 dicembre, Ding Liren e Gukesh Dommaraju si affrontano per decidere chi sarà il prossimo Campione del mondo di scacchi. Il titolo è nelle mani del giocatore cinese che lo ha conquistato nel 2023, dopo aver superato il russo Ian Nepomniachtchi. Lo sfidante, esponente della nuova ondata di fortissimi atleti indiani, ha vinto il torneo dei Candidati, organizzato proprio per definire chi debba avere la chance di detronizzare il Campione. Gukesh, classe 2006, potrebbe diventare il più giovane della storia ad assicurarsi il titolo. Il montepremi in palio è pari a 2,5 milioni di dollari e il principale sponsor, Google, assicurerà alla manifestazione una maggiore diffusione a livello globale. È il primo incontro valido per la corona mondiale, in 138 anni, a vedere la partecipazione di due concorrenti provenienti dall’Asia.
Si giocheranno 14 partite a tempo classico. Il vincitore sarà lo scacchista che arriva per primo a 7,5 punti. Ogni partita potrebbe diventare una maratona: a disposizione ci saranno 120 minuti per le prime 40 mosse; altri 30 minuti per il resto della partita con un incremento di 30 secondi a mossa a partire dalla 41esima mossa. La patta potrà essere concordata tra i giocatori solo dopo la 40esima mossa. Se alla fine dei 14 match la situazione fosse ancora in bilico si procederà con i tie-break a tempo più rapido. Sono previste ben 4 giornate di riposo.
La sede
La città-stato asiatica è stata scelta come luogo adatto a ospitare la sfida anche per la sua profonda vocazione tecnologica, oltre a essere da sempre uno dei centri turistici e commerciali più iconici al mondo. Ancora oggi è uno degli hub più innovativi dell’intero pianeta e vanta uno dei PIL pro capite più alti. Per la seconda volta nella storia, il match valido per l’assegnazione del titolo mondiale verrà giocato nel sud-est asiatico. La prima volta fu a Baguio, nelle Filippine, dove nel 1978 si affrontarono Anatoly Karpov e Viktor Korchnoi.
La Singapore Chess Federation si è impegnata fin da subito per garantire i massimi standard, assicurandosi il lussuoso Resorts World Sentosa come luogo in cui far svolgere i match. La sala da gioco si trova all’interno dell’Equarius Hotel, una struttura insulare a 5 stelle con vista mozzafiato sulla foresta pluviale che la circonda. Si trova, precisamente, al largo della costa meridionale di Singapore, ed è collegato alla città tramite diverse opzioni: una classica e agevole strada, una funivia, una passerella pedonale e, persino, una monorotaia.
Le previsioni a senso unico
Non c’è nessun giocatore o addetto ai lavori che oggi scommetterebbe sulla vittoria di Ding Liren. Il 32enne di Wenzhou è reduce da un anno terribile. I problemi sono comparsi proprio dopo la conquista del trono. Ding ha giocato poco e male. Per lunghi mesi è sparito dalle scene con mille voci che si inseguivano sul suo stato di salute precario, il carico e la pressione della fama mal sopportati. Si è vociferato intorno a una possibile depressione e c’è chi ha avanzato dubbi sul fatto che il giocatore cinese potesse rinunciare a difendere il suo titolo. Nei momenti di maggiore assenza si è apertamente parlato di ritiro anticipato. Poi le cose sono andate migliorando. Ding si è fatto vedere più spesso. Ha ammesso di avere diverse difficoltà legate alla sua salute mentale ma ha anche rassicurato sulla volontà di giocare il match. Le sue prestazioni alla scacchiera, però, non sono migliorate, tanto che è stato lui stesso a indicare Gukesh come il favorito della vigilia. “Sarò lo sfavorito di questo match. Spero di diventare un giocatore molto diverso per metterlo in difficoltà. Devo cercare di rallentare il suo ritmo”. Sembra davvero lontana anni luce la conferenza stampa in cui Ding, appena diventato il 17esimo Campione del mondo di scacchi dopo il successo su Ian Nepomniachtchi, raccontava di essere un tifoso della Juventus e di voler andare a vedere una partita a Torino.
