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Operazione “Reset”: chiuse 12 sale giochi a Napoli e nel Sud

Mar 14, 2017

La polizia di stato ha effettuato, nelle città di bari, napoli e palermo una maxi operazione denominata “reset” che ha portato alla chiusura di 12 sale giochi, strategicamente ubicate nei pressi di alcune scuole frequentate da minorenni.

L’obiettivo è stato prevenire e reprimere il fenomeno del gioco illegale e delle scommesse clandestine, nonchè le infiltrazioni della criminalità organizzata, anche mafiosa, nel settore dei giochi e delle scommesse. Tale fenomeno è stato riscontrato essere fonte di enormi guadagni per la malavita.

L’operazione ha coinvolto circa 300 poliziotti dei “nuclei della polizia dei giochi e delle scommesse”, istituiti presso il servizio centrale operativo (sco). Nell’attività hanno concorso anche le squadre mobili e le divisioni anticrimine delle questure coinvolte e dei reparti prevenzione crimine operanti su quei territori.

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104 gli esercizi commerciali (punti di ricarica, sale giochi, sale scommesse e associazioni culturali) controllati, chiuse 12 sale giochi, denunciate 24 persone, responsabili di esercizio abusivo di attività di gioco e ricettazione, contestate 59 sanzioni amministrative, che hanno anche riguardato il mancato rispetto delle regole di sicurezza sul lavoro.

Sono stati, inoltre, sequestrati 21.380 Euro in contanti e, soprattutto, preziosi documenti contabili utili per ricostruire i flussi illeciti di denaro. Si tratta di una vera e propria contabilità, parallela a quella legale, riportata sia in tradizionali “libri mastri” in cui venivano indicati nomi, cifre e conti correnti, anche stranieri, sia in sofisticati software di gestione contabile.

A Bari, in particolare, i poliziotti hanno notato entrare alcuni minorenni in sale scommesse strategicamente ubicate nei pressi di alcune scuole. Queste sale, immediatamente controllate, sono risultate abusive e, pertanto, sanzionate.

Il fenomeno dei minori che scommettono è oggetto di particolare attenzione da parte della polizia di stato che, periodicamente, effettua mirate azioni preventive e di contrasto. Nel corso di numerose operazioni, infatti, è emerso che sempre più spesso i minorenni si affacciano al mondo delle scommesse, anche clandestine, non percependone il pericolo. Recenti statistiche evidenziano che un numero sempre crescente di minorenni, a partire anche dai 10 anni di età, frequenta abitualmente sale giochi, in molti casi senza che i genitori ne siano a conoscenza.

Tutta l´operazione ha coinvolto circa 300 poliziotti altamente specializzati che appartengono ai “nuclei della polizia dei giochi e delle scommesse”, istituiti presso il servizio centrale operativo (sco), e tutte le squadre mobili delle questure. Si tratta di una sorta di reparto speciale, costituito nel 2002, i cui appartenenti, dopo uno specifico corso di formazione, sono impiegati, talvolta anche attraverso operazioni sotto copertura, in diverse aree di intervento.

All´operazione reset hanno contribuito anche personale delle divisioni anticrimine delle questure coinvolte e dei reparti prevenzione crimine operanti su quei territori.

Un giro di affari, quello che ruota attorno al mondo dei giochi e delle scommesse, che ha raccolto nel 2016 oltre 90 miliardi di euro e che ha, ovviamente, attirato anche l’interesse delle organizzazioni criminali italiane e straniere, anche di tipo mafioso. Da diversi anni, infatti, le mafie tradizionali (cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra) stanno “rilevando” punti scommesse, alterando anche la libera concorrenza nel settore, acquisendo il controllo di attivita’ commerciali o, addirittura, investendo direttamente ingenti capitali nella gestione di centri trasmissione dati, avvalendosi anche di bookmakers stranieri e di una vasta rete di insospettabili prestanome, per intestare le attività imprenditoriali.

Numerose

inchieste condotte dalla polizia di stato hanno evidenziato come la mafia tradizionale, attraverso società, spesso aventi sede in “paradisi fiscali”, esercitano abusivamente attività di gioco e scommesse sul territorio nazionale, anche per riciclare ingenti somme di denaro provenienti dalle attività criminali tradizionali, tra le quali il traffico di droga, le estorsioni e i guadagni che giungono dagli appalti truccati.

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