• 15 Ottobre 2024 20:24

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Stop auto a benzina e diesel dal 2035, Meloni dà una “scossa” all’Europa

Ott 15, 2024

Lo stop alla vendita di auto benzina e diesel è programmato per il 2035, in tutti i mercati dell’UE. Si tratta, però, di un tema sempre più delicato e che deve fare i conti con una realtà del mercato delle quattro ruote che diventa, mese dopo mese, sempre più difficile. Sulla questione, è intervenuta anche Giorgia Meloni. Il presidente del consiglio ha toccato l’argomento nel corso delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

Cosa ha detto Meloni

Nel suo intervento, come riportato dalle agenzie di stampa, Meloni ha riacceso l’attenzione sulla questione dello stop alla vendita di auto benzina e diesel: “si deve avere il coraggio di riaprire la partita e perseguire la strada della neutralità ecologica, sostenendo filiere come quella dei biocarburanti, in cui l’Italia e l’Europa possono giocare un ruolo da protagonista“.

Torna, quindi, in prima pagina l’argomento della neutralità ecologica e dei biocarburanti, inizialmente bocciati dall’UE per sostenere una transizione verso la mobilità elettrica per l’azzeramento delle emissioni. Tale transizione, però, si sta rivelando molto difficile e, soprattutto, richiede investimenti sempre più importanti in tutto il comparto.

Sulla questione, Meloni ha aggiunto: “È necessario porsi il tema di come finanziare gli investimenti verso un automotive più pulito, di come sostenere l’innovazione, di come garantire una sempre maggiore autonomia strategica, costruendo catene del valore europee per non consegnarci a nuove, pericolose, dipendenze“. Durante l’estate, la stessa Meloni aveva chiarito il suo punto di vista sullo stop alla vendita di auto termiche con un inequivocabile “non ha senso“.

Un tema sempre più attuale

Lo stop alla vendita di auto benzina e diesel del 2035 si avvicina ma continua ad essere un argomento tabù, anche considerando le difficoltà dell’intero settore automotive europeo. Il Governo italiano ha già avanzato l’ipotesi di ritardare lo stop per salvare il settore auto, oggi alle prese con un ritardo significativo rispetto alla tabella di marcia del programma di elettrificazione. Esponenti dell’esecutivo sono arrivati a definire lo stop voluto dall’UE come una “follia ideologica“.

Nel frattempo, l’industria automotive europea è in crisi come confermano le difficoltà di Stellantis, che è tornata a chiedere nuovi incentivi per sostenere la produzione di auto elettriche, da cui derivano costi sempre più alti per le Case costruttrici. Per contrastare i problemi, è circolata anche l’ipotesi di una fusione tra Stellantis e Renault (rispettivamente secondo e terzo gruppo in Europa, poi smentita da Stellantis.

Nel frattempo, il Gruppo Volkswagen, punto di riferimento assoluto dell’automotive europeo, è in crisi e deve fare i conti con un importante taglio delle stime legato, in buona parte, a un programma di elettrificazione che procede in modo più lento rispetto a quanto preventivato in precedenza.

C’è poi la questione della concorrenza cinese, con i costruttori locali che puntano a conquistare l”Europa puntando su una filiera oramai solida (soprattutto per quanto riguarda la produzione di batterie) e su costi contenuti del prodotto finale. Per contrastare la Cina, l’UE ha definito nuovi dazi che, però, certificano ulteriormente la difficoltà dell’intero settore per quanto riguarda la competitività nei confronti dei costruttori cinesi.

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