Dall’altra parte della scacchiera Gukesh non scherza affatto e continua a macinare vittorie su vittorie. Ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi confermandosi come uno dei giocatori più forti al mondo ed è concentrato sul da farsi: vuole vincere, a tutti i costi. E non vuole affatto sentir parlare di previsioni, favoriti e squilibri. Il giovane indiano è perfettamente conscio di non poter sbagliare, di avere tra le mani una chance enorme per riportare in India il titolo, bissando l’impresa di Anand. “È un’esperienza nuova per me. È un duro lavoro, ma mi piace, quindi vediamo i prossimi sviluppi”. E pensa anche che la sua età si rivelerà un vantaggio: “Ho più energia ed è più facile forse per me rimanere concentrato durante i tornei molto lunghi”.
Ed è forse proprio per questo che la questa sfida sta assumendo contorni sempre più affascinanti: l’underdog, già condannato alla sconfitta, contro il giovane prodigio, che già assapora la vittoria. Ci sono tutti gli ingredienti per un piatto stellato. E nuova linfa Ding la può ottenere dai numeri: è lui che guida gli socntri diretti, a tempo lungo, contro Gukesh: due vittorie, una patta e nessuna sconfitta. A Wijk aan Zee a gennaio Ding ha fatto un pessimo torneo ma, una delle sue due sole vittorie, è arrivata proprio contro Gukesh. È interessante anche analizzare il punto di vista di Carlsen, il numero uno al mondo: “Gukesh è il grande favorito e se riuscirà a ‘colpire’ per primo allora vincerà senza problemi. Tuttavia, più a lungo si andrà avanti” senza che l’ago della bilancia penda per uno dei due contendenti, “è meglio sarà per Ding, perché ha tutte le capacità che servono ma manca di confidenza e serenità”.
Chi è Ding Liren
Classe1992, Ding è stato introdotto agli scacchi all’età di quattro anni. Fin da subito ha ottenuto risultati di prestigio che lo hanno messo sotto i riflettori della comunità scacchistica. Il primo posto a pari merito nei Campionati mondiali giovanili Under-10 e Under-12 (rispettivamente nel 2003 e nel 2004) hanno fatto crescere le aspettative sul suo futuro. A soli 16 anni, Ding è diventato il più giovane campione nazionale cinese di sempre. Un titolo che avrebbe conquistato anche nel 2011 e nel 2012. Ha poi aiutato la sua nazionale a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel 2014. Nel 2015 è diventato il secondo giocatore cinese a entrare nella top 10, dopo Wang Yue. Negli anni successivi il suo nome è rimbalzato di bocca in bocca, di torneo in torneo. Nel 2018 ha vinto l’oro individuale e a squadre alla 43a Olimpiade dergli scacchi ed è diventato il primo giocatore cinese a superare il punteggio Elo di 2800, raggiungendo un punteggio massimo di 2816, il decimo più alto nella storia del gioco.
Poi è arrivato “il centello” con cui ha conquistato titoli e articoli di giornale. Da agosto 2017 a novembre 2018, Ding è stato il protagonista di una serie senza sconfitte a tempo classico lunga 100 partite. Ma quello è stato anche un periodo di chiaroscuri. Il suo primo tentativo di approccio alla corona mondiale, ovvero la partecipazione al Torneo dei Candidati del 2018 a Berlino, non è andato benissimo: il nativo di Wenzhou ha vinto un solo match su 14 collezionando ben 13 patte. Molto meglio è andato nel 2019 quando ha vinto sia la Sinquefield Cup che il Grand Chess Tour. Nel 2020 è arrivato il suo secondo tentativo al Torneo dei Candidati a Ekaterinburg, in Russia. Nonostante fosse il favorito, Ding ha concluso solo al quinto posto.
