• 28 Ottobre 2024 22:29

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Il nucleare in Parlamento: in tre giorni superate le 50 mila firme per la proposta di legge di iniziativa popolare

Ott 28, 2024

“Nucleare? Sì grazie”. È con questo slogan che lo scorso 24 ottobre, alla Camera dei deputati, è stata lanciata la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a reintrodurre la produzione di energia nucleare nel nostro paese. A presentare l’iniziativa è stato il leader di Azione Carlo Calenda, insieme al segretario dei Radicali Italiani Matteo Hallissey, alla fondazione Luigi Einaudi, al Comitato Nucleare Ragione e all’Avvocato dell’atomo, il nome d’arte del divulgatore scientifico Luca Romano.
 

L’adesione all’iniziativa è stata fortissima, nonostante il tema sia spesso impopolare. In appena tre giorni dalla pubblicazione della proposta di legge sul sito del ministero è stato raggiunto il quorum necessario di 50 mila firme previsto per depositare il testo in Parlamento. “Un grande risultato ottenuto grazie al lavoro di tutte le associazioni e soprattutto alle migliaia di giovani che si sono mobilitati per una battaglia che sentono loro. Mentre si discute di dossieraggi, amanti, e gossip c’è una parte d’Italia che vuole occuparsi di cose serie”, ha scritto Calenda stamattina commentando il risultato.
 

Cosa prevede il testo di legge

La proposta di legge è piuttosto chiara. Nella descrizione dell’iniziativa presentata nella piattaforma si legge: “Si propone un rapido riassetto normativo che consenta in Italia la costruzione e l’esercizio di centrali nucleari, così che il futuro mix di generazione elettrica persegua gli obiettivi di neutralità climatica” in modo che la produzione di energia risulti “più sostenibile e meno costosa di una soluzione che utilizzi solo fonti rinnovabili”. Per questa ragione, dunque, la pdl chiede “l’autorizzazione (alla costruzione, ndr) di centrali nucleari della più avanzata tecnologia commercialmente disponibile”, ma anche che sia costituita un’Autorità indipendente di sicurezza nucleare, che “vengano definiti i parametri di idoneità dei siti”, che si individuino “i benefici diretti a cittadini e imprese nel territorio circostante il sito”, e che venga “rapidamente avviata una campagna di informazione pubblica sull’energia nucleare”.
 

Il testo della proposta di legge è diviso in due commi. Il primo specifica la natura della legge, cioè quella di legge delega. Nella sostanza, quando e se sarà approvata dal Parlamento, quest’ultimo darà il potere al governo di legiferare sulla materia della legge attraverso l’approvazione di alcuni decreti legislativi. Nel secondo comma sono specificate le condizioni per le quali dovranno essere approvati tali decreti legislativi.
 

Queste condizioni si rifanno agli elementi soprariportati nella descrizione e spaziano dal tipo di tecnologia di cui dovranno dotarsi gli eventuali reattori costruiti (la “più avanzata commercialmente disponibile, cioè la terza generazione a fissione”), ai benefici da garantire agli abitanti delle zone dove saranno costruite le centrali, come un ridotto costo dei consumi energetici, fino all’introduzione di una campagna informativa sull’energia nucleare legata all’evoluzione scientifica nel corso degli ultimi anni e rispetto alle nuove tecnologie in uso negli altri paesi.

I prossimi passaggi e l’opinione del governo

Ora la proposta di legge potrà essere depositata, allegando le firme raccolte, ai presidenti di una delle due Camere del Parlamento secondo quando stabilisce l’articolo 71 della Costituzione. Dopo sarà compito dell’aula approvarne il testo e del governo, invece, legiferarlo nella sua completezza.
 

Presto per dire come e quando questa legge sarà approvata, ma c’è una convergenza di interessi con la maggioranza, che potrebbe agevolarne l’iter oppure portare avanti le proprie iniziative sulla materia e renderla così inutile. All’inizio di ottobre il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che da gennaio sarà pronta una proposta di legge del governo da presentare in Parlamento.
 

Anche qualche giorno fa, in occasione dei due anni dalla nascita dell’esecutivo, il ministro per le Imprese Urso ha spiegato: “Le sfide del futuro l’Italia potrà vincerle tenendo conto che il principale differenziale per il nostro paese è il costo dell’energia: abbiamo presentato ai nostri diversi interlocutori, dalle istituzioni ai sindacati alle associazioni d’impresa, un documento nel quale si evidenzia come, accanto allo sviluppo sempre più importante di tutte le fonti rinnovabili, sia necessario che il nostro paese ritorni a produrre energia nucleare“. La stessa premier Meloni, ad aprile, nel corso di un evento sul tema ha detto: “Una grande prospettiva, una grande visione, un grande sogno derivano dalla possibilità di produrre in un futuro non così lontano energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione“.
 

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