• 22 Novembre 2024 6:32

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F1, GP Stati Uniti: la Ferrari sbanca Austin. Leclerc vince e ci crede, Sainz sul podio

Ott 21, 2024

In maniera del tutto inaspettata la Ferrari vince il GP Stati Uniti, quint’ultimo appuntamento del Mondiale 2024 di F1. A salire sul gradino più alto del podio è stato Charles Leclerc che così conquista la sua terza vittoria del campionato dopo quella di Monaco e di Monza. In seconda posizione troviamo l’altro ferrarista, Carlos Sainz, unico pilota capace di mettere per davvero pressione addosso al monegasco.
Lo stato di forma dei piloti della Rossa non è mai stato messo in dubbio ma nessuno si sarebbe lontanamente immaginato che la sF-24 potesse essere così tanto superiore a McLaren e Red Bull ad Austin, tanto da riuscire a conquistare una doppietta, la seconda della stagione dopo quella di Melbourne.

Sul gradino più basso del podio si è fermato Max Verstappen a termine di una bellissima sfida con Lando Norris. Nonostante l’inglese della McLaren abbia tagliato il traguardo davanti all’attuale Campione del Mondo di F1, Norris è stato penalizzato di cinque secondi dai commissari per aver spinto fuori pista l’olandese nel momento del sorpasso.

Ferrari

Nonostante il Mondiale Piloti sia (anche se non matematicamente) lontano dalla portata della Ferrari, il Cavallino Rampante ha deciso di mettere mano a ogni suo risorsa per provare a finire davanti alla Red Bull nel campionato riservato ai Costruttori. Proprio per questo motivo la scuderia italiana ha portato a Austin una serie di aggiornamenti che avevano, come obiettivo, quello di chiudere la corsa davanti alle RB20. Ma nessuno si sarebbe aspettato che la Ferrari avrebbe letteralmente dominato il GP Stati Uniti chiudendo la corsa in prima e seconda posizione.

La gara Leclerc la vince al via. Nonostante la buona partenza di Norris, l’inglese della McLaren si fa fregare alla prima curva e tra i due litiganti è il monegasco della Ferrari ad avere la meglio. Oggi non ce n’era per nessuno. Leclerc, una volta presa la testa della corsa, inizia ad inanellare una serie di giri veloci mostrando un ritmo inarrivabile per tutti gli altri. Non commette un errore e corre in maniera perfetta per tutta la corsa.

L’unico che prova a rovinare le uova nel paniere al monegasco è Carlos Sainz. Lo spagnolo, probabilmente vedendo anche il ritmo che riusciva a tenere il proprio compagno di squadra, ha cercato di impensierire subito Verstappen (superato poi grazie al pit stop). Sainz, nonostante un piccolo inconveniente tecnico a inizio corsa, è l’unico che può mettere pressione a Leclerc. Chiude il GP Stati Uniti alle spalle del monegasco e aiuta la Ferrari a ottenere una doppietta importantissima per il Campionato Costruttori.

Red Bull

La Red Bull si trova in una posizione così alta nelle nostre pagelle solo per quello che, ancora una volta, è riuscito a fare Max Verstappen ma con una vettura nettamente inferiore non solo alla McLaren (questo già lo sappiamo) ma anche alla Ferrari. L’olandese, che scattava dalla seconda posizione, al via scatta bene. Anche se inizialmente sembra fermarsi alle spalle di Norris, in curva 1 si fa allettare dallo spazio lasciato dal pilota della McLaren, infilandolo. Peccato che Super Max venga, a sua volta, beffato da Leclerc che letteralmente è scappato via.

Come se non fosse già sufficientemente umiliante per l’attuale Campione del Mondo in carica essere superato da una delle due SF-24, Verstappen soffre anche con Sainz ma l’olandese è lungimirante e sembra pensare di più alla sfida con Norris per il titolo che alla vittoria della gara di Austin. Fa letteralmente i salti mortali per tenersi la sua terza posizione e soprattutto per tenere alle sue spalle l’inglese della McLaren. Proprio negli ultimi giri da vita a una lotta incredibile con Norris e riesce a salire sul podio solamente grazie alla decisione della FIA di penalizzare solo il 24enne.

Se Verstappen prova in tutti i modi di far chiudere dignitosamente alla Red Bull questa stagione, Perez, dopo qualche gara in spolvero, sembra essere tornato quell’oggetto non identificato di inizio stagione. La RB20 non è più un missile e il messicano è tornato a fare una fatica fuori misura rispetto al compagno di squadra tanto da ritrovarsi a lottare prima con Tsunoda e poi con Colapinto che guidano rispettivamente una Racing Bulls e una Williams.

Per Checo, l’unica speranza è aggrappata al GP Messico, in programma tra sette giorni. O Perez dà segnali incoraggianti alla Red Bull di un qualche miglioramento o Marko & Co. non ci metteranno molto a trovare un sostituto per il 2025. E i nomi non mancano (Lawson in pole position).

McLaren

McLaren ritenta sarai più fortunata. Non è certamente la corsa che si aspettavano di portarsi a casa gli uomini della scuderia inglese. Sarà stata forse la scelta strategica troppo conservativa (probabilmente utile per non mettere troppo in crisi gli pneumatici), sarà stato l’errore di valutazione di Norris ma in un momento in cui per la McLaren è fondamentale arrivare se non con entrambe, almeno con una delle proprie vetture davanti alla Red Bull di Max Verstappen, ad Austin le monoposto di Norris e Piastri non sono nemmeno riuscite a salire sul podio.