Ma è a Madrid nel 2022, al suo terzo Torneo dei Candidati, che cambia tutto. Anche grazie alla fortuna. Ding si qualifica solo dopo aver giocato una serie di tornei organizzati in fretta e furia in Cina e solo dopo aver beneficiato della squalifica di Sergey Karjakin, giocatore russo schierato con Putin. Arrivò secondo, dopo una grande rimonta, dietro Ian Nepomniachtchi. In circostanze normali, questo non sarebbe stato sufficiente per la partita del campionato del mondo. Tuttavia, dopo il ritiro di Magnus Carlsen dalla difesa del titolo, i due contendenti diventarono proprio Nepo e Ding. Ad Astana andò in scena una gara spettacolare, senza esclusioni di colpi, con ribaltamenti e rovesciamenti improvvisi. Al tie-break si impose il giocatore cinese che diventò così il 17esimo ‘Campione del mondo’ della lunga storia degli scacchi.
Chi è Gukesh Dommaraju
La prima cosa da sapere riguarda il suo nome. A volte lo si trova completo. A volte compare solo la forma ‘Gukesh’. Altre ancora Gukesh D. Quest’ultima è la versione che il 18enne di Chennai preferisce. La seconda cosa da sapere e che ha imparato a giocare a scacchi, a scuola, all’età di sette anni, sotto la spinta dei genitori, un chirurgo otorinolaringoiatra e una microbiologa. Ovvero a un’età più tarda rispetto ai grandi giocatori di oggi. Ma ha recuperato in fretta: sei mesi dopo aveva già un punteggio FIDE ufficiale e, nei seguenti 3 anni, già collezionava piccoli trofei e targhe con la scritta “primo classificato”. Il titolo di GM è arrivato il 15 gennaio del 2019, all’età di 12 anni, sette mesi e 17 giorni. Il nativo di Chennai è diventato la seconda persona più giovane della storia a raggiungere questo risultato dopo Sergey Karjakin. Avrebbe potuto battere questo record ma fu fermato, qualche settimana prima, da una patta che non gli permise di completare il suo percorso A guardare il suo palmares si rimane stupiti. Ha vinto i Campionati mondiali di scacchi Under-12 e ben cinque medaglie d’oro ai Campionati asiatici di scacchi giovanili, vincendo competizioni in tutti i formati (classico, rapid, blitz e a squadre).
Gukesh ha catturato l’attenzione mondiale nel 2022 quando ha vinto l’oro individuale alle Olimpiadi di scacchi, con un punteggio di 9/11 e aiutando così la squadra ‘India 2’ a vincere il bronzo. Tuttavia fu proprio un suo errore a estromettere quel team di giovanissimi dall’accesso ai gradini più alti del podio. Nello stesso anno ha superato i 2700 punti Elo, diventando il terzo giocatore di scacchi più giovane a farlo, dopo Wei Yi e Alireza Firouzja. Nel 2023 è arrivato a 2750 diventando il giocatore più giovane di sempre a riuscirci, e poi a settembre, ha raggiunto l’ottavo posto nel ranking mondiale, superando Viswanathan Anand come giocatore indiano con il punteggio più alto, un titolo che Anand ha detenuto per oltre 37 anni.
Arrivando secondo nel Circuito FIDE 2023, una manifestazione caratterizzata da una serie di appuntamenti che si svolgono durante l’anno, si è assicurato un posto ai Candidati del 2024. Ed è lì che ha fatto il colpaccio. Ha prevalso su altri giocatori più attesi, come Caruana e Nepo, diventando il più giovane sfidante di sempre per il titolo di Campione del Mondo. Per molti, uno dei suoi segreti è Grzegorz Gajewski, il suo principale allenatore. Il polacco, 39 anni, lo ha aiutato ai Candidati, soprattutto a migliorare l’aspetto del controllo dei nervi e di tutto quello che riguarda la gestione della pressione mediatica (che in India è molto forte). A settembre Gukesh si è preso una bella rivincita anche per quanto riguarda le Olimpiadi. A Budapest, giocando come prima scacchiera, ha registrato lo stratosferico punteggio di 9/10, guidando la sua nazionale all’oro e vendicando così l’errore fatto due anni prima. E ora manca solo l’ultimo scalpo, il più importante. Quello che dà un biglietto diretto per l’Olimpo del gioco.