La domenica non era la loro. Tra Norris che parte bene ma si fa beffare dall’olandese della Red Bull in curva uno finendo in quarta posizione dopo essere partito dalla pole position, il colpo di grazia arriva negli ultimi giri. Norris tenta il tutto per tutto per provare a superare Verstappen, si fa aggressivo (forse un pelo troppo rispetto al dovuto) e viene penalizzato dalla FIA di cinque secondi per aver spinto l’avversario fuori pista. Perde il podio ma soprattutto il maggior rammarico dell’inglese è il vantaggio di Verstappen che ora è salito a 56 punti, quattro in più di quanti erano alla vigilia del GP Stati Uniti.

Se Norris, dalla sua, almeno ci ha provato, non si può dire la stessa cosa di Piastri. Il pilota australiano, quinto, da quando la McLaren gli ha imposto di mettersi al servizio del compagno di squadra sembra aver perso la grinta e la determinazione che caratterizzavano le sue gare. Anonimo, si mette alle spalle di Norris e lo segue a distanza anche nel finale, quando la McLaren ne aveva di più rispetto alle avversarie.

Haas

Come se non fossero sufficienti già i punti conquistati in occasione della Sprint Race, la Haas si prende la top 10 anche in occasione della gara vera e propria. Se la corsa di Magnussen è stata sicuramente appiattita a causa di una strategia discutibile, è Nico Hulkenberg a dare spettacolo ad Austin. Il tedesco chiude la corsa all’ottavo posto ed è “il migliore degli altri”. Non commette errori e anzi, arriva a pochi secondi da Perez che, a differenza di Hulk, dispone di una Red Bull.

Sembrerò monotona ma continuerò a chiedermi (fino alla fine dei miei giorni) cosa abbia fatto di male sto ragazzo per non meritarsi una possibilità in un top team. Audi ha fatto benissimo a metterlo sotto contratto e se i tedeschi riusciranno a trovare la quadra, il tedesco continuerà a farci divertire.

Racing Bulls

Nonostante lo spirito di Daniel Ricciardo aleggiasse sul Circuit of the Americas, è bastato davvero poco per farlo dimenticare. Liam Lawson si rende protagonista in tutto il fine settimana riuscendo, al ritorno nella massima serie automobilistica, a portare subito la sua Racing Bulls in zona punti. La differenza con l’australiano (non me ne vorrà il buon Ricciardo) si vede tutta e se prosegue su questa strada, forse, il sogno di sedere in Red Bull al fianco di Max Verstappen nel 2025 potrebbe non essere così proibitivo. Perez è avvisato.
Ma anche Tsunoda che, con un Lawson così al suo fianco, deve fare di più.

Mercedes

Fine settimana da dimenticare in casa Mercedes. Se Russell, partendo dai box, non può far pensare con rammarico a cosa avrebbe potuto portare a casa se solo non fosse scattato dalla pit lane, quello vissuto da Hamilton è sicuramente il peggiore weekend di gara dell’anno.
Russell chiude la gara in sesta posizione mettendo a segno una rimonta di alto livello. Tenendo conto dell’incidente in qualifica di sabato, l’inglese, che ha scontato anche una penalità di cinque secondi, ha fatto il massimo riuscendo a regalare alla Mercedes un importante bottino di punti.

Nessuno avrebbe immaginato che il GP Stati Uniti, un Paese così caro a Sir Lewis Hamilton avrebbe potuto essere così ostile con il sette volte Campione del Mondo. L’inglese, partito dietro con le hard, ha provato a guadagnare subito qualche posizione ma la sua rimonta è letteralmente tramontata in pochissimi giri quando Hamilton finisce fuori perdendo il posteriore e insabbiando la sua W15 nella ghiaia. Un weekend decisamente no per l’inglese che, vedendo cosa è riuscita a fare la Ferrari ad Austin, non veda l’ora di arrivare a Maranello.

Williams

Vietato chiamarlo fenomeno eppure Colapinto è riuscito, fin dalle prime gare a mettere in difficoltà Albon che, prima dell’arrivo dell’argentino, era ritenuta la vera stella del team. Il 21enne continua a sorprendere, continua a fare punti, continua a mettere pressione addosso al compagno di box (che rovina la sua gara al via con Ocon) e continua a non avere un sedile per la stagione 2025 di F1. Qui urge correre ai ripari per salvare il soldato Colapinto.

Alpine

La cura Briatore, almeno per il momento si è interrotta. All’Alpine non è servito più di tanto l’upgrade portato ad Austin in chiave 2025. Se Gasly si becca una penalità per aver superato ripetutamente i track limits, la gara di Ocon viene rovinata al via da Albon. E più del 18esimo posto non riesce a fare.

Stake F1

Penultimo posto per la Stake F1 semplicemente perché in quel di Hinwil gira molto meno grano che in Aston Martin. Di due non se ne fa uno: se Zhou parte bene ma quando è in 13esima posizione si gira e diventa ultimo, Bottas non va oltre al 17esima piazza. E questa è forse l’unica cosa che può fare con questa monoposto.

Aston Martin

Se si pensa a quanto denaro sia stato investito in questa scuderia un 13esimo e un 15esimo posto non possono essere ritenuti un risultato accettabile. Stroll e Alonso non possono fare molto con questa vettura e sembra quasi che entrambi i piloti ormai corrano per inerzia, impossibilitati a difendersi perfino, in attesa dell’arrivo di Adrian Newey. E chissà se l’ingegnere inglese riuscirà a trasformare la AMR24 da vettura meno popolare a reginetta della griglia di partenza.